Derek Jeter festeggia, si va a Gara 5 !
E così si andrà alla quinta. La rimonta questa volta l'hanno fatta gli Yankees.
Si accendono di nuovo i motori degli aerei e si ritorna in California. Queste serie corte possono essere davvero un affare per le compagnie aeronautiche ma diventano pesanti sul fisico degli atleti costretti a giocare partite serali ed a volare attraverso gli States durante la notte per scendere di nuovo in campo.
“Potemmo volare fino alle Hawaii e non ci farebbe una piega” ha detto Alex Rodriguez.
“E comunque non si dorme molto durante i playoffs” ha aggiunto capitano Jeter.
“Anche loro faranno la stessa cosa. Non è che loro abbiano il Concorde là fuori”.
L'unico che sarà riposato è Mike Mussina, lasciato in California dopo Gara 2, proprio per un eventuale Gara 5. Ad affrontare gli Yankees ci sarà quel Bartolo Colon, anche lui ieri sera seduto davanti alla tv a Los Angeles, che perse Gara 1. Si ripeterà dunque il duello che ha aperto la serie.
Ma torniamo a Gara 4. John Lackey partiva per gli Angels con soli tre giorni di riposo, vista l'indisponibilità di Jarrod Washburn, colpito da un'infezione alla gola. Il giovane lanciatore texano aveva già giocato in passato “on short rest” e lo staff di Los Angeles era convinto che non avrebbe sofferto. È arrivata infatti un'ottima prestazione (addirittura no-hitter per i primi 4 inning e 2/3), limitata a 78 lanci per ovvi motivi di fatica.
Nel frattempo anche Shawn Chacon piazzava una bella fila di zero, tenendo gli Angels all'asciutto. Dopo 5 inning il punteggio era ancora di 0-0. Due valide soltanto: un doppio di Posada ed un singolo interno di Guerrero. Una sola vera possibilità di segnare quando Posada, che sembra essere tornato in forma, è andato in prima con base su ball, ha raggiunto la seconda su smorzata di Crosby e la terza su lancio pazzo. Ma Alex Rodriguez (solo 2 su 11 nelle serie con zero RBI) ha guardato al terzo strike.
Nella parte alta del sesto gli Angels hanno risolto il puzzle Chacon. Con Juan Rivera in terza (4 ball, sacrificio di Finley e out di Kennedy) Figgins e Cabrera battevano due doppi consecutivi. Era 2-0 Angels. Gli Yankees accorciavano le distanze nella parte bassa. Lackey regalava la prima ad A-Rod, Giambi batteva una rimbalzante a destra ed A-Rod avanzava in seconda e Sheffield con un singolo a sinistra faceva segnare l'1-2. Il rilievo Shields costringeva Matsui all'out e chiudeva l'inning. Per Lackey (5 2/3 inning, 2 valide un punto, 4 basi su ball e ben 6 strike outs) davvero un'ottima partita.
Joe Torre andava al bullpen nella parte alta del settimo. Chacon lasciava una palla alta che Benji Molina spediva per un sigolo al centro. Un coro di boo accoglieva la camminata di Torre verso il monte; la folla ha imparato ad apprezzare Chacon in pochi mesi di permanenza a New York e gli ha fatto una grande ovazione per la sua uscita, ma Torre ormai aveva preso la sua decisione. Sa che questi Angels sono sempre pronti a mordere.
E così con un out entrava il 39enne Al Leiter per affrontare il mancino Erstad e lo costringeva ad un perfetto doppio gioco: Jeter-Cano-Giambi. Torre aveva avuto ragione (ed un pizzico di fortuna). La giocata difensiva caricava gli Yankees che segnavano due punti nella parte bassa dello stesso inning.
Il bullpen di Los Angeles, quasi intoccabile fino adesso, cedeva un pochino. Cano (5 su 16 nella serie con 6 RBI e 3 punti segnati) batteva un singolo interno e, dopo l'out di Bernie Williams, Posada riceveva 4 ball. Il veterano 40enne Ruben Sierra batteva per Crosby e mandava a casa Cano per il 2-2, con Posada che raggiungeva la terza base.
A quel punto quei momenti chiave che restano impressi nella memoria. Jeter toccava per mandare una debole rimbalzante verso la terza, Figgins raccoglieva e sparava a casa, ma il lancio sfiorva terra prima di arrivare a Molina, che in una mossa raccoglieva la palla e si allungava col guanto per toccare Posada che, ormai in picchiata, sembrava riuscire a volare sul piatto appena in tempo Una giocata veramente millimetrica e spettacolare. L'arbitro dava il segnale di salvo ed era il 3-2 per New York.
Kelvim Escobar veniva richiamato dal bullpen per spegnere gli Yankees e dopo aver mandato in prima A-Rod con 4 ball per riempire le basi, mandava Giambi strikeout ed eliminava Sheffield con una volata al centro. Ma il danno era ormai fatto.
Torre chiamava l'unico nome affidabile rimastogli nel bullpen: Mariano Rivera. Niente Gordon o Sturtze, anche se mancavano ancora due inning. Aveva di nuovo ragione. Sei out consecutivi e game over.
“Credo in lui così tanto, perchè so una cosa, al di là di tutto, che, sia che funzioni sia che vada male, ho il giocatore con il più grande cuore del mondo” – ha detto Torre - “Certamente è uno che non rifiuta di essere messo in condizioni di grande pressione”.
D'altra parte sarebbe imperdonabile far perdere la partita ad un Proctor, quando hai un Rivera a disposizione. Rivera ha registrato la sua seconda salvezza della serie e la 34esima in carriera nella postsesaon.
Ennesima partita dal punteggio basso in questa serie, tipica dei playoffs, dove i lanciatori dominano. E dove un paio di valide al momento giusto di mettono in posizione di vincere. Anche i Bronx Bombers hanno dovuto seguire il famoso adagio “pitching e timely hitting” per battere questi ottimi Angels e portarsi sul 2-2, forzando così Gara 5 ed un'altro “red-eye”. I voli coast-to-coast vengono chiamati “red-eye” perchè chi li prende avrà , il giorno dopo, gli occhi rossi.
Molti occhi rossi quindi stasera sul diamante di casa degli Angels.
Sarà Rally Monkey o saranno gli Yankees a prendere l'ennesimo “red-eye”, questa volta per Chicago?
Le ALCS infatti iniziano domani!
NOTE
– Per gli Yankees Giambi sta battendo .357 (5-14), Cano è 5-16, mentre A-Rod .182 (2-11) e Sheffield .188 (3-16)
– Per gli Angels Benji Molina .429 (6-14 3HR e 6RBI), Juan Rivera .385 (5-13), mentre Figgins .167 (3-18)
– Il bullpen degli Angels (2-1 con una salvezza) in 13 IP ha concesso 9 valide, 5 punti guadagnati, per un ERA di 3.46, quello degli Yankees (1-1 con due salvezze) sempre in 13 1/3IP 13 valide, 8 punti, ERA 5.40.