I vincenti di gara 4: Clemens abbraccia il game-winner Burke
La storia si ripete, come l'anno scorso, come l'anno prima e prima ancora. Per il quarto anno consecutivo i Braves dominano la NL East, arrivano ad Ottobre… e crollano nelle Division Series.
Eppure quest'anno sembrava davvero diverso: una squadra giovane, sicura dei propri mezzi; un gruppo unito, amalgamato, guidato da una mano esperta; uno slugger degno di questo nome, nella sua stagione da MVP.
Poi, come per incanto, eccoci qua: arrivano le NLCS e Atlanta le vede in TV.
Ma sarebbe ingeneroso distogliere l'attenzione dal rendimento di questi Astros: una vittoria meritata per la continuità al piatto e per la freddezza del bullpen. A conti fatti le statistiche non mentono: il pitching staff di Houston ha avuto la meglio delle mazze dei georgiani. Tutti e tre i grandi nomi della rotation texana hanno collezionato una W nel 3-1 finale: Pettitte in gara 1, Oswalt in gara 3 e Clemens - che pure era stato il perdente di gara 2 - in una drammatica e storica gara 4.
Ma veniamo, con ordine, alla disamina tecnica dei due incontri.
Sabato gara 3 vede il Minute Maid Park stracolmo sostenere a gran voce i beniamini di casa. Sul monte Oswalt è dato per favorito, forte delle 20 vittorie in stagione regolare; a sfidarlo l'ex rilievo Sosa, sorprendente nelle sue 13 W. I primi 6 inning vanno via con la partita ancora stretta, grazie alla solida prestazione dei partenti: dopo due terzi di gara, Sosa scende dal monte sotto solo per 3-2.
Qui, come in gara 1, Atlanta patisce le conseguenze di un bullpen incerto e inesperto, certo non all'altezza della situazione. Houston, guidata da un grande Biggio (3 su 5), chiude la partita con un settimo inning da 4 punti, di cui 3 sul conto di Reitsma (già protagonista in negativo della precedente sconfitta); Lidge può chiudere agevolmente sul 7-3, nonostante il tentativo di rimonta del solito immenso Andruw Jones (3 su 4, purtroppo male assistito dai compagni - Furcal, Giles e Chipper Jones complessivamente terminano con un penoso 1 su 14).
Domenica dunque Atlanta è con le spalle al muro: deve vincere per tornare in Georgia e giocarsi in casa gara 5, e scrollarsi di dosso la nemesi degli ultimi tempi. Dal canto suo Houston è una città in fibrillazione, per la possibile prima vittoria assoluta nei playoffs in casa (l'anno scorso si guadagnarono le NLCS espugnando proprio il Turner Field): i ricordi felici della scorsa post-season non ingannano nessuno… Bisogna chiuderla qui.
Dopo due inning iniziali, in cui a farla da padrone è il monte di lancio, nella parte alta del terzo i Braves finalmente aprono le danze: uno dopo l'altro Giles e i due Jones riempiono le basi, e spetta al rookie LaRoche realizzare un clamoroso Grand Slam con un gran colpo verso destra. Il vantaggio di Atlanta si estende poi nel quinto inning sul 5-0, grazie ad una volata di sacrificio di Andruw Jones che costringe Garner a prelevare dal monte un Backe ormai in confusione; al contrario Hudson - nonostante i soli tre giorni di riposo, dopo aver perso gara 1 - continua a zittire le mazze di casa. Tutto dunque lascerebbe immaginare una decisiva gara 5.
Ottavo inning, parte bassa. Il punteggio è di 6-1 grazie alla base-hit del pinch-hitter Palmeiro e al solo-shot di un altro dei rookies di Atlanta, McCann. Hudson è sceso con un vantaggio consistente, e ora spetta al bullpen di non tradire come in gara 1 e 3.
Ma quasi senza colpo ferire le cose cambiano: i battitori numero 9, 1 e 2 del lineup texano riempiono le basi, e Lance Berkman si lascia indietro le sofferenze di una stagione travagliata sparando la slider esterna offertagli dal rilievo Farnsworth verso le tribune di sinistra.
E' Grand Slam: il secondo della partita, per la prima volta nella storia dei playoffs. Houston non si dà per vinta, e sostenuta dal pubblico amico ora crede davvero nell'improbabile rimonta .
Nel nono inning Farnsworth non ha paura di rimanere sul monte, pensando di poter esorcizzare quanto appena avvenuto; Cox gli conferma il compito di chiudere l'incontro. E il diamante pare dargli ragione: due battitori affrontati, due out.
Brad Ausmus al piatto. Due ball, poi una fastball all'altezza della cintura produce una linea verso l'esterno centro. Andruw Jones - il miglior CF delle Majors - parte per tempo, segue la traiettoria, si getta sul muro ma la pallina va a morire a pochi centimetri (o forse dovremmo dire inches) dal suo guanto proteso, impattando sul muro di mattoni chiari.
E' parità , si va agli Extra-inning!
Quello che viene sviluppandosi lentamente resterà negli annali come la più lunga partita della storia del playoffs MLB, e forse una delle più belle ed avvincenti.
Le squadre si affrontano in una guerra di tensioni ed emozioni contrapposte per 5 ore e 50 minuti. I dugout si svuotano, ma non per la solita rissa, bensì per la stanchezza che avvelena i muscoli dei titolari, che uno ad uno lasciano il posto ai rincalzi.
I bullpen fanno il loro lavoro, anche quello bistrattato di Atlanta: ma monumentale è il rendimento di quello texano, che tiene a zero l'attacco avversario negli ultimi 13 inning ed un terzo, obbligando gli ospiti ad un misero 1 su 18 con corridori in posizione punto. In questa statistica si può leggere una chiave del risultato finale: gli Astros hanno trovato le clutch hits che i Braves hanno mancato clamorosamente. Brillante in particolare il rendimento di un giovanotto di belle speranze a nome Roger Clemens… a 43 anni suonati e nella prima apparizione da rilievo dal lontano 1984, "The Rocket" sale sul monte al 15° inning e lancia tre inning sensazionali, spegnendo forse le ultime velleità georgiane.
L'incontro sembra potenzialmente infinito, prevederne un termine appare impossibile. Così, bello ed inaspettato, il momento tanto atteso giunge nella parte bassa del 18° inning, quando un'anonima matricola completa la rimonta.
Il rookie Chris Burke al piatto, il rookie Joey Devine sul monte. Ancora, ecco due ball, poi una fastball interna: l'esterno la gira e la guarda andare via, mentre lo stadio trattiene il fiato.
La pallina viaggia, viaggia, ed è un'esplosione di emozioni mentre atterra sulle tribune di sinistra… E' festa grande a Houston, gli Astros ce l'hanno fatta!
Ora la sbornia deve durare poco: Mercoledì si va in Missouri per sfidare St. Louis, in una tradizionale sfida della NL Central. Anche questo è un re-match di quanto avvenuto nella scorsa stagione: lo scorso Ottobre furono proprio i Cardinals a spegnere le velleità texane di World Series. Gli Astros non partono favoriti contro la migliore squadra della stagione regolare, anche in virtù di una serie stagionale nettamente perdente (5-11 il bilancio): ma dopo quanto visto in queste NLDS non c'è dubbio che venderanno cara la pelle anche nelle finali di Conference.
Ve l'avevamo detto che era Ottobre… è tempo di grande Baseball!