Volevate un MVP ? Eccolo qua, e non fatelo arrabbiarecome hanno fatto i Nuggets perchè ne fa 51
Inizio la mia rubrica rispondendo ad un lettore che mi ha fatto osservare che io ce l'avrei con Steve Nash, in quanto in più di una volta sono stato troppo critico nei suoi confronti.
Io ripeto il mio concetto ovvero che Nash è un giocatore il cui valore è enormemente accentuato dal fatto di giocare in una squadra come Dallas, in cui conta solo attaccare, io sinceramente credo che Nash come valore assoluto vada tra l'ottavo e decimo posto tra i playmaker attualmente nell'NBA.
Non ci credete, beh eccovi i fatti: Kidd e Payton sono riconosciuti universalmente come i due playmaker migliori, Bibby è la sua autentica bestia nera, lo ha letteralmente cancellato negli scorsi playoff e nelle recenti sfide di stagione regolare, Francis, mi sembra nettamente superiore poi immaginiamocelo con la casacca di Dallas e soprattutto nel sistema offensivo di Dallas, sarebbe un giocatore da 25-28 a sera con dieci assist facili, Marbury qualcosa di simile a Francis senz'altro, figuriamoci cosa farebbe poi a Dallas Baron Davis, diciamo una ventina di media con un serio attentato alla tripla doppia di media, e siamo a sei, poi ci sarebbe il quarantenne dei Jazz, che magari al momento non vale Steve, però io se dovessi scegliere un play tra Stockton e Nash per fargli guidare la mia squadra ai playoff avrei pochi dubbi, e siamo all'ottavo posto che diciamo si giocherebbe con Cassell e Andre Miller.
Tutto qua, è solo il mio pensiero, Nash in una squadra diversa dai Mavs varrebbe sicuramente meno di uno di quei sette sopraelencati.
Diciamo la verità , nei primi tre mesi di stagione regolare, eravamo tutti molto indecisi su chi sarebbe stato l'MVP stagionale, un Garnett meraviglioso che però gioca pur sempre in una squadra non di primissimo piano, i due contendenti della scorsa stagione Duncan e Kidd che però sono un attimino sotto le cifre dello scorso anno, poi ci sarebbe TMac, lui si che avrebbe cifre da MVP, ma i suoi Magic al momento sono fuori dai playoff, quindi nisba, il dubbio però è stato risolto senza problemi da Kobe Bryant che con una serie di sette gare consecutive sopra i 35 punti ha molto probabilmente chiuso il discorso, con i Lakers ormai vicinissimi alla fatidica ottava piazza ad ovest, e sopratutto con un calendario veramente in discesa, che a mio parere potrebbe anche proiettarli al limite o addirittura sopra le 50 vittorie, rilanciando una candidatura sempre più forte alla vittoria finale, viste anche le crisi attuali dei Kings e di Dallas.
Phil Jackson sembra aver strigato l'imbrogliata matassa dei Lakers a metà gennaio convincendo chissà come tutti i suoi ragazzi di assecondare in tutto e per tutto Kobe, che li sta trascinando alla grande.
Come al solito lo specchio più reale sono state le parole di Shaq, che ha detto che non assecondare Kobe sarebbe stato da sciocchi, e che se tutto va per il verso giusto alla fine ci sarà gloria per tutti. In molti malignano che Shaq si sarebbe fatto da parte consapevole che se perderà quei dieci chili di troppo prima dei playoff alla fine l'equazione dei Lakers potrebbe essere risolta nel seguente modo: MVP stagionale per Kobe, MVP della finale per Shaq, decimo anello per Jackson e titolo per tutto il resto della banda. Troppo scontato per essere vero, ma non scherziamoci troppo sopra.
Come tutti gli anni nei giorni prima e dopo la partita delle stelle, si sprecano i commenti sulle selezioni delle riserve, e come tutti gli anni qualche scelta viene cannata di brutto, eccone un paio di esempi, ad est di lunghi ce ne sono pochi, e se Ilgauskas beno o male ci poteva stare, l'inserimento di Brad Miller da parte di Thomas ha lasciato tutti di stucco, primo perchè se devi convocare un Miller da Indiana scegli l'altro ovvero Reggie e secondo perchè Kurt Thomas si meritava il posto molto più sia di lui che del lituano che probabilmente di Ben Wallace che però era stato scelto con i voti.
Come se non bastasse il povero Brad oltre ad essere stato ignorato dai suoi compagni dell'est si è visto anche un suo collega dell'ovest con cui in passato ha avuto qualche problema palleggiarsi con scioltezza tra le gambe fuori della riga dei tre punti, nulla di strano se non che il ragazzo che si palleggiava tra le gambe era alto 2,18 pesava oltre 140 chili, il nome ce lo mettete voi vero!
Ad ovest invece in partenza avevano azzeccato tutto, poi l'infortunio di Webber a lasciato un po di amaro in bocca soprattutto a Jamison che per il terzo anno consecutivo si è trovato escluso in maniera abbastanza cocente, lo scorso anno a spese addirittura di Wally Sczrebiack, quest'anno a spese di uno Stojakovic che fino a metà gennaio non era stato nemmeno l'ombra di quello dello scorso anno.
Isaih Thomas prima ha dovuto ingoiare il rospo più grosse della carriera facendo da coach al suo odiato nemico MJ proprio nel giorno in cui la sua leggenda venive celebrata come non mai, ma poi ci ha messo del suo con una rotazione non da partita delle stelle, ma da match dei playoff, creando non pochi scontenti, tra cui sicuramente Carter, ma anche il duo dei Celtics Pierce Walker, tutta gente che quando incontrerà i Pacers sarà ancora più motivata.
Sempre all'All Star Game, si è parlato molto di mercato, con Kidd e Duncan che hanno avuto una lunga e proficua conversazione sull'eventuale trasferimento di Kidd in Texas, lo stesso Kidd ha amesso che la cosa è possibile anche se la sua prima scelta rimangono i Nets, che sicuramente dopo queste parole vivranno qualche mese nel panico in attesa della decisione del loro play. La conferma di Duncan con gli Spurs è praticamente sicura, con un contratto ancora una volta però di media durata ovvero 3-4 anni al massimo.
Elton Brand molto probabilemente rimarrà ancora un anno ai Clippers dove accetterà lo stesso contratto che questa stagione è stato fatto a Olowokandi, per poi essere il pezzo forte dell'estate 2004, sempre a proposito di Clippers Andre Miller sembra essersi già stufato della situazione, e New York si è dimostrata molto interessata, anche se probabilmente i Jazz rimangono la situazione migliore.
I Magic perse le speranze con Duncan, guardano verso Jermaine O'Neal, ma più realisticamente verso Kurt Thomas, anche se trovare una contropartita da dare ai Knicks non è facile. Juwan Howard come detto in questa rubrica in precedenza potrebbe accettare l'offerta dei Lakers. Infine Lamar Odom potrebbe tornare nella sua New York con un contratto annuale. Tante belle parole in vista della trade line, poi magari come lo scorso anno non succederà nulla di rilevante.
In America è ormai opinione comune che ricostruire una squadra attraverso le scelte è ormai sempre più impossibile, l'esempio più l'ampante ci è dato dai Bulls, e il draft del prossimo giugno potrebbe alla fine rivelarsi secondo molti nel draft meno profondo degli ultimi dieci quindici anni, con l'unica emozione quella del sorteggio delle palline per sapere dove finirà LeBron James che però si svolgerà un mese prima del draft vero e proprio.
Tutto questo perchè Carmelo Anthony dato da tutti come seconda o al massimo terza scelta sembrerebbe intenzionato a rimanere ancora un anno a Syracuse per poter essere la primissima scelta del draft del 2004, l'altro incomodo è Milicic un ragazzo ancora non maggiorenne che nella sua recente carriera di pivot veri non ne ha affrontati nemmeno uno, poi ci sono altri europei, ma ormai in molti di fronte a ragazzi europei giovanissimi storgono il naso visti i non brillanti risultati di Skita a Denver, e l'unico scossone lo potrebbe dare solo Rick Rickert ala grande da Minnesota che qualcuno a paragonato a Bird. Il tutto però in attesa della prossima March Madness che qualche eroe da mettere nella testa degli scout lo creerà senz'altro e questo è il bello del college Basket americano, ovvero il saper creare da una persona comune un eroe almeno per un giorno.