Jerry West è ormai una leggenda tra i General Manager della NBA
Due cose sottolineano la bravura di Jerry West come General Manager (per quella da giocatore controllate un qualsiasi vostro gadget NBA): l'ormai famosa battuta che il trofeo di “Executive of the Year” dovrebbe essere intitolato a suo nome e il consiglio che circola tra i GM della Lega di non ascoltare nemmeno alcuna proposta proveniente da Mr. Logo, perché, anche se a prima vista può sembrare una buona offerta, prima o poi risulterà essere un pessimo affare…
Dopo lo scambio che ha visto i rookie Drew Gooden (scelto al draft di quest'anno con il pick N. 4) e Gordan Giricek (scelto dai San Antonio Spurs e scambiato per una seconda scelta dei Grizzlies) passare agli Orlando Magic in cambio di Mike Miller (matricola dell'anno nel 2001), di Ryan Humphrey, più una prima scelta di quest'anno (che i Magic avevano a loro volta ricevuto dai Sacramento Kings, quindi verosimilmente una delle ultime tre del primo giro) e una seconda scelta futura, i pareri sono molto discordanti.
Ad una prima analisi, West sembrerebbe essere stato raggirato: Miller è un giocatore che secondo molti non ha grandi margini di miglioramento, che ha già espresso tutto il suo potenziale e che non darà molto di più di quello che avrebbe potuto dare ai Grizzlies un Giricek. Altri ritengono che il GM della franchigia del Tennessee abbia sbagliato in pieno il draft passato, visto che la sua prima scelta è stata bocciata dopo appena mezza stagione. Come al solito, non giudicate Jerry West nel breve periodo, ma cercate un'ottica più lungimirante…
Ad esempio, nel 1999, quando era il plenipotenziario dei Lakers, West scambiò Eddie Jones ed Elden Campblell per Glen Rice. Una guardia giovane ed esplosiva ed un lungo che mezza lega bramava per un tiratore abbastanza monodimensionale??
Tutti erano pronti a bocciare quella trade: il manuale del buon GM dice “non si scambia lungo per piccolo, non si scambia giovane per vecchio”… figurarsi una guardia giovane ed un lungo per un esterno in là con le primavere. Risultato: rotazione decongestionata, esplosione di Kobe Bryant, più chiarezza nelle gerarchie, poste le basi per la dinastia Kobe-Shaq dei Lakers. La prospettiva di West è spesso diversa da quella del “senso comune”, ma non è forse questo quello che distingue le persone geniali?
Vediamo allora questa prospettiva: nel draft West ha fatto una cosa per lui insolita: è andato sul sicuro. Ha scelto il giocatore più talentuoso disponibile e che comportava meno rischi, essendo sì consapevole che in squadra c'era già Pau Gasol ma non vedendo niente di meglio l'uomo da Cabin Creek ha optato per un ragazzo dai buoni fondamentali, proveniente da una grande scuola di pallacanestro come la Kansas di Roy Williams, probabilmente sperando di poter convertire Gooden al ruolo di ala piccola.
Non è andata così: l'ex Jayhawk ha dimostrato di non gradire lo spot di “3” e di essere abbastanza simile al catalano, e anche ammettendo che Drew migliori considerevolmente “non vuoi mai che il tuo secondo miglior giocatore sia un back up”, come ha dichiarato coach Hubie Brown.
Gli anti-West contestano a questo punto il fatto che Jerry abbia offerto ad Orlando Stromile Swift e Giricek per Miller, e solo dopo essersi reso conto che Gabriel e Rivers non avrebbero ceduto ha inserito nell'offerta Gooden. Trattasi semplicemente di tentativo di “circonvenzione di incapace”: diciamo che Mr. Logo “ci ha provato”, o più semplicemente che in una trattativa si parte sempre da un'offerta bassa (e se accettano, tanto meglio) per arrivare poi ad accordarsi dove si vuole.
Miller è un giocatore versatile, che probabilmente ad Orlando ha reso meno di quello che ci si aspettava anche per la gestione della palla McGrady-centrica. Il suo arrivo chiarisce meglio il quintetto di Memphis e le rotazioni (JWill-Person-Miller-Gooden-Wright, con Watson, Battier e Swift – seconda unità molto energetica – dal pino).
Perdere Giricek significa rinunciare all'assicurazione su Michael Dickerson, che sarebbe guardia titolare molto efficace se non fosse costantemente infortunato da due anni.
Ma qui arriva, a nostro avviso, il vero colpo di West che da a tutta l'operazione un senso più ampio: quando la trade è andata in porto, Mr. Logo era in Europa per un vero e proprio tour de force, nel quale ha visionato talenti europei in paesi quali la Jugoslavia, la Croazia, la Grecia e la Spagna.
La telefonata che avallava definitivamente lo scambio è arrivata proprio dalla penisola iberica. Secondo la rivista spagnola “Gigantes” pare certo che qui West abbia preso accordi con l'ala del Tau Vitoria, l'argentino Andrès Nocioni, il quale dall'anno prossimo dovrebbe vestire la maglia dei Memphis Grizzlies.
Nocioni, per chi non lo conoscesse, è un'ala di due metri esplosiva atleticamente, con un primo passo bruciante, una grande attitudine alla difesa e alla stoppata, e che nell'ultimo anno ha mostrato incoraggianti progressi nel tiro da fuori. E' già oggi (a 23 anni) uno dei top player in Europa. Sembra, in prospettiva, una perfetta ala piccola NBA. In quel caso, Miller potrebbe essere spostato nel ruolo di guardia, dando al quintetto una dimensione fisica ed atletica certamente sopra la media anche per gli standard NBA.
In più, dallo scambio West ha anche ottenuto, come dicevamo, una prima scelta. Quella dei Grizzlies di quest'anno dovrà essere ceduta ai Detroit Pistons (a meno che non sia la prima scelta assoluta) in virtù degli accordi presi con la franchigia del Michigan ai tempi dell'affare (…) Otis Thorpe.
Inoltre la franchigia del Tennessee avrà anche la prima scelta degli Houston Rockets (scelta “non protetta”), che potrebbero anche non andare ai playoff, ed entrare quindi nella grande estrazione della Lottery. Quindi, due prime scelte: la situazione ideale per il GM, che può anche rischiare qualcosina a fine primo giro con uno dei suoi soliti “steal”.
Se pensiamo che la fama di West è stata costruita proprio con le sue ripetute magate al draft, ci sentiremmo di tranquillizzare i tifosi dei Grizzlies.
Ultime righe per uno scenario che pare più di fantascienza che altro, ma che va doverosamente riportato. I più “devoti”, quelli che credono davvero che West non sbagli mai un colpo e sia capace di ottenere tutto ciò che vuole (e Sam Jacobson nel '98 prima di Mohammed, Cuttino Mobley, Rashard Lewis?
A dire il vero quello stesso anno con la 31 ha pescato Ruben Patterson…), hanno fatto notare che nel 2004 (quando probabilmente Shaq starà pattugliando le freeways di Los Angeles) Kobe può uscire dal suo contratto con i Lakers. In concomitanza, i Grizzlies scaricano finalmente dal loro libro paga il contrattone di Big Country, Bryant Reeves, liberando parecchio spazio sotto il salary cap.
Se aggiungiamo che Kobe e Jerry sono legatissimi dai tempi di Los Angeles, quando il Combo era in grande contrasto e il ragazzo di Philadelphia chiese consiglio proprio a West, non c'è bisogno di Conan Doyle per immaginare che tra un anno i tabulati telefonici vedranno un'impennata delle chiamate da Memphis in direzione Los Angeles…
Ecco, da qui a lasciare L.A., la capitale mondiale dell'entertainment, per Memphis, sulle placide rive del Mississippi, dove la concorrenza della popolarità di Elvis si fa ancora sentire (anche qui un King? Questo Kobe non lo batte…) ce ne passa.