West who?

Paul Pierce sta scaldando i muscoli in vista dei play-off: per lui un'ottima settimana

Boston Celtics @ Los Angeles Clippers 92-84
Boston Celtics @ Phoenix Suns 92-102
Boston Celtics @ Golden State Warriors 125-117
Boston Celtics @ Sacramento Kings 83-105

La trasferta ad ovest più lunga della stagione è appena terminata ed il bilancio è soddisfacente: 4 vittorie e 2 sconfitte non era il pronostico più nominato alla vigilia e compariva solo nella casella della previsione più ottimistica. La cosa è ancora più importante se si pensa che è dal 1991 che i Celtics non concludono positivamente una trasferta ad ovest.

Sono invece stati in grado d'uscire da questa trasferta non solo indenni, ma anche più forti di prima, una buona notizia che fa ben sperare nel prosieguo della stagione.

Questa settimana il bilancio è risultato in parità , con due vittorie contro i Clippers ed i Warriors, e due sconfitte contro i Suns ed i Kings.

Le due vittorie sono da considerarsi normali, visto che sono state ottenute contro squadre di media-bassa classifica, anche se da molti i Warriors vengono ben considerati poiché li ritengono capaci di poter raggiungere i play-off qualora figurassero nella Eastern Conference.

Le due sconfitte sono pure loro da considerarsi normali, la prima è arrivata dopo quattro vittorie consecutive in trasferta, quindi è normale per i ragazzi di coach O'Brian un leggero cedimento, subito comunque da una squadra ben quotata. L'altra sconfitta è stata ad opera della squadra probabilmente più forte dell'NBA, e comunque era l'ultima gara di una lunga trasferta, quindi anche le energie fisiche e soprattutto mentali iniziano a venir meno.

Per quanto riguarda le prestazioni personali, Paul Pierce è stato nettamente il migliore della squadra: 27 punti, 8 rimbalzi e 5 assist di media sono cifre eccellenti, non c'è niente da aggiungere se non che ha brillantemente superato il leggero calo di rendimento di un mese fa.

Pierce ha le idee chiare per i prossimi mesi: "stiamo cercando di posizionarci bene per i play-off, cercando di portare il nostro gioco al un livello più alto nella seconda parte della stagione, dove bisogna cercare di stare in buona salute e dare di più". Così parla un vero leader.

Il g.m. Chris Wallace apprezza soprattutto un aspetto di Pierce: "recentemente, durante le scorse settimane, il suo passaggio è salito ad un livello dove non l'ho mai visto andare, fa le cose giuste e riesce spesso a trovare l'uomo libero".

Invece adesso è Antoine Walker che fatica a dimostrare il suo valore. La sua doppia doppia, presente più volte a settimana, stenta a tornare. I punti sono sempre in doppia cifra, ma faticano a superare quota 20. Tutto deriva da un problema al ginocchio destro che lo tormenta da tempo; ovviamente si spera che il problema si risolva in fretta.

J.R.Bremer adesso è stabilmente in quintetto-base, ma i suoi numeri non sono costanti: ha passato tre gare sotto gli 8 punti mentre in una ha raggiunto i 22 punti. Anche gli assist sono bassi rispetto al normale, con un massimo di tre a gara, ma qui si guarda soprattutto il potenziale: se il ragazzo riesce a far scrivere sul proprio tabellino 22 punti vuol dire che se acquisisce un po' di costanza, li potrà  ripetere ancora. Bisogna solo aspettare.

Walter Mc Carty ha tenuto il posto in quintetto a Tony Battie finchè non è guarito dall'influenza, riuscendo a tornare per la partita di Oackland. Mc Carty se l'è cavata egregiamente, ma ovviamente non è in grado di tenere il quintetto per troppe partite. Molto di più comunque di Vin Baker, sottoutilizzato in questa trasferta.

Quello delle assenze è stato un punto abbastanza positivo per Boston, basti pensare che sono stati persi per infortunio solo 24 partite tra tutti i giocatori bostoniani, il più basso di tutta la lega, tenendo presente che questa classifica non comprende i giocatori messi in lista infortunati, che poi spesso non sono infortunati. Per fare un termine di paragone, la peggiore è Toronto con ben 323 partite perse.

Se parliamo di sottoutilizzi, non si può non parlare di Kedrick Brown, che ha collezionato 2 DNP (do not play, non ha giocato) e solo 13 minuti di utilizzo totale. O'Brian si è giustificato dicendo che "ha difficoltà  col suo tiro dal perimetro, ed io ho bisogno di giocatori che riescano a metterla dentro".

Questa settimana era importante per la scadenza degli scambi (gli americani la chiamano deadline, linea della morte, che macabri). Si è parlato molto, ma alla fine non sono stati molti gli scambi. Per quanto riguarda Boston, è partito Shammond Williams, la seconda scelta del prossimo draft e dei soldi per Mark Blount e Mark Bryant.

Mentre il secondo è del 1965, quindi è pronto per la pensione, Blount è una vecchia conoscenza di Boston. Giovane, alto, atletico, non ha mai avuto occasione di farsi notare a Boston, quindi se ne è andato, ma ora che ha dimostrato di saper tenere il campo sarà  utile a Boston come back up di Battie, visto che Baker sta sempre più arretrando come priorità  del coach.

Shammond Williams invece è passato terzo nella rotazione dei piccoli dopo l'esplosione di Bremer, quindi il suo utilizzo ormai era sporadico.

I contratti sono tutti in scadenza quest'anno, quindi non c'è nessun vantaggio apparente da quel punto di vista: a Boston serviva un centro di riserva, a Denver un tiratore da tre punti.

Ruben Wolkowyski è stato messo in lista infortunati e successivamente tolto dal roster perché ha ricevuto ed accettato l'offerta della squadra spagnola del Tau. Buona fortuna a Ruben.

La settimana prossima quindi si torna a giocare tre gare tutte davanti al pubblico amico:
lunedì contro Houston;
mercoledì contro Indiana;
venerdì contro Toronto.

Il viaggio ad ovest è stato positivo, ma Phila ha avuto una serie di 5 vittorie consecutive che gli ha permesso di avvicinarsi ai Celtics. Ora sono ad appena mezza lunghezza di distanza.

Il record dei Celtics è pari al 56,4% di vittorie, ma sarebbe opportuno cercare di raggiungere il 60%. Le partite della prossima settimana non sono tra le più semplici, ma un bilancio positivo è nelle possibilità  della franchigia biancoverde: solo Indiana è un osso duro, Toronto è la più facile mentre Houston è abbastanza ostica perché racchiude un certo grado di imprevedibilità .

A risentirci alla prossima ottava.

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