West? No problem

Alla fine Vin Baker si è fatto vedere a Seattle, ma non ha prodotto una prestazione esaltante

Boston Celtics @ Seattle Sonics 82-76
Boston Celtics @ Portland Trail Blazers 100-92

Il viaggio composto di sei tappe che i Boston Celtics stanno compiendo ad ovest avrebbe potuto considerarsi ottimo se le vittorie fossero state almeno quattro. Se invece fossero state tre, si avrebbe potuto dare un giudizio buono. Con due vittorie non si sarebbe andati oltre la sufficienza, sfiorando il discreto se la squadra avresse mostrato segnali incoraggianti di gioco e di differenze punti.

Che dire adesso che la squadra ha già  raggiunto ampiamente la sufficienza e mancano ancora quattro partite all'appello? Indubbiamente l'attuale viaggio sulla costa occidentale non poteva partire meglio.

E dire che Antoine Walker e Paul Pierce non hanno brillato nell'All-Star Weekend: prestazione incolore all'All-Star Game e deludente di Walker alla gare del tiro da tre. Il fatto è che si sa che i due beniamini bostoniani non sono gli atleti adatti per manifestazioni di questo tipo: lo è Kobe Bryant, Tracy Mc Grady, Kevin Garnett, ai quali si affida volentieri l'onore e l'onere di portare sulle spalle tutto il peso di fare spettacolo all'All-Star Weekend.

Per fortuna la cosa importante è la stagione regolare, per terminare con i play-off in primavera, e quando si inizia a giocare sul serio, il Dynamic-Duo decide di giocare, e sembra che abbia iniziato col piede giusto la lunga corsa verso i play-off.

Il rischio di vedere la stagione compromessa è arrivato dopo che Pierce si è infortunato a Seattle a metà  altezza dell'inguine destro, ma non era nulla di grave visto che è riuscito a recuperare in fretta facendosi trovare pronto per la gara successiva a Portland, dove tra l'altro ne ha messi ben 36.

"Se posso respirare, posso anche giocare" ha detto Pierce, che ha riferito d'aver trattato l'infortunio con stimolazione elettrica, massaggi e ghiaccio. Questa frase diffonde un senso di tranquillità  tra i tifosi biancoverdi, sicuri che Double-P darà  sempre il massimo per vincere le gare ed essere sempre in campo.

Purtroppo non è l'unico che ha subito un infortunio, infatti Tony Battie ha avuto una sorte peggiore. Assente a Seattle per problemi personali, non appena si è aggregato con i compagni si è preso una violenta influenza che lo ha costretto a trascorrere una notte in ospedale con febbre, vomito e problemi respiratori.

Con Battie fuori coach O'Brian avrà  fatto partire titolare Vin Baker? Neanche per sogno, gli ha preferito Walter Mc Carty. Alla domanda diretta per giustificare questa decisione, O'Brian è stato lapidario: "è una mia decisione e ho deciso che era la migliore situazione per noi". Chiunque, anche se non è tifoso dei Celtics, capisce e comprende questa scelta.

Mc Carty ha risposto più che egregiamente a questa fiducia, favorito anche dal fatto che non si sono incontrati centri forti: Seattle non ne ha che possono impensierire, mentre a Portland solo Dale Davis, che centro non è, può dire ancora la sua perché Sabonis non è più in grado di giocare tanti minuti.

Giornata scialba per il settore play, con J.R. Bremer che non riesce a carburare e gli altri due piccoli non riescono a mettersi in luce.

Brutte notizie invece per Kedrick Brown che ha collezionato due DNP (did not play, non ha giocato). Notizie sul suo conto non ce ne sono, quindi quando la situazione è questa (DNP e nessuna notizia) vuol dire che ci sono dei problemi in spogliatoio. Temo che Brown abbia una crisi per mancanza di buone prestazioni, in ogni caso ci aggiorneremo la settimana prossima.

Ma il giocatore che è stato al centro di tutte le attenzioni in queste settimane è stato Baker: prima con il suo poco chiaro problema di battiti accelerati, poi il ritorno a Seattle, città  dove ha militato prima di approdare a Boston.

Baker non era benvisto a Seattle ed alcuni hanno immaginato che avesse delle remore nel giocare nella città  affacciata al Pacifico. "Dire che non voglio scendere in campo contro Seattle è ridicolo" sbotta Baker.

È uscita anche la notizia, i cui dubbi sulla consistenza della fonte sono molti alti, che Baker si sarebbe ritirato per le sue condizioni fisiche e soprattutto psicologiche. "Psicologiche? Ritiro? Tutto ridicolo. Ho 31 anni, sono nella miglior forma di tutta la mia carriera e chiunque mi associ al ritiro non mi conosce come persona e nemmeno mi conosce come giocatore di basket". Sarà  anche in gran forma, ma sul campo non si vede.

È probabile che le voci sul suo ritiro siano state create ad arte approfittando dei problemi avuti una decina di giorni fa. Obiettivamente con un Baker in queste condizioni farebbe molto comodo ai Celtics vederlo ritirato per problemi fisici, ma questa possibilità  non è neanche lontanamente ipotizzabile come scenario futuro, quindi è da accantonare.

La trasferta dei Boston Celtics proseguirà  la settimana prossima con le seguenti gare:
sabato a Los Angeles contro i Clippers;
domenica a Phoenix;
martedì ad Oackland contro i Golden State;
giovedì a Sacramento.

Dopo l'ottimo inizio, prosegue la lunga trasferta ad ovest con altri quattro incontri. Tranne quella da disputare a Sacramento, nessuna partita è proibitiva, quindi la possibilità  di tornare a casa con un ottimo risultato globale è molto alta. Un bilancio in pareggio questa settimana è perfettamente nelle possibilità  dei Celtics.

Indiana veleggia sempre più sola nell'Eastern Conference, Detroit e New Jersey non sembrano in grado di contrastarla, ma sono comunque sempre vicini al 70% di vittorie, e poi c'è sempre Boston, incalzata da Philadelphia, ma soprattutto da Milwaukee, che sta venendo su bene dopo uno stentato inizio di campionato.

Se Boston riuscirà  a mantenere la quarta posizione fino a fine settimana poi si giocherà  la posizione per la volata finale con buone possibilità  di riuscire nell'intento.

Arrivederci alla settimana prossima.

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