Peter Forsberg, uno dei grandi talenti dell'odierna NHL.
Peter Mattias Forsberg nasce il 20 Luglio 1973 in Svezia a Ornskoldsvik.
Da piccolo fin dall’età di cinque anni partecipa a partite di hockey col fratello maggiore…e c’è chi dice che da adolescente fosse anche un gran giocatore di calcio, almeno così pensano quelli che lo hanno visto accarezzare un pallone.
Forsberg prima di sbarcare nella NHL gioca nel campionato svedese nel MoDo, squadra allenata da suo padre Kent Forsberg; Peter mette a segno 171 punti in 165 partite con 75 goals.
Nel 1991 viene scelto per sesto assoluto al draft dai Philadelphia Flyers.
L’anno seguente viene scambiato insieme ad altri cinque giocatori e 15 milioni di dollari per Eric Lindros e viene mandato ai Quebeck Nordiques, i futuri Avalanche ( e chissà cosa ne pensano oggi i tifosi di Phila di questo scambio… anche se obbiettivamente a posteriori possiamo dire che Forsberg nella sua carriera abbia avuto intorno giocatori migliori di quelli toccati a Lindros).
Peter vince l’oro lo stesso anno ai Campionati Mondiali con la Svezia e due anni dopo vince la medaglia d’oro ai giochi Olimpici di Lillehammer ’94. Entra nei Pro nel 94-95 e vince subito il Calder Trophy come miglior rookie con 50 punti (15G 35A).
Nell’anno seguente ha la sua migliore stagione, una vera e propria esplosione di talento, concludendo con 116 punti (30G 86A) in 82 partite.
Nel ’96-’97 conclude con 86 punti (28G 58A), nel ‘97’98 con 91 punti (25G 66A), nel ‘98’99 con 97 punti (30G 67A), nel ‘99’00 con 51 punti (14G 37A ma giocando solo 49 partite), nel ‘00’01 con 89 punti (27G 62A). Nel 2001-2002 decide di prendersi un anno sabbatico e non gioca la regular season, per poi “degnarsi” di rientrare e segnare 27 punti (9G 18A) nei playoffs.
Lo scorso anno ha messo a segno 88 punti (25G 63A), per un totale di 668 punti in 531 partite.
Vince due Stanley Cup coi Colorado Avalanche nel 1996 contro i Florida Panthers e nel 2001 contro i NewJerseyDevils; quest’anno è terzo nella NHL per punti (88), con 25 goals e 63 assist.
Una curiosità : da quando Forsberg è in Colorado, gli Avs sono sempre arrivati primi nella loro Division.
Non male Peter.
Queste le cifre che parlano da sole…ma ora parliamo di lui e non dei suoi numeri.
Quando un giornalista della ESPN lo scorso anno, dopo un gol di pattino dei playoffs 2002, gli ha chiesto se sarebbe potuto essere un campione anche su un campo di calcio, lui sorride e risponde: “Impossible. I was too slow and lazy”.
Lento e pigro? Beh… non è certo ciò che sembra su un campo da hockey.
Peter Forsberg si adatta allo stile di gioco nord americano meglio di qualunque altro giocatore europeo, e meglio anche di quasi tutti i giocatori nord americani, se vogliamo dirla tutta.
Non fatevi ingannare dal suo aspetto di bravo ragazzo: è un giocatore duro, determinato, egli stesso sfida gli avversali a provocarlo e questo atteggiamento si accentua nella partite che contano, quelle in cui i nervi e la psicologia contano tanto quanto la tecnica se non di più.
Ha un controllo del puck che forse solo Jaromir Jagr può eguagliare, una falcata ampia, un grande equilibrio, a volte nemmeno se spinto da dietro perde il controllo del disco…per non parlare del fatto che dopo questo è in grado di sfoderare passaggi e assist efficaci che tanti giocatori non riuscirebbero a fare neanche da smarcati.
Un perfetto mix di talento, tecnica e determinazione. Per non parlare del fatto che Forsberg si trova a suo agio in ogni situazione di gioco. Viene utilizzato in 5 contro 5, in 4 contro 4, in penalty killing, in power play.
Dice di lui un analista di Sporting News: “He’s the strongest and most skilled player in hockey. When angered, he adds a bulldozzer mentality and the best elbows since Gordie Howe.”
Peter Forsberg è certamente un play-maker con una incredibile visione di gioco (e le statistiche dei suoi assit lo dimostrano), ma ha anche una incredibile potenza e precisione di tiro, un tiro che egli stesso ha ammesso di utilizzare forse troppo poco perchè istintivamente portato a cercare l’assist per i compagni.
“Forsberg is a smooth skater with explosive speed and can accelerate while carrying the puck. He has excellent vision of the ice and is an outstanding playmaker.” Dice Teemu Selanne.
Interessante ciò che ha detto di lui Martin Brodeur in una intervista su Usa Today: “Peter oggi è il giocatore di hockey più completo. In attacco controlla il puck come vuole, è in grado di mantenere il possesso anche quando viene colpito duro. Può far male in tanti modi, con un passaggio preciso, con uno slapshot preciso, con un giro intorno alla gabbia; è successo più volte che l’unica cosa che ho visto sono state le luci rosse lampeggiare dietro di me. E’ uno di quei giocatori che hanno la straordinaria capacità di fare la cosa giusta nel momento giusto”.
In poche parole un giocatore di quelli che ti risolvono le partite, che tengono in piedi una squadra e che quando affiancati da gente come Joe Sakic e il resto del line-up degli Avalanche, ti possono portare al titolo.
Quest’anno Colorado è quinta nella West e seconda nella Division, la strada dei playoffs è più dura del solito, ma quando si hanno giocatori come il numero 21…nessuna meta è preclusa!