Non esistevano dubbi sull' atletismo di Hilario , ma il brasiliano sa anche giocare. Lo attende un grande futuro
Il peggior record di sempre della NBA, detenuto dai Sixers che nella stagione 1972-73 vinsero 9 partite a fronte di ben 73 sconfitte, sembrava davvero in pericolo ad inizio stagione: le possibilità che i Nuggets riuscissero nell'impresa erano davvero alte e una scommessa vincente poteva portare qualche soldo in più per il caffè mattutino (rigorosamente in solitudine però), non certo una vacanza a Tahiti"
Ma a Denver non dovranno sperare in qualche miracolosa vittoria nella parte finale della stagione per evitare di entrare nei libri dei record dalla parte sbagliata, avendo già vinto 12 incontri dopo 2/3 di stagione regolare, un bottino che potrebbe ritenersi eccezionale a guardare le previsioni di qualche mese fa.
Da qui a far salti di gioia per 12 vittorie quando la casella delle sconfitte attualmente segna 48, ce ne passa, ma dopo le astute mosse degli ultimi mesi del GM Kiki Vandeweghe, era chiaro che la stagione che i tifosi delle Pepite si apprestavano a vivere, era una stagione di transizione (bel vocabolo dietro cui spesso si celano tante sconfitte), utile a far crescere i tanti giovani della squadra senza alcuna pressione e a capire chi potrà far parte del futuro della franchigia.
Un futuro che dipenderà dallo sviluppo dei giovani Hilario e Tskitishvili, dal numero di scelta che Denver avrà nel prossimo Draft e dal mercato estivo in cui Vandeweghe avrà circa 15 milioni di dollari da spendere.
Maybyner "Nené" Hilario è senza dubbio la nota più positiva di questa stagione, e per capire l'entusiasmo e la fiducia che il brasiliano ha riscosso, basti pensare che nessuno tra tifosi, giornalisti e staff societario, si è mai pentito di aver scelto al pick 7 Hilario davanti al sensazionale Amare Stoudemire, e questa la dice lunga sulle potenzialità fatte intravedere dal ragazzone.
Un ragazzone di 205 centimetri veri (misurati senza scarpe) su cui sono stati forgiati da madre natura 110 kilogrammi di muscoli, e la cui apertura di braccia misura oltre i 220 centimetri!
La prestanza atletica di Nené si conosceva, ma ciò di cui si dubitava era l'aspetto prettamente tecnico del gioco, soprattutto nella meta campo offensiva, ma in questi mesi Hilario ha dimostrato di essere molto più avanti di quanto ci si potesse aspettare.
In difesa lavora molto bene grazie al fisico, alla velocità dei piedi e delle mani che ne fanno già oggi uno dei migliori rubapalloni dell'intera NBA, e la voglia di applicarsi anche in quelle piccole cose che possono sembrano quasi inutili, come ad esempio il tagliafuori (lo fa sempre!), ci fanno capire come il ragazzo abbia voglia di imparare, di lavorare, senza cercare di risparmiarsi per la fase offensiva, dove ha mostrato un buon gancio, anche se la sua principale risorsa rimane l'affondata, meglio ancora se dopo rimbalzo.
I problemi di falli e la non perfetta comprensione della lingua (più pigrizia che altro) sono state le uniche note negative, anche se nelle ultime settimane, grazie al lavoro con lo staff tecnico davanti al videoregistratore, la tendenza a caricarsi di falli troppo presto si è parzialmente arrestata.
Se su Hilario il giudizio di pubblico e media è unanime, lo stesso può dirsi per Tskitishvili, solo che i commenti sono l'esatto contrario di quelli che suscita il brasiliano: la parola bidone viene sempre più spesso associata all'ex Treviso, e siccome prestazioni di buona fattura ce ne sono state pochine, diventa impresa davvero ardua difendere il buon Skita. Ma ci proviamo, anche se le prove a sua discolpa scarseggiano"
Essere stato scelto al pick numero 4 davanti al mostro Stoudemire è forse la più grossa colpa del ragazzo, perché oggi in Colorado sono in tanti a sognare cosa sarebbe successo con la coppia Nené-Amare, ma va detto che tutti quanti sapremmo chi scegliere in un Draft a posteriori.
Per cui sognare è più che legittimo, ma va anche dato tempo ad un ragazzo di 20 anni, che in neanche due anni passa dalla Georgia (e dalla miseria della Georgia) al dorato mondo dei professionisti dell'NBA, di crescere, di svilupparsi, di capire cosa sta succedendo, perché il caso Nowitzki, bollato come bidone dopo qualche settimana, è successo nel 1998, non nel 1492""
Forse il trend dello straniero, ancor meglio se alto oltre i 2.10 e che tira da fuori, ha portato Tskitishvili in una posizione un po' troppo alta per uno che il campo lo vedeva ben poco nella Benetton dello scorso anno, ma certo non è colpa sua se viene chiamato alla 4, e se un ex grande giocatore come Vandeweghe lo sceglie, significa che qualcosa deve averla vista nel ragazzo, pur sapendo che quella chiamata andrà valutata fra qualche anno, quando si vedrà se il potenziale di Skita è emerso o rimasto confinato nelle idee di Vandeweghe.
Lo stesso D'Antoni non ha mai espresso dubbi sull'enorme potenziale dell'ex ballerino, ma ha sempre dichiarato che uno o due anni in Europa sarebbero stati la scelta migliore, ma come ha intelligentemente aggiunto, è difficile dire di no quando hai la possibilità di passare dai 60 milioni di vecchie lire che guadagnavi in un anno, ai milioni di dollari che ti vengono garantiti se superi l'Atlantico"
Lorinza "Junior" Harrington e Vincent Yarbrough sono gli altri due rookies dei Nuggets, e se sia Skita che Hilario sono finiti in alta lotteria, Yarbrough è stato chiamato al 33esimo pick, mentre Harrington addirittura non è stato scelto nello scorso Draft.
Entrambi sono riusciti ad entrare nel roster grazie alle ottime prove nelle varie summer legue, e sino ad oggi hanno riscosso la piena fiducia di coach Jeff Bzdelik, visti i 25 minuti circa di utilizzo. Junior e già l'idolo del Pepsi Center, quest'estate sarà free agent, ma è molto probabile che ottenga un rinnovo, mentre per l'esplosivo Yarbrough non ci sono problemi di contratto, visto il triennale da 1 milione di dollari totali che Vandeweghe gli ha fatto firmare in estate, venendo ripagato dalla sorprendente stagione del prodotto di Tennessee .
Rodney White invece non è un rookie a pieno titolo, essendo questa la sua seconda stagione nella Lega, ma dopo la tanta panchina fatta a Detroit lo scorso anno, questa annata può considerarsi come la prima vera opportunità per la fantasiosa ala di Philadelphia.
Rodney ha disputato ottime partite confermando tutti i giudizi che ne fecero la nona chiamata assoluta nel Draft di due anni fa (e l'erede sulla carta di Big Dog Robinson), ma ha anche disputato gare davvero pessime, che rafforzano le fila di chi lo reputava ancora immaturo per l'NBA, e che qualche anno in più al college gli avrebbe fatto solo che bene. Ma è più che evidente il talento del ragazzo, sta solo a lui dimostrare sul campo di poter essere un giocatore di alto livello.
In mezzo a tutti questi giovani di belle speranze, Juwan Howard recita la parte della chioccia (oltre che quella di miglior giocatore), ruolo che l'ex Michigan svolge con serietà , impegnandosi giorno dopo giorno senza risparmiarsi, tanto che ai Nuggets non dispiacerebbe affatto riaverlo il prossimo anno come guida del gruppo, anche se è difficile ipotizzare un suo ritorno, soprattutto perché una sua riconferma diminuirebbe la flessibilità salariale del team, che grazie al suo contrattone in scadenza si ritroverà un bel po' di soldi da spendere sul mercato.
Se Howard gioca senza lamentarsi, lo stesso non si può dire di Marcus Camby, che dopo aver dichiarato a luglio di essere felice di questa nuova avventura dopo essere stato scambiato con i Knicks, ha iniziato a mugugnare, chiedendo di essere ceduto, ma l'ennesimo infortunio alla caviglia, avvenuto al diciassettesimo secondo nella prima gara dopo mesi di riposo forzato, non ha certo agevolato una sua eventuale cessione prima della deadline, perché se è vero che Camby è un lungo di grande livello, giovane ma già con parecchia esperienza e con un contratto tutt'altro che malvagio, è anche vero che passa più tempo in borghese che sul parquet, per cui diventa davvero difficile trovare una squadra in grado di rischiare (e di offrire il giusto") per un giocatore dall'infortunio facile.
Vandeweghe ha dichiarato che Camby rientra nei piani futuri della franchigia, tanto da voler intavolare un discorso su un eventuale prolungamento del contratto in scadenza nel 2005, ma l'agente di Marcus ha subito tirato il freno, affermando che i tempi non sono ancora maturi.
Rinunciando al contributo di Posey e Whitney (rilasciato qualche giorno fa per consentirgli di trovare un contratto per una squadra in lotta per i play off), l'obbiettivo di far crescere i giovani della squadra senza alcuna pressione, si è sposato con il sogno di vincere la lotteria, che significa portarsi a casa il fenomeno LeBron James.
Naturalmente nessuno scende sul parquet con la volontà di perdere più gare possibili, anche perché avere il peggior record non porta automaticamente la prima chiamata assoluta (gli ultimi a vincere la lotteria col peggior record furono i Nets nel 1990), ma quando si parte con tutti questi ragazzi in campo, si mettono in preventivo sconfitte su sconfitte, che portano frustrazione e depressione nello staff tecnico, ma anche ottime chances di finire in alta lotteria.
Con un pick altissimo, che si spera si tramuti in James (ma un Milicic o un Carmelo Antohny non sarebbero accolti con lanci di uova marce".), da aggiungere alla giovane ossatura dall'enorme potenziale di questa stagione, Vandeweghe si presenterà sul mercato con più di 15 milioni di motivi per convincere qualche free agent che in Colorado si pensa in grande.
Naturalmente né Duncan, né Kidd, né Jermanie O'Neal sono alla portata dei Nuggets, ma di grandi giocatori in scadenza di contratto la prossima estate il mercato sarà pieno. I nomi di Olowokandi, Odom, Maggette, Elton Brand, Andre Miller, Gilbert Arenas, Rascio Nesterovic sono sul taccuino di Denver, che ha bisogno di un centro e di un play soprattutto.
Il centro potrebbe essere il nigeriano, amico di Kiki che si dice abbia accettato di restare per un anno ai Clippers dopo un incontro con Vandeweghe, mentre l'altro nome caldo pare quello di Arenas, vista l'impossibilità per Golden State, causa regole salariali, di offrirgli un contrattone (Denver sembra pronto ad offrirgli tra i 50 e di 60 milioni di verdoni per i prossimi sei anni).
Naturalmente è prematuro ipotizzare a chi andranno quei 15 milioni di dollari che la franchigia del miliardario Stan Kronke, proprietario anche dei Rams dell'NFL e degli Avalanches della NHL, potrà spendere fra qualche mese, ma solo i Jazz e gli Spurs (e forse Washington) hanno la stessa forza economica per andare sul mercato, e siccome i free agent di alto livello sono parecchi, è improbabile che in Colorado non arrivi qualcuno, anche perché se è vero che i Nuggets ad oggi non rappresentano certo l'elitè NBA, è anche vero che negli ultimi anni solo Rick Fox ha rinunciato ad un bel po' di milioni (i 20 in 4 anni che Cleveland gli offriva nel 1998) pur di giocare per il Titolo in una città come Los Angeles, accontentandosi di guadagnare 7 milioni di dollari per 3 anni"
Giovani dall'enorme potenziale, scelta presumibilmente molto alta nel prossimo Draft, tanti soldi da spendere in estate, all'ombra delle Montagne Rocciose il futuro appare decisamente radioso, e anche se l'annata ha riservato parecchie delusioni ai tifosi dei Nuggets (ma è andata sempre meglio delle previsioni della vigilia), la trasformazione da franchigia marginale a franchigia di vertice non è solo un'illusione, ma una concreta possibilità nelle mani di Vandeweghe , e visto come ha capovolto una situazione disperata in poco più di un anno, c'è da stare tranquilli. In Colorado fanno sul serio.