L'indistruttibile Karl Malone…
La notizia del millennio !
Inutile negarlo, molti di noi erano convinti che Karl Malone avrebbe concluso la sua mirabile carriera nello Utah, insieme al suo compagno di una vita ed al suo allenatore di sempre, ma ecco che la settimana scorsa è successo ciò che nessuno avrebbe mai pensato un giorno potesse accadere (ok ho un po’ esagerato…).
Durante il suo ultimo “soggiorno” ad Orlando, “The Mailman” Karl Malone ha avuto di che rimuginare nella sua stanza d’albergo: fin dal risveglio infatti un pensiero ha occupato la sua mente, un pensiero che proprio adesso che la stagione va verso la fine tende ad essere sempre più persistente.
Fra poco più di un mese infatti, Malone sarà free agent e dovrà prendere una delle decisioni più importanti della sua carriera: potrebbe decidere di ritirarsi (alquanto improbabile, visto che ancora oggi se un camion lo investe poi citano lui per danni… oltre al fatto che a 39 anni i numeri dicono ancora 20 punti ed 8 rimbalzi a gara); potrebbe voler continuare ad inseguire Kareem ed il suo record di punti in carriera con i Jazz, o potrebbe cercare di fare la stessa cosa con un’altra squadra (bestemmia!), una che gli offra buone possibilità di concludere la sua stupenda carriera con il tanto agognato anello.
Ma se fino a questo momento tutti erano in fondo convinti che tale ultima ipotesi non si sarebbe verificata, ecco insinuarsi un “legittimo sospetto”: Malone ha infatti voluto puntualizzare che non è affatto sicuro di voler indossare la maglia dei Jazz la prossima stagione, e non certo perché offeso dal fatto che l’anno scorso non gli fu data l’estensione contrattuale (fatto comunque che ricorda con un po’ di dispiacere), ma perché l’idea di vincere un titolo lo alletta più di ogni altra cosa al mondo, più anche del fatto diventare il giocatore con più punti in carriera della storia dell’Nba.
Tanto per dimostrare una volta di più il suo valore, quella stessa sera Malone ha segnato 40 punti contro T-Mac & Co., il massimo segnato da un avversario dei Magic quest’anno, diventando così il secondo giocatore della storia a raggiungere i 36000 punti in carriera (grazie…è già il secondo marcatore di ogni epoca…).
La partita è stata peraltro oggetto di molte polemiche: coach Rivers, dopo il 22esimo tiro libero assegnato al Postino e dopo una serie di altre decisioni oggettivamente discutibili dell’arbitro Malloy (al suo primo anno nella lega), come la decisione di assegnare un fallo su tiro da 3 di Garrity, ma dicendo che il fallo era avvenuto prima del tiro e quindi c’erano solo 2 tiri liberi, ha detto che il referee era chiaramente intimidito dai veterani dei Jazz.
Brutti tempi per gli arbitri, anche nell’NBA.
Qualche numero da… Bulls
E’ dal 1998 che un giocatore dei Bulls non domina la lega in almeno una categoria statistica, come avvenne appunto quell’anno, quando un certo signore vinse la classifica marcatori, ed un altro, un po’ più colorato, quella dei rimbalzisti (mi rifiuto di aggiungere i nomi).
Ma ecco che la storia potrebbe ripetersi: sì, perché i due “bambini” dei Bulls, Eddy Curry e Tyson Chandler, ultimamente in gran forma, sarebbero momentaneamente al primo e al terzo posto nella classifica riguardante la percentuale dal campo, tirando uno con il .574 e l’altro con il .543.
Dico sarebbero perché formalmente sono entrambi fuori classifica, essendo necessari almeno 300 tiri effettuati nel corso della stagione: sono infatti necessari altri 83 tiri a Curry e 74 a Chandler.
Il leader attuale – fino a Mercoledì 12 Marzo – è Shaq, con il .563.
E’ dai tempi di Artis Gilmore, annata ‘80-‘81 e ‘81-’82, biennio durante il quale tirò con più del 60% dal campo, che un Bulls non ha la percentuale più alta della lega dal campo.
Parlando ancora di Shaq, per il quale servirebbe una rubrica a parte, il 34 dei Lakers ha giustificato la sua serataccia al tiro nella sconfitta di 17 punti contro i Bulls, in cui ha tirato con 3 su 11 dal campo, dicendo che, avendo incontrato i genitori di Curry prima della partita ed essendo stati loro molto carini con lui, non se la era proprio sentita di umiliare il loro figlioletto, che alla Thornwood High di South Holland, Illinois, era soprannominato “baby shaq”.
Pillola di saggezza by Iverson
C’è ancora speranza di vedere Allen nel Dream Team ! Peter Vecsey ha recentemente scritto che fonti molto attendibili (addirittura Stu Jackson in persona, il l’ “NBA's senior vice president of basketball operations”) gli hanno rivelato che nelle prossime settimane la commissione incaricata prenderà in seria considerazione Iverson, nonostante siano già stati nominate 5 guardie (T-Mac, Kobe, Kidd, Allen, Bibby).
Iverson ha commentato il tutto dicendo che sarebbe più che felice di poter far parte del Dream Team (anche noi), ma che se non dovesse accadere non ne farebbe una tragedia perché in fin dei conti “It’s just basketball”. Grande.
Vecsey ha inoltre aggiunto che un altro giocatore che sarà presto preso in considerazione è Jermaine O'Neil, soprattutto considerando la probabile “defezione” di Garnett.
Una Nba di quarantenni?
E’ noto che l’età media di “ritiro” dei giocatori è oggi molto più alta che in passato, come testimoniano i vari Willis, Malone, ancora in forma smagliante.
In settimana anche Payton si è fatto sentire, dicendosi intenzionato a giocare come minimo altri 4 o 5 anni; a chi ha malignamente aggiunto che non li passerà certo a Milwaukee, Gary ha risposto che farà ciò che è meglio per la sua famiglia, che non gli interessano i soldi, e che la moglie si è recentemente messa a cercare casa a Milwaukee.
Gary potrebbe quest’anno dover affrontare la prima stagione perdente della sua vita (cosa che lui tiene a sottolineare), college e high school comprese; ciò non gli impedisce di essere il miglior assist man della lega (e di esser diventato il più vecchio giocatore Nba a raggiungere tale traguardo).
Fonti : Florida Today ; Orlando Sentinel ; Tacoma News Tribune ; Los Angeles Times ; Chicago Sun Times ; New York Post ; Milwaukee Journal Sentinel