Rick Rickert

Rick Rickert, l'ennesima grande speranza bianca…

Da quando Larry Bird si è ritirato ad ogni buon giocatore bianco che compie un'ottima carriera universitaria hanno cercato di appiopparli in tutti i modi l'appellattivo di nuova speranza bianca e così è stato per i vari Danny Ferry, Christian Laettner , Keith Van Horn ed il prossimo su cui graverà  tale onere è Rick Rickert, ala grande dei Gophers di Minnesota University.

Il ragazzo nasce l'11 febbraio di venti anni fa in quel di Duluth paese noto più che altro per l'hockey ed anche perché città  natia di tale Tom Lenzini, bravo uomo che detiene il record di chilometri percorsi in motoslitta con oltre 13000 km.

Nato in una famiglia alquanto surreale specie per quanto riguarda il padre Lew, discreto giocatore al college nei primi anni Settanta, che oltre ad aver insegnato al figlio i primi rudimenti del gioco è molto noto per i suoi atteggiamenti talvolta eccessivi come quando durante il periodo di reclutamento tolse il saluto al figlio perché era molto tentato dalle lusinghe di Arizona o come la bella idea di passare ogni estate andando a pescare con il figlio sulle rive dello sperdutissimo lago Atikokan in Ontario.

Nel 2001 dopo aver condotto la Duluth East High School al titolo regionale producendo ad incontro 26 punti,12 rimbalzi e 7 stoppate e guadagnandosi in tal modo il titolo di miglior giocatore dello stato e la partecipazione al McDonald è stato oggetto di una accesa lotta per il suo recruting in cui, come abbiamo visto, la potenza della parola di papa Lew ha fatto stracciare in favore dei Gophers la lettera di intenti che il figlio aveva firmato con Arizona.

Appena arrivato al campus di Minneapolis l'atmosfera era di piena ricostruzione: la squadra, infatti, era reduce dalle pesanti sanzioni, susseguenti allo scandalo degli esami truccati sotto Coach Clem Haskins, che avevano imposto limitazioni nel dare borse di studio mentre il nuovo coach Don Monson, che molto bene aveva fatto con Gonzaga, stava tentando di infondere nuova linfa vitale alla squadra che già  aveva portato alla partecipazione a due tornei Nit.

Su di lui si erano già  concentrate le pesanti aspettative di salvatore della patria incaricato di ridare smalto e lustro ad un programma cestistico in difficoltà . Rick, ciò nonostante, smentendo il vecchio motto latino del “nemo profeta in patria est” ha convinto tutto e tutti inanellando prestazioni di tutto rispetto e grazie ai 14 punti ed ai 5 rimbalzi di media è riuscito a conquistare il riconoscimento di Freshman dell'anno della Big Ten( mica pizza e fichi, per intenderci) e risultando il miglior freshman in tutta la storia dei Gophers.

Il riconoscimento più grande per la bontà  della stagione appena conclusa è venuto però da un certo Michael Jordan che lo ha invitato ad uno dei suoi camp estivi; dopo intere estati passate a pescare nelle desolate lande canadesi l'estate quest'anno il figlio di Lew l'ha passata al sole della California.

Questi camp voluti da sua Maestà  avevano una doppia funzione: al mattino e al pomeriggio venivano insegnati ai bambini tra gli otto e gli undici anni i rudimenti del gioco mentre quando calava la luce del giorno iniziavano partitelle all'ultimo sangue non solo con altri buonissimi giocatori di college basket come Hollis Price o Kirk Hinrich ma anche con lo stesso numero 23 (tra l'altro si narra di una incredibile stoppata ai danni di MJ che ha fatto fermare il gioco per qualche minuto).

Tra gli altri è stato nominato prima dell'inizio della stagione anche Playboy All American, riconoscimento che ha fatto brillare gli occhi a Rick non abituato a così tanto sfarzo: ” era incredibile eravamo serviti e riveriti, andavamo in giro in limousine è stato semplicemente fantastico”.

Bisogna ammettere che i camp estivi hanno avuto un certo effetto, come si può evincere dalle dichiarazioni di Coach Gene Keady, di Purdue : “E' ulteriormente migliorato, sa fare bene molte cose: in attacco può colpire anche da fuori ed in difesa può marcare su tre ruoli”.

Guardando ad il lato prettamente statistico i punti sono arrivati a 16 ed i rimbalzi sono 6.5 ed è in grado di tirare con il 42 % da tre. Attualmente i ragazzi allenati da Don Monson hanno buone possibilità  di entrare al torneo Ncaa anche perchè il talento è decisamente abbondante, oltre a Rick meritano una menzione la shooting guard Maurice Hargow(14 punti di media) l'altra ala Michael Bauer (12 di media).

Per il futuro di Rick esiste un solo luogo la Nba ma non sappiamo il quando come ha dichiarato coach Monson: “Tutti noi sappiamo che andrà  nel Nba ma lui sa che è una meta non una corsa e per questo ha ancora molto su cui lavorare”.

Con buone probabilità  si dovrebbe dichiarare nel 2004 per due fattori: il primo è la laurea accademica che grazie alle sue buonissime doti dovrebbe arrivare prima dl previsto (è stato nominato Academic All American e tra l'altro ha ammaliato il locale Rothary Club in una serie di recenti conferenze) e secondo perché si giocherebbe con Emeka Okafor, a meno di imprevisti, il ruolo di miglior ala-centro nel futuro draft.

Guardando le caratteristiche di Rick tra i pregi possiamo annoverare: la capacità  di poter uscire sul perimetro per tentare la tripla sia il poter tentare qualche movimento ricevendo la palla in post, avere un QI cestistico al di sopra della media ed essere un leader nato (dai tempi del liceo non è partito nel quintetto titolare), tra le cose su cui migliorare in cima alla lista ci sono il mettere su diversi chiletti che gli permetterebbero di migliorare sia sotto a rimbalzo sia nella marcatura del proprio uomo, difensivamente dovrebbe migliorare anche negli spostamenti laterali e nella velocità  di piedi mentre per quando riguarda l'aspetto offensivo oltre ai soliti chili che gli permetterebbero di sfruttare il proprio gioco in post sarebbe utile migliorare il proprio palleggio per sapersi creare un tiro di sicurezza dai 4-5 metri.

Ora come ora sembrerebbe la nuova speranza bianca ma attenti a non bruciarlo troppo in fretta come è successo, purtroppo, già  troppe volte.

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