Chi pagherà per la disastrosa stagione UCLA? Abbiamo un sospetto…
Ci vuole la mitica frase che nei penitenziari di massima sicurezza americani accompagna il tragitto di un condannato a morte alla camera d'esecuzione, per sintetizzare il periodo che separa Steve Lavin dalla fine della sua carriera come head coach di UCLA.
Una fine annunciata per una stagione da incubo, che non ha ancora visto luce in fondo al tunnel, e, a detta di qualcuno assai influente all'interno del campus, non ne vedrà a meno di un cambiamento immediato dell'allenatore. Daniel Guerrero, il director of athletics dell'Università , che già ha provveduto a licenziare il coach della squadra di football, non vuole privarsi prima della fine dell'anno di Lavin, anche perché il 38enne coach brillantinato non meriterebbe un trattamento così duro, visto che qualcosa di buono per UCLA l'ha pur sempre fatto.
Steve Lavin venne nominato coach ad interim dei Bruins nel febbraio del 97, dopo che coach Harrick era stato licenziato in seguito alla scoperta di situazioni non proprio pulite nel tentativo di reclutare alcune stelle provenienti dall'high-school (vedi gemelli Collins) e, nonostante una partenza shock con un meno 50 subito da Stanford, aveva portato UCLA alla conquista della PAC-10 e a sfiorare l'ingresso nelle Final Four, battuta nell'Elite Eight da Minnesota. Dopo quel fantastico anno alla guida di gente come J.R. Henderson, Tobi Bailey , Jelany Mckoy e Charles O'Bannon, Lavin a furor di popolo fu riconfermato alla guida della squadra con un contratto da 6 anni corredato da vari dollarucci di stipendio fisso, che ad un assistente volontario credo fecero comodo.
Dopo quell'anno e con roster diversi, UCLA sotto la guida Lavin è arrivata in altre 4 occasioni alle Sweet 16 del Torneo NCAA, terminando tutti e 6 gli anni precedenti a questo con 20 o più vittorie, se si pensa che l'unico coach oltre al brillantinato ad aver portato un'Università a 5 Sweet 16 in 6 anni è coach K di Duke, si ha il quadro di cosa sia stato Lavin per i Bruins. Ecco, il verbo al passato è chiaramente indicativo di come la situazione sia cambiata in un batter d'occhio.
Arrivare a capire il perché di una stagione tanto disastrosa per una università così gloriosa come UCLA e perché un coach tra i più vincenti dell'attuale panorama College Basket sia caduto tanto in disgrazia è difficile, ma alcune argomentazione valide ci devono pur essere.
Andando a studiare i vari anni di regno Lavin, ci si accorge che da queste parti negli ultimi 6 anni sono passati giocatori di valore assoluto, come un certo Baron Davis, All Star dell'NBA e come Dan Gadzuric, scelto quest'anno dai Bucs, ma se si pensa che per 2 anni UCLA è stata indicata come best recruitment del College Basket (98 e 2001) e per 1 anno seconda (97) qualche perplessità sui risultati finali sopraggiunge.
I difetti fondamentali di Lavin, venuti a galla prepotentemente quest'anno in cui la squadra ha un talento non eccelso e gravi lacune in varie zone del campo, sono il non saper migliorare gli aspetti dei propri giocatori riguardanti la concentrazione offensiva e difensiva e l'approccio alla partita e il farsi travolgere dalle circostanze negative senza riuscire mai a pieno a capire quali siano i rimedi.
Nel corso degli anni ci sono stati spesso momenti negativi nel corso di una stagione, ma una mossa a sorpresa come l'inserimento di un giocatore fin lì poco utilizzato nel quintetto, aveva dato la scossa giusta alla squadra per poter riprendere un cammino vincente, soprattutto nel Torneo NCAA.
La classe del 98 con i freshmen Gadzuric, Jaron Rush e Ray Young, votata come la migliore ha prodotto solamente un discreto prospetto NBA come Gadzuric, mentre Rush, dopo una discreta carriera collegiale ha fallito l'appuntamento al piano di sopra e Young sverna nella panchina dei Bruins nel suo ultimo anno di College.
Cedric Bozeman che doveva essere il nuovo Baron Davis, dopo un primo anno pieno di alti e bassi complice un infortunio, sta fallendo clamorosamente l'anno in cui doveva esplodere, e con lui anche gli altri freshmen meraviglia del 2001 come Thompson (forse il meno peggio) e Patterson stanno deludendo qualsiasi aspettativa.
Questi fallimenti, imputabili certo ad una cattiva propensione al sacrificio di molti tra i prospetti citati, non possono certo non essere accreditati anche ad una cattiva gestione da parte del coach; non a caso UCLA, soprattutto in questi 2-3 anni, è stata forse la squadra, tra quelle di vertice, ad avere un andamento nella regular season assai altalenante, senza mai arrivare ad essere un team da prime 5 nel Ranking, salvo poi esaltarsi nel Torneo.
Proprio le ottime cose dimostrate all'interno della March Madness, hanno mascherato i problemi della squadra, ma le nubi incombevano minacciose già da qualche tempo sul programma cestistico più titolato d'America.
Purtroppo Lavin non ha saputo dare un'impronta costante nel carattere dei suoi ragazzi, più che nel gioco, apparsi deboli soprattutto nell'approccio mentale alle gare, in particolar modo in quelle in cui i gialloviola erano favoriti sulla carta.
Pochissime volte i Bruins, in partite in cui sono andati sotto nel punteggio, sono riusciti a recuperare per poi vincere, anzi sono più le volte in cui i divari si sono allargati enormemente. Le sconfitte avvenute negli anni, anche all'interno della PAC-10 con squadre non trascendentali hanno fatto storcere il naso a molti fra i tifosi importanti di UCLA, ma poi visti i risultati a Marzo, nessuno ha osato riproporre qualche critica al coaching staff.
Tecnicamente poi, il solo Gadzuric è stato l'unico vero lungo a disposizione di Lavin, a parte il 1° anno con Henderson e Mckoy, poi a centro area nessuno è più riuscito a dare una dimensione positiva alla squadra, e con programmi come Stanford, Arizona o California, la mancanza di lunghi di valore viene a pesare all'interno di una stagione nella PAC-10.
Quest'anno poi il vaso leggermente scricchiolante si è rotto del tutto. Sweep subito da USC (non succedeva dal 92), addirittura Sweep subito da Arizona State dopo 23 anni (uno come Diogu non si poteva cercare di portarlo ad L.A.), 10 sconfitte consecutive nella PAC-10 e il tassametro corre, striscia di 9 sconfitte consecutive stagionali chiusa dalla vittoria di 1 punto su Georgetown e penultimo posto nella Conference, fortuna che c'è Washington State".
Jason Kapono, leader della squadra, l'unico diciamo a salvarsi, sta comunque vedendo le sue statistiche notevolmente peggiorate rispetto agli anni scorsi, i freshmen non sono assolutamente un fattore e come detto i sophomore della nidiata "meraviglia" stanno facendo grandi buchi nell'acqua.
Quando sei il coach di UCLA e vivi una situazione del genere senza riuscire a dare una minima sterzata all'interno della stagione, sai già che le valigie a maggio devono essere pronte, che tu sia o no il cocco di John Wooden. Lavin pagherà per tutti, ma pagherà anche i suoi errori che si sono ingigantiti nel momento in cui il talento a disposizione non era eccelso (ma neanche tanto scarso), paga il fatto che a conti fatti i suoi reclutamenti (a parte il Barone e Gadzuric) non sono stati all'altezza di altre Università , ma fondamentalmente paga questa stagione incubo, che tutti al Pauley Pavillon (tra l'altro diventato ormai terra di conquista) sperano finisca presto, sperando magari di vincere almeno un'altra partita all'interno della PAC-10.
Era da 50 anni che i Bruins non avevano una stagione così infausta, nell'anno successivo a quell'ultima debacle storica ci fu l'arrivo di un certo John Wooden, mister 10 titoli, chissà se dopo questa la storia per UCLA ricalcherà quella dinastia.