Quando i sogni non si avverano

Inseguire Tim Duncan da sogno è diventato il peggiore degli incubi per Orlando. Meno male che c'è TMac.

Iniziamo a parlare degli Orlando Magic e del loro GM che in questi giorni non sta sicuramente vivendo giorni tranquilli. Da anni i Magic sono tra le squadre più attive a “combattere” il salary Cup, nel 2000 fecero due gran colpi con McGrady e Hill, ma in fin dei conti i Magic vuoi per l'infortuni di Hill, vuoi per l'inconsistenza cronica sotto canestro, non hanno fatto quel salto di qualità  per arrivare fino in fondo.

Allora in molti per la questione dei lunghi si sono messi a grattare nel passato recente degli ultimi cinque anni e quella che appare è una realtà  inquietante ovvero che i Magic solo per provare ad avere Duncan, cosa probabilmente sfumata per sempre si sono “fumati” un'immensità  di ottimi giocatori che se fossero stati trattenuti farebbero degli Orlando Magic un'autentica corrazzata.

Non ci credete, iniziamo dal draft del '98 quando i Magic scelgono due lunghi e se il primo Doleac è trascurabile, il secondo Keon Clark sarebbe ad oggi un lusso sfrenato, ma Clark viene spedito a Denver all'inizio della stagione dell Look Out, in cambio arriva una prima scelta nel prossimo draft.

Sempre nel '98 arriva Matt Harpring che sfodera una signora stagione da rookie ma l'estate seguente viene ceduto a Cleveland in cambio niente popò di meno che di Andrew DeClerque.

L'estate seguente con la scelta ottenuta da Denver viene scelto Corey Magette, che ad Orlando gioca una sola stagione per poi essere ceduto ai Clippers in cambio di una futura prima scelta. La stagione '99-'00 è quella della sporca dozzina in cui gente come Outlaw, Ben Wallace e Amaechi sottocanestro dominano con il cuore senza la tecnica.

Nell'estate del 2000 arrivano come detto Hill, McGrady e Mike Miller dal draft, per accontentare Hill ci vuole un sign e trade e viene spedito a Detroit senza pensarci Ben Wallace.

Nell'estate del 2001 Orlando si ritrova per le mani tre prime scelte, Steven Hunter, ancora ai Magic senza sobbalzi, come Sasser, e Brendan Haywood che però viene regalato ai Wizard in cambio di Laron Profit, immediatamente tagliato, il tutto per non pagare a Haywood il quadriennale previsto per le prime scelte per non ingolfare il Salary Cup.

In precedenza era stato ceduto anche Bo Outlaws, altro eroe della sporca dozzina a Phoenix per avere in cambio Jed Buechler titolare di un gran bel contratto in scadenza nell'estate del 2002, solo che i Suns per avvallare tale trade hanno preteso in cambio anche che i Magic gli restituissero una loro prima scelta nel draft 2002 che era stata scambiata ad Orlnado nell'affare Penny Hardaway che si è trasformata udite udite in Amare Stoudmire.

Dunque se riepiloghiamo i Magic se non avessero inseguito il miraggio Duncan da cinque anni a questa parte avrebbero in squadra: Keon Clark, Matt Harpring, Brendan Haywood, Bo Outlaws e Amare Stoudmire se li aggiungiamo ai pochi Magic salvabili tra quelli attuali, TMac, Grant Hill, Darrel Armstrong, Drew Gooden e Gordon Giricek, ne viene fuori una squadra che ad est farebbe molta fatica a stare sotto le 60-62 vittorie.

Il sogno tanto inseguito alla fine è diventato il peggiore degli incubi.

Secondo molti il controverso rapporto tra Larry Brown e Allen Iverson sarebbe giunto al capolinea, e se come sembra Iverson non verrà  convocato per le Olimpiadi nel Team USA allenato proprio da Brown, la frittata è pronta.

Secondo voci molto vicine a Allen, Iverson avrebbe già  messo in ultimatum i Sixers mettendoli alla scelta finale tra lui e Brown, dicendosi stanco del continuo andirivieni di giocatori, che quando ci sono non vanno bene, e due giorni dopo vengono rimpianti, tanto che i ritorni a Phila sono di regola, Derrik Coleman, Todd McCalluch, Van Horn e anche Tyron Hill.

Iverson a continuato dicendo che con il contratto di Colema in scadenza e il probabile ritiro di MacCulloch, in estate ci sono i soldi disponibile per migliorare la squadra, e che uno ci sarebbe un coach attualmente libero (Jeff VanGundy) che sempre secondo Iverson attirerebbe giocatori come mosche.

Brown dal canto suo invece ha già  in mente cosa e come gestire un'eventuale cessione di Iverson, ovvero rispolverando un vecchio affare saltato nell'estate del 2000 con i Pistons, da cui Larry spera di ottenere in cambio Hamilton. Che dire, un giorno probabilmente questo controverso rapporto deve finire, e forse quel giorno si avvicina sempre più, ma alla astiosissima stampa di Philadelphia si può spiegare meglio una rinuncia a Brown, mai amatissimo dalla stampa stessa, che una cessione come quella di Iverson.

Mentre tutti si aspettavano l'esplosione dei Los Angeles Clippers, la vera rivelazione della stagione sono stati i Golden State Warriors. Ma a guardar bene alla fine ai Warriors di questa stagione non tutto è andato liscio, infatti la loro prima scelta Mike Dunleavy, per ora è un enigma, e sinceramente in molti cominciano a pensare che sia l'ennesimo giocatore sopravvalutato dal sistema di gioco di coach K, il ragazzo per ora appare veramente troppo lento, per giocare ai vertiginosi ritmi dell'NBA, è viene da chiedersi se sarà  mai un giocatore da NBA.

Il rammarico ovviamente aumenta se si pensa che dopo Dunleavy sono stati scelti Stoudemire, Hilario e Gooden che nel sistema di gioco di Golden State sarebbero andati a nozze, e qui viene fuori il primo grosso inghippo, infatti la stella dei Warriors Jamison è il classico giocatore a mezzo tra i due ruoli di ala, e dopo quattro stagioni Golden state e il suo coach sembravano decisi a farlo giocare in ala grande dove dice senz'altro la sua (mettetelo ad est e lotta per l'MVP stagionale), da qui è nata la scelta di Dunleavy rispetto a quella di Gooden (Stoudemire e Hilario al momento del draft erano senz'altro meno quotati), il rammarico aumenta dopo aver visto cosa è in grado di fare Gooden un volta che ha i minuti come ora ad Orlando, infatti in duo Gooden Jamison intercambiambili in tutto e per tutto scambiandosi il ruolo di continuo potevano essere una brutta gatta da pelare per molti.

Ma le delusioni non finiscono certo qui, perchè nonostante Jason Richardson sia costantemente su Courtside Countdown ed abbia vinto anche quest'anno la gara delle schiacciate, nelle partite vere è un grosso problema, al punto che spesso il quarto periodo lo gioca Bob Sura oppure Arenas da guardia con Boykins da play, i problemi di Jason sono principalmente tre, la difesa, la continuità  in attacco e soprattutto un tiro da fuori inesistente, che ne fanno un giocatore solo da contropiede.

Ovviamente se ci sono le delusioni per far si che Golden State sia la rivelazione dell'ovest qualche sorpresa ci deve essere: la prima e più sostanziosa è senza dubbio Gilbert Arenas che già  nel finale della scorsa stagione aveva fatto vedere buone cose.

Arenas è il classico giocatore ne play ne guardia che però gioca benissimo in entrambi i ruoli, sarà  free agents a fine anno essendo una seconda scelta alla seconda stagione e in molti ci hanno messo gli occhi, anche se come tutti gli ex Warriors il rischio di ritrovarsi per le mani un giocatore sopravvaluto spaventa molti GM; l'altra sorpresa è senza dubbio Troy Murphy giocatore al secondo anno che ha passato il primo a guardare, bianco, fisico statuario, cattivo quanto basta si è guadagnato il posto in quintetto dove con Jamison si scambia i due ruoli di ala, presente a rimbalzo sembrerebbe proprio quel tipo di giocatore che a Golden State cercavano da un decennio.

La terza sopresa è Eric Dampier, ormai con alcune stagioni alla spalle in cui si è fatto un'esperienza da centro non trascurabile, al punto che molte squadre dell'est farebero salti mortali per averlo; infine ci sarebbe il nanetto Earl Boykins, trovato letteralmente nella spazzatura, che perà  alla fine è di gran lunga il miglior playmaker di riserva della lega, la sua velocità  a messo in crisi molte tra cui i Lakers che di questi tempi non perdono quasi mai.

Il dubbio che sorge a molti è cosa sarebbero stati e cosa saranno i Golden State Warriors se e quando Richarson e Dunleavy faranno la loro parte?

Il mistero strettamente tecnico più inquietante dell'NBA è senza dubbio il modulo di gioco degli Houston Rockets. I Rockets infatti con Francis e Yao Ming in squadra, per mano di coach Tomjanovic hanno deciso che il giocatore che ha a disposizione il maggior numero di tiri è Cuttino Mobley, niente da dire un signor giocatore, ma se hai in squadra un fenomeno come Steve Francis, a cui non puoi mai dire cosa fare e non fare, e un signore alto quasi 2.30, che non sbaglia quasi mai quando tira, la scelta è perlomeno curiosa, se poi i risultati sono quelli che sono, ovvero derby contro Phoenix per giocarsi l'ottavo posto ad ovest, i detrattori ovviamente non macano.

In molti addirittura si attendevano una cessione di Mobley che sarebbe però un'altro imperdonabile errore. E chiaro che i Rockets una volta registrati saranno uno squadrone (secondo me hanno più futuro di Dallas e probabilmente di Sacramento già  dalla prossima stagione), perchè oltre ai tre sopracitati ci sono Mo Taylor, buona ala grande appena rientrato dopo aver saltato la scorsa stagione e soprattutto quel presunto fenomeno di Eddie Griffin, costato ai Rockets Richard Jefferson e altre due scelte, ma un'esclusione dai playoff in questa stagione alla fine potrebbe costar caro solo all'allenatore, uno dei pochi intoccabili dell'NBA, ma si sa nell'NBA gli intoccabili un secondo dopo possono essere altrove.

L'immobilismo di Scott Layden nella recente trade line ha lasciato con l'amaro in bocca tutti coloro che non aspettavano altro che un affare sbagliato per distruggerlo.

In effetti da quanto si è saputo nei giorni seguenti, il disastro stava veramente per combinarlo, mandando Kurt Thomas con Charlie Ward ai Magic in cambio di DeClerque e Shawn Kemp e una prima scelta nel draft 2004, il tutto perchè a suo dire ormai l'obbiettivo dei Knicks, è scaricare contratti a più non posso per arrivare al sogno Garnett nel 2004.

E subito si è scatenato il finimondo perchè è ormai evidente che aspettare a braccia aperte i grandi Big a volta costa sacrifici, che poi non servono a nulla, come detto sopra per i Magic, ma come i Knicks si dovrebbero ricordare quando nel 2001 Webber sembrava che fosse già  per la strada ed invece rimase giustamente a Sacramento.

Sempre in ottica di mercato Elton Brand sembra intenzionato a rimanere un anno ai Clippers per poi trasferirsi a Phoenix, salvo che Sterling che aveva detto che non gli avrebbe mai dato il massimo salariale, adesso ha anche detto che non rifirmerà  mai contratti di un solo anno come quello di Olowokandi che poi non sono nemmeno cedibili.

Brand dunque se vuole veramente andare a Phoenix, deve accettare un contratto molto basso soprattutto nel primo anno, ma rimanere ai Clippers per sette anni ormai invoglia chiunque ad andare a mendicare in altri luoghi dove le vittorie arrivano più facilmente.

Infine due parole sul rapporto tra Scott e Kidd che comincia a scricchiolare, il che a mio parere potrebbe essere un'enorme montatura per lasciare entrambi i Nets in mutande, perchè Kidd ogni giorno che passa si avvicina di più a San Antonio, e Byron Scott non è un mistero che in caso di vittoria dell'anello dei Lakers, e conseguente ritiro a dita piene di anelli di Phil Jackson sarebbe il nuovo allenatore di Shaq e Kobe.

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