Lorenzen Wright, dopo il dolore più grande una partita da ricordare.
VOTO 10: Lorenzen Wright
“Tutti i soldi che guadagno non sono niente al confronto della gioia che si prova quando nasce un figlio”, aveva detto alla nascita della sua quartogenita Sierra. Il due Marzo Si-si se n'è andata, e da allora Lorenzen ha passato le sue giornate “chiuso in casa, seduto, guardando nel vuoto”.
Dopo due settimane sua moglie lo ha convinto a tornare in campo e lui, dopo essersi scritto appunto “Si-si” sulle scarpe, ha messo 21 punti e 8 rimbalzi in 24 minuti, trascinando i Grizzlies alla 24esima vittoria stagionale (record di franchigia) contro gli Atlanta Hawks. C'è bisogno di ulteriori commenti?
VOTO 9: Steve Francis
Nell'ultimo periodo ha tenuto cifre eccellenti ( 19 punti, 9 assist, 7 rimbalzi), ma questa non è una novità per “Stevie Wonder”. La novità sta invece nel fatto che per la prima volta ha messo le sue statistiche al servizio della squadra, ha giocato per vincere e non per mettersi in mostra, trascinando i suoi a cinque, importantissime vittorie consecutive; la più importante di tutte è stata quella contro contro i Phoenix Suns, una doppiavu che potrebbe pesare in modo decisivo nella lotta all'ultimo posto utile per i playoffs, che vede coinvolte proprio queste due franchigie: ora i Rockets sono 3-1 negli scontri diretti, e quindi possono accontentarsi anche di un arrivo in parità .
In questa settimana ha limitato a meno di due le sue palle perse (ed è già un risultato notevole di per se', visto che stiamo parlando del giocatore che perde più palloni della lega, assieme a Kidd) a fronte, come detto, di ben 7 assist; ha anche messo un freno alla sua sciagurata selezione di tiro, e la buona percentuale dal campo lo dimostra (18/34, 52%), ma soprattutto ha servito con costanza Yao Ming: nelle tre partite giocate in settimana hanno tentato lo stesso numero di conclusioni dal campo (34, e sì che Yao ha giocato quasi 10' di media in meno), e il cinese (guarda un po') è stato decisivo.
VOTO 8: Ben Wallace
Nelle ultime 5 partite doppia-doppia di media, 22 e 11, e fin qua niente di strano. La cifra però fa un certo effetto se consideriamo che 22 sono i rimbalzi!
La grinta, l'intensità , la presenza fisica del probabile Defensive Player of the Year sono stati come sempre decisive per trascinare i Pistons a 4 W in 5 gare: vittorie che valgono tanto oro quanto pesano visto il prolungato momento di difficoltà in cui si era imbattuta la squadra nel mese di Febbraio, il calo accusato anche da Nets e Pacers e il buon momento delle inseguitrici, soprattutto dei Sixers.
Ora inizia un periodo di fuoco, la classifica nella Eastern Conference è cortissima e ogni sconfitta può essere letale: iniziare il tour de force finale davanti a tutti, anche se di poco, è comunque un vantaggio strategico e psicologico non da poco.
VOTO 7: Eddy Curry e Jamal Crawford
Tyson Chandler è esploso in Febbraio, con 6 gare consecutive sopra i 15 punti (e con 13 rimbalzi di media). Eddy “non chiamatelo Baby Shaq” Curry invece ha pensato bene di sbocciare in Marzo, come le viole mammole: in 4 gare di fila ha messo più di 20 punti, due volte ha toccato la doppia cifra in rimbalzi e ha accompagnato il tutto con un eccellente 37/59 (62%) dal campo. L'educazione cestistica dei due puponi prosegue a pieno ritmo, ovviamente ci sono ancora parecchi angoli da smussare e la costanza di rendimento sul medio-lungo termine è ancora sconosciuta, ma attendersi l'esplosione nella prossima stagione, la terza alla corte di Stern, è più consigliato che mai.
Jamal Crawford sembra aver vinto la lotta per il posto da titolare con Jay Williams (che comunque per parte sua ha deciso di parlare meno, far buon viso a cattivo gioco e lavorare sodo: avrà tutte le occasioni per rifarsi); nell'ultima settimana 18 di media con 7 assist ed un fantastico 12/19 da tre (63%); in particolare è stato decisivo nella gara più bella dell'anno per i tori, una vittoria di 17 nientemeno contro i campioni del mondo in carica, cui ha contribuito con 24 punti, 10 assist e 4/4 da 3 (e cui alcuni tiri in momenti davvero decisivi, a spezzare i tentativi di rimonta dei gialloviola), il tutto in 34 minuti.
VOTO 6: Stromile Swift e i Grizzlies
Per tutta la stagione il suo rendimento è stato semplicemente disastroso, tanto da far disperare anche i suoi sostenitori più accesi; nel mese di Marzo invece ha tenuto un rendimento fantastico ed inatteso: in una striscia di 5 partite ha tenuto una media di 22 punti e 11 rimbalzi, quando in tutta la stagione solo una volta aveva superato i 20 punti e solo 4 volte era andato in doppia cifra nei rimbalzi.
Questo suo inusitato momento di grazia ha contribuito in modo decisivo alle 6 W consecutive dei Grizzlies, nuovo record di franchigia; certo, record favorito anche dalla qualità non eccelsa degli avversari incontrati (Nuggets, Cavs, Raptors, Knicks, Bulls e Hawks), ma per una squadra cronicamente in cerca della propria identità tutto quello che luccica va trattato come oro zecchino.
Per quanto riguarda Stro è meglio non lasciarsi aandare a facili entusiasmi, è probabile che da un giorno all'altro sprofondi di nuovo nella mediocrità , ma questi lampi lasciano intuire una luce in fondo al tunnel per chi avrà voglia di lavorare con costanza su di lui.
VOTO 5: Jason Kidd
Un calendario difficile ha costretto i Nets ad un periodo negativo, a causa del quale hanno sprecato tutto il vantaggio accumulato su Sixers, Hornets e Celtics, finendo invischiati nella bagarre per la conquista del primo posto ad Est.
Da cosa deriva questo improvviso momento-no della squadra? Probabilmente si può ricondurre il tutto alla flessione del giocatore più rappresentativo, Jason Kidd: dopo un inizio promettente, in cui sembrava poter ripetere le meraviglie fatte l'anno passato, il miglior playmaker della lega ha rallentato un po' il passo, in coincidenza con l'aumentare delle voci sul suo futuro. Nell'ultima settimana 21 palle perse in tre partite, e più in generale a Marzo solo una volta ha superato i 20 punti, e sta tirando con percentuali inaccettabili: 30% dal campo (34/111) e 22% da tre (7/31).
Insomma, dopo una prima parte di stagione in cui (pur vedendo diminuire le sue cifre di assist e rimbalzi) aveva dimostrato di saper essere anche un ottimo finalizzatore, sembra essere regredito ai tempi in cui lo chiamavano ” 'ason”, per la sua scarsa efficacia di realizzatore. I Nets in qualche modo si stanno tenendo a galla comunque, ma se il loro leader non aggiusta la mira rischiano grosso.
VOTO 4: Bonzi Wells
Stagione finora più che positiva per il buon Gawen Deangelo Wells, altrimenti noto come Bonzi, che ha (aveva?) ottenuto finalmente piena fiducia da Cheeks, meritandosi un posto da titolare fisso e ripagando la fiducia del coach con buone prestazioni in serie. Poi, dopo la miglior partita stagionale ai primi di Marzo (37 punti e 14/18 dal campo in 32 minuti contro i Pistons), all'improvviso è sceso il buio: è arrivato il famigerato “slump” offensivo, nelle successive 7 partite solo due volte ha superato la doppia cifra, tirando con un agghiacciante 17/56 complessivo dal campo (30%).
Momenti di crisi come questo capitano a molti, in tutte le squadre, ma se capita a Portland è più grave che in altre franchigie: qua ci sono nomi (nonchè contratti) altisonanti in panchina pronti ad approfittare di ogni minima indecisione altrui, e infatti del momento di crisi di Wells ha subito approfittato Damon Stoudamire, che si è scrollato di dosso la naftalina accumulata negli ultimi mesi e si è inserito nella rotazione, prendendosi i minuti ed i tiri dell'ex stella di Ball State.
VOTO 3: Milwaukee Bucks
Avevano iniziato il mese di Marzo con 4 vittorie in 5 gare, tra cui spiccava il 138-133 in OT contro i temibili Warriors, che in genere contro le squadre della Eastern banchettano. Sembrava la svolta decisiva di una stagione finora deludente, sembrava che i Bucks si proponessero come i più seri candidati alla conquista dell'ottavo posto ai danni di Wizards e Knicks… macchè! Ecco arrivare puntuale una serie di 4 secche sconfitte: giustificabili quelle subite da Lakers e Spurs, gravi quelle contro Hawks e Knicks.
Il backcourt Cassell-Payton sembra funzionare meglio delle previsioni, quello che invece non va assolutamente sono i rimbalzi e soprattutto la difesa: nelle ultime gare i Bucks hanno subito 50 punti da Allan Houston, 48 da McGrady, 41 da Marbury, 40 da Jamison e anche 34 da Mailk Rose, nonostante la sua stagione finora poco ispirata.
La classifica della Eastern, in coda così come in testa, resta cortissima: nel momento in cui scriviamo i Bucks sono a pari con i Washington Jordans, hanno due gare di distacco da Orlando e due di vantaggio sui Knicks. Insomma tutto può ancora succedere, a condizione che ci si dia una bella regolata, si difenda duro e ci si butti su tutti i palloni.
VOTO 2: Ricky Davis
Perchè, Ricky? Tutta la sua stagione è stata largamente positiva dal punto di vista del rendimento in campo, ma altrettanto deficitaria da quello comportamentale, e viene esemplificata al meglio dalla gara del 16 Marzo contro i Jazz; una gara interpretata alla grande e senza voler strafare ad ogni costo, bensì giocando per i compagni: 28 + 12 assist + 9 rimbalzi, e un apporto fondamentale per guidare i Cavs ad un inusitato +27 sugli ottimi Jazz.
Poi, all'improvviso, arriva la trovata geniale: dalla panchina gli fanno notare che con un rimbalzuccio in più arriverebbe la tripla-doppia, e il nostro pensa bene di sbagliare apposta un tiro a pochi secondi dalla fine per catturare la carambola, non riuscendoci solo grazie ad un fallo terminale di DeShawn Stevenson. Un gesto davvero poco sportivo e per nulla rispettoso degli avversari, che ha fatto letteralmente imbufalire coach Sloan: “Può cercare quanto vuole di coprire la sua [ehm, beep], ma rimarrà comunque [beep]. Sono contento che Shawn lo abbia colpito duro; scrivetelo pure, non mi importa se mi diranno qualcosa, se lo è meritato.”. Non hanno gradito nemmeno gli stessi dirigenti dei Cavs (che stanno valutando la punizione più adatta), e sicuramente il gesto non sarà per niente piaciuto al sergente di ferro Stern, che su certe cose è intransigente al massimo.
Il tutto non fa che aumentare la fama di Davis come giocatore entusiasmante ma persona poco affidabile, egoista, immatura; senza contare il fatto che d'ora in poi potrebbe passare dei guai con i giocatori NBA vecchio stampo: gente alla Oakley, cui certi comportamenti da parte dei giovinastri non vanno proprio giù, e che sono soliti allentare mazzate punitive tremende anche per molto meno…
VOTO 1: Ron Artest
Perchè, Ron? Nella gara contro Philadelphia (la seconda dopo una sospensione per gioco violento) è stato espulso per aver abbattutto Snow, cui stava contendendo una palla vagante, con una mossa degna del miglior Rodman… quando faceva il wrestler!
Ne è conseguita una ulteriore sospensione, e il suo personalissimo cartellino segna ora ben 7 punti complessivi per flagrant fouls, questo vuol dire che da ora in poi ad ogni FF verrà sospeso per due gare, e verosimilmente gli arbitri gli staranno col fiato sul collo ancor più di quanto già non facciano, non gli perdoneranno assolutamente nulla.
Non proprio il comportamento che ci si aspetta da quello che è stato per tre quarti di stagione il miglior giocatore della miglior squadra della Eastern, che però dopo un tremendo periodo negativo (14 sconfitte in 16 gare) è sprofondata dal primo al quarto posto nella conference.
Inoltre, anche prescindendo dal dato comportamentale, non sono in pochi a far notare che uno dei maggiori imputati del disastro suddetto è proprio Artest; in difesa è sempre un fattore determinante, ma sembra essersi montato la testa: si prende più libertà offensive di quelle che gli spettano e si merita, tira troppo e male, è diventato un vero “black hole”, un buco nero in cui i compagni riversano palloni che non tornano più fuori.
Ne consegue che i rifornimenti sotto canestro a O'Neal e Brad Miller (che salvo ognuno sono il vero punto di forza della squadra) sono calati drammaticamente, e i tifosi iniziano a lamentarsi e a chiedere la panca punitiva per un paio di partite ai danni di Artest (soluzione che potrebbe però rivelarsi un clamoroso autogol, visto il caratterino del nostro). Una bruttissima gatta da pelare per coach Thomas, i cui molti detrattori, ammutoliti dopo la splendida prima parte di stagione, stanno riprendendo fiato.