Ecco a voi l'oggetto del desiderio di tutta la NBA: Darko Milicic
Lebron, la sua mamma che si agita a bordo campo, la Hammer (che a chi scrive piace poco, ma l'american style lo capisco il giusto), le maglie vintage da 400 $ l'una, la squalifica e il ritorno, i cinquantelli e la Saint Mary Saint Vincent: della prima scelta del prossimo draft ormai se ne è parlato anche troppo per essere solo a febbraio, mancava solo il simulatore della lotteria del draft apparso una settimana or sono sul sito della Espn per rendere meglio l'idea delle attese che si sono create attorno a James, se siano giustificate e soprattutto se possano essere sopportate da un ragazzo che non è ancora maggiorenne è un altro discorso, quello è il sistema a stelle e striscie e quella è la realtà dove si muove il fenomeno dell'Ohio…
Ma siamo così sicuri che sia solo una questione di modello made in USA?
All Star Game, tutti a celebrare MJ da una parte e a sorridere nel vedere quello con gli occhi a mandorla partire in quintetto dall'altra, ma nei giorni prima l'associazione giocatori aveva strappato da Stern una concessione importante su un problema che un lustro fa (non 10 o 15 anni addietro) semplicemente non sussisteva: un international può rendersi eleggibile quando compie 18 anni prima del draft o prima dell'ultima data utile per mandare una lettera di intenti alla NBA?
Stern sotto pressione è costretto a rispondere “A” (prima del draft), ma visto che le regole si precisano quando c'è un motivo, eccoci arrivare alla probabile seconda scelta del prossimo draft, tale Darko Milicic che tanto fuori dal giro che conta non dev'essere se ha fatto muovere l'associazione giocatori per tutelare i propri interessi.
Riassumendo: un giocatore nato il 20 giugno 1985 che parte in quintetto nella posizione di centro con il Hermofram Vrsac, squadra di metà classifica del campionato serbo, ha quasi monopolizzato le contrattazioni tra il sindacato dei giocatori NBA e Stern, se trovate migliori esempi di globalizzazione applicata scriveteci, l'indirizzo lo trovate sulla homepage…
A dire il vero l'anello di congiunzione c'è, si chiama Marc Cornstein, quell'anima pia (…) che controlla gli interessi del buon Darko e che per amor di giustizia (…) ha portato avanti la questione nei piani alti, ci sarebbero anche quel paio di $ che gli finiranno in tasca in qualità di agente della seconda scelta assoluta del prossimo draft, ma soprassediamo…
Fin qui la parte politica della questione, ma come Lebron oltre a fare qualche leggerezza fuori dal campo ha dimostrato di saper fare un paio di cose interessanti con l'oggetto arancione in mano, anche Milicic prima di tutto è un ragazzo che sembra fatto non da un sarto ma da uno stilista per giocare a “the game”.
Grazie al satellite (e alla televisione serba) un mesetto fa lo si è potuto vedere all'opera, è sbagliato giudicare un giocatore dopo averlo visto un paio di volte, da denuncia cercare di descriverlo dopo averlo visto all'opera per nemmeno 20' (questo il minutaggio di Darko nel big-match contro il Partizan a causa dei falli), ma qualcosa si dovrà pur scrivere…
Milicic come detto gioca da 5, ruolo che difficilmente ricoprirà nella sua futura carriera NBA visti che i centimetri ci sono (211) ma non sono tantissimi e la velocità di piedi sembra essere più che discreta, insomma almeno che non si ritrovi in una squadra modello Magic o Bucks il suo futuro ruolo sembra essere quello di power forward.
Ciò che si nota subito è il fisico già abbastanza formato, nulla che non possa essere potenziato a dismisura dai preparatori NBA, ma Darko la sala pesi deve conoscerla già abbastanza bene e la sua struttura fisica sembra essere predisposta a mettere su qualche chilo di muscoli senza grossi patemi.
L'impatto sulla partita non è niente di straordinario, anche perchè commette tre falli quasi subito e dà qualcosa di importante solo nel secondo tempo soprattutto in fase di intimidazione, perchè quei 2 metri e dieci li fa già sentire abbastanza bene in aiuto (già meglio, per dire, del suo avversario di serata, Krstic, già scelto dai Nets), sull'uomo invece tende ancora a essere pescato da quelli in grigio con una discreta facilità .
In attacco usa spesso, per non dire sempre, la mano sinistra, riceve la palla in post e mostra di avere discreti movimenti (compreso un giro sul perno e successivo incrocio niente male), si dice abbia mano educatissima da fuori, ma nella partita oltre ai liberi tirati discretamente non prende nessun tiro da 5 metri o oltre, quindi si deve restare ai si dice…
In prospettiva NBA deve aggiungere la destra in attacco, altrimenti i movimenti rischiano di diventare prevedibili, ma se si pensa che il ragazzo non ha ancora 18 anni (ne dimostra qualcuno in più) c'è comunque da rimanere impressionati soprattutto per il fisico e la facilità con cui gioca, sembra molto più pronto fisicamente rispetto a uno Skita (al secolo Tskitishvili) visto a Treviso l'anno scorso, ma anche rispetto a Krstic, di 2 anni più vecchio e forse più pronto tecnicamente ma indietro dal punto di vista atletico…
Vale la seconda assoluta? Impossibile rispondere, il potenziale c'è e non sembra tanto più impreparato di Lebron James, non gioca contro avversari di primo livello in Europa, ma gioca tra professionisti e non tra liceali. Le sue statistiche sono 9 punti col 46% dal campo, quasi 5 rimbalzi e una stoppata e mezza abbondante a sera, niente di incredibile, ma le statistiche per un diciottenne contano pochino.
Che il suo futuro sia targato NBA invece è certo come è certo che ormai se un ragazzo ha talento riceve attenzioni simili e pressioni (tante) in qualsiasi parte del mondo o quasi,se sia giusto o sbagliato è altra questione…
P.S. Per la cronaca quella partita l'ha vinta il Partizan con la solita prestazione di livello della sua stella Milos Vujanic, play che ama tirare e andar dentro con la palla.
Sì, è il Vujanic scelto lo scorso anno dai Knicks, parlavamo di globalizzazione?