Keon Clark deve dimostrare di esserci anche nei momenti caldi della stagione…
Non si può dire che tutte le partite di regular season siano uguali. Alcune assumono un diverso significato: arrivati a tre quarti della stagione regolare più scontata della loro storia, i Kings hanno perso una partita contro Dallas.
Questo è stato l'avvenimento più rilevante di una settimana con due vittorie casalinghe (Indiana e Toronto) e altrettante sconfitte (Dallas, appunto, e Phoenix). Niente di grave per carità . La serie per la stagione regolare è comunque 3-1 per i californiani. Ma questa sconfitta ha lasciato qualche strascico.
Cominciamo da coach Adelman: dura la vita per un allenatore che ha a disposizione almeno due squadre equivalenti.
“Nel finale della partita con Dallas avrei avuto molte opportunità diverse. Ho scelto di far giocare chi mi aveva portato fino alla possibilità di vincere la partita”, ha detto l'ex Portland.
Se si guarda solo al risultato, col senno di poi, sono tutti geni o ciarlatani. La partita è girata quando, nell'overtime, è stata fischiata una palla accompagnata a Stojakovic. Da li sono nati sei punti consecutivi per i texani. Ovviamente le polemiche sono state molto ovattate. Questo è il vantaggio di giocare in una comunità piccola. Mettete la stessa squadra a New York, per fare un esempio, o Philadelphia, e lo spettacolo sarà diverso.
Bobby Jackson ha ammesso dopo la partita che “incontrarli nei playoffs sarebbe un vero mal di testa. Dovrei ricorrere all'Aspirina”. Brutta partita per Jackson, tanto che qualcuno si è chiesto come mai Christie sia stato lasciato in panchina nelle fasi decisive. Tutti hanno evidenziato i problemi avuti in difesa. “Credo che siano la miglior squadra in attacco in tutta la lega – continua Bobby Jackson – con 3-4 attaccanti davvero super. Abbiamo fatto fatica a difendere su di loro”.
La successiva vittoria casalinga contro Golden State non ha fugato tutti i dubbi: sette uomini in doppia cifra, un dominio schiacciante nell'ultimo quarto, 29-10 il parziale, cominciato a + 7. Si è rivisto uno Scott Pollard su ottimi livelli: per lui 15 punti con 12 rimbalzi in 23 succosi minuti.
“Forse qualcuno ha dimenticato – ha detto Adelman alla fine – quanto Scott sia importante per noi”. La partita si è definitivamente chiusa in a cavallo fra terzo e quarto periodo con un parziale di 31-6 per i padroni di casa. Come detto questa partita non ha fugato i dubbi perché si tratta solo di una tappa di trasferimento.
In programma, nella notte fra giovedì e venerdì, la sfida con i Los Angeles Lakers.
Siamo alla terza della stagione: nel giorno di Natale vinsero i Kings a Los Angeles 105-99. Rivincita all'Arco Arena per i tricampioni, all'inizio della loro fantastica rimonta: 124-113, il 31 gennaio. Questa volta faranno parte dello spettacolo anche Chris Webber e Bobby Jackson.
Questa partita, che già da sola, per le sue implicazioni, vale per tre, è solo l'inizio di un'ultima parte di stagione impegnativa, in cui i Kings affronteranno un'impegnativa trasferta ad est: sei partite in nove giorni contro Detroit, Philadelphia, Indiana, Boston e Washington.
Unica sfida abbordabile con i Bulls.
Il primo posto nella Pacific, e relativo secondo nella Western Conference, andrà difeso dall'assalto dei Blazers, a tre partite di distanza. Ammesso che poi sia un privilegio essere secondi e vedersela con la vincente del probabile S.Antonio – Los Angeles.