Monster Mash, il leader degli Hornets
Dunque, Monster Mash…
Due parole e potrei finire qui “In The Zone” di oggi: duro-vero.
Sì, ragazzi: niente fronzoli, niente parole, notorietà sotto un metro e mezzo da terra, ma il gioco… quello è super. Duro vero da sempre, da quando è nato, perché tu dimmi che ti può insegnare tuo padre quando si chiama Bobby, è peso massimo, ha combattuto sui più prestigiosi ring degli states contro gente super. Nomi? Ken Norton, Larry Holmes e – sì, sì, proprio lui – Muhammad Alì, tanto per citarne alcuni.
Duro vero sul parquet di strada, pure. Già , perché quando parlate dell'Holcombe Rucker, a fianco dei nomi altisonanti di Connie Hawkins e Doctor J, potete anche scrivere in maiuscolo Jamal Mashburn. Provare per credere, chiedere per provare.
Spazio ai numeri, così ci capiamo anche meglio: 21,4 punti a gara con 6,2 rimbalzi e 5,6 assist. Diciassettesimo in punti a partita, ottavo in minuti per sera, sesto per canestri fatti e quinto per tiri tentati, decimo in punti totali. Non mi fermo qui: uno degli unici tre giocatori a figurare nei primi trenta in punti, rimbalzi e assist in questa stagione.
Qualche prestazioncina recente? 39 contro MJ, 35 contro i Clippers (dai, un giorno o l'altro parliamo anche di loro, su…), 29 contro i nuovi Bad Boys (con canestro della vittoria sulla sirena) e cinquantello in un 125 a 123 contro i Grizzlies. Risultato: MVP di febbraio per la Eastern ampiamente meritato.
Però… c'è sempre un però. L'attuale reputazione di Monster Mash non è così aurea ed eccelsa come descritto dai suoi numeri, ma sembra sempre invece di avere a che fare con uno che è bravo, ma… sì, certo, è un campione vero, un vincente, però… uno che vorresti sempre avere nella tua squadra, anche se…
Già : se, ma e però.
Quanti deve averne sentiti Jamal nel corso degli ultimi anni. Tanti, troppi forse. Una delle cause del suo male? Proprio il suo gioco, per assurdo.
In campo Mashburn è concreto, razionale, poco spettacolare (parola con la quale “tecnica” non per tutti fa rima), raramente sopra le righe. Praticamente un Tim Duncan che ha avuto la sfortuna di venir su dieci centimetri sotto il par e quindi con molta più concorrenza del caraibico (che peraltro, non ha eguali).
La sua carriera è costellata di avvenimenti che lo hanno sempre levato dalla ribalta nei momenti di maggiore visibilità . Prendi i Mavs, dove ha iniziato la carriera. Le mitiche Triple J: Jason Kidd, Jimmy Jackson e Jamal Mashburn.
Dallas cominciava a vedere la fine del tunnel con il play che non aveva mai avuto e due realizzatori che, insieme, erano secondi solamente alla coppia Shaq-Penny. Sul più bello chi ti arriva? Don Nelson e via tutta la squadra, compreso il nostro. Critiche pazzesche contro il padrone-coach ma, purtroppo, ad oggi, tanto di cappello perché ha avuto ragione lui.
Poi, prendi gli Heat. Pata Riley alla loro guida. Un cast da premio oscar con Zo dei tempi migliori e Tim Hardaway maturo. Secondi violini a bizzeffe, tra i quali proprio Jamal.
Risultato? Rendimento tipo Nasdaq dei tempi peggiori con annate super alternate alle peggiori della carriera in termini non solo numerici ma anche di reputazione.
Poi la cessione agli Hornets, la rinascita, il sollievo: finalmente Monster Mash può di nuovo dare un significato al suo soprannome nel ruolo che più gli aggrada. Non il secondo violino, nemmeno la prima punta: Jamal Mashburn è un leader silenzioso, uno che non ha bisogno di parlare, lo lascia fare agli altri (e il Barone, in questo, è maestro d'armi…), uno che è meglio avere con che contro, quando la palla scotta troppo per tutti, In quei momenti, chiunque avrebbe bisogno di lui, in qualsiasi squadra.
Il mese scorso, benchè oscurato dai quarantelli a ripetizione di Mr Bryant, dalle prodezze di KG e dall'impressionante sequenza di doppie-vu dei Sixers, il gioco nel numero 24 degli Hornets non è passato in secondo piano nella giungla NBA.
Tra un po’ è tempo di playoff. Prendi l'Est: sono tutti lì in un pugno di W ed L e qualcuno in finale ci deve pur andare, anche se sarà comunque un massacro, qualsiasi team ci sarà dall'altra parte del Mississippi. Io non so con chi stare, ma, statene certi, di levare il nome Hornets con quello lì che gioca così, a priori proprio non me la sento.
Massimo Rispetto per JM24.
See Ya'!