Dennis Erickson, nuovo allenatore dei San Francisco 49ers
Il 15 gennaio 2003, in seguito alla sconfitta nei playoff contro i futuri campioni del mondo, Steve Mariucci è stato licenziato dal proprietario dei San Francisco 49ers, John York. Non gli sono bastati un buon record (60 vinte e 43 perse), l'eccellente rapporto instauratosi con i giocatori (Owens escluso) e l'aver riportato in tempi brevissimi San Francisco ai playoff nonostante i problemi di salary-cap e una squadra piena di giovani.
Dopo sei anni e quattro partecipazioni ai playoff è terminata quindi, con un anno d'anticipo rispetto alla scadenza del contratto, l'avventura di Mariucci come capo allenatore dei 49ers. Nella conferenza in cui ha annunciato il licenziamento York ha addotto come ragione principale quello di una diversa filosofia di gioco fra proprietà e allenatore. "Non ci possono essere differenze di vedute così ampie" ha detto York. " Dobbiamo avere un allenatore che capisca il suo ruolo nell'organizzazione".
Il proprietario si riferiva, infatti, a richieste eccessive di Mariucci che avrebbe voluto più potere decisionale. Intervistato a proposito Mariucci si è detto shockato dalle dichiarazioni del suo ex datore di lavoro. Il suo agente, Gary O'Hagan, ha dichiarato che "non ci sono mai state trattative per un rinnovo contrattuale quindi non vedo come avremmo potuto avanzare richieste". Anzi, sostiene Mariucci, “è stata la dirigenza di San Francisco ad avvicinarmi per offrirmi un ruolo con responsabilità più ampie nell'organizzazione”.
Gli addetti ai lavori in ogni caso non sono rimasti stupiti dai modi dell'organizzazione californiana. Già nel 1997, prima di assumere Mariucci, i 49ers avevano ingaggiato una lotta psicologica con George Seifert (2 Super Bowl vinti a San Francisco). Allora la dirigenza diede la carica di coordinatore offensivo a Mariucci facendo intendere che Seifert avrebbe visto ridotto il suo raggio d'azione. Seifert allora invece di fare da baby-sitter ad un allenatore quasi esordiente (1 solo anno da head coach all'Università della California) preferì rassegnare le dimissioni.
Dopo la separazione sia i San Francisco 49ers che Mariucci hanno fatto scelte coraggiose dando fiducia, rispettivamente, ad un allenatore poco stimato a livello professionistico (Dennis Erickson) ed alla seconda peggior squadra della lega (Detroit Lions).
La scelta di Erickson ha lasciato qualche dubbio sulla strategia del management di San Francisco. La dirigenza non solo si era fatta trovare impreparata dopo l'improvviso annuncio di York ma aveva anche deciso, contrariamente alle direttive del proprietario, di scegliere il sostituto in una lista composta di soli coordinatori difensivi.
I primi nomi fatti sono stati quelli di Monte Kiffin, artefice dei successi di Tampa Bay, e Jim Johnson, coordinatore dei Philadelphia Eagles. Entrambi i candidati hanno però rinnovato i rispettivi contratti approfittando anche della corte dei 49ers per richiedere un sostanzioso aumento di stipendio. Kiffin, infatti, è diventato l'assistente meglio pagato dell'intera NFL (5.1 milioni in tre anni) seguito da Johnson che ha firmato un contratto da 3.6 milioni per 4 anni.
Il rifiuto di Kiffin ha completamente disorientato la dirigenza di San Francisco. Terry Donahue, general manager, era sicuro che l'allenatore di Tampa avrebbe alla fine accettato la sua offerta e quindi non aveva avvicinato altri allenatori. Dopo un momento di sbandamento la ricerca è ricominciata ma in molti si sono accorti che Donahue non aveva le idee chiare. Jeff Garcia, quarterback dei 49ers, ha definito il processo di ricerca imbarazzante per la mancanza di chiarezza e per l'assenza di un nome forte nella lista dei possibili rimpiazzi di Mariucci. "Sembra che la dirigenza non abbia neanche un piano figuriamoci un allenatore!" ha detto Garcia. "Stiamo soltanto tirando fuori un nome dopo l'altro. Non so dove andremo a finire".
Quasi un mese dopo la rottura con Mariucci erano rimasti in lizza soltanto tre coordinatori difensivi: Jim Mora Jr., dei 49ers, Ted Cottrell, dei New York Jets, e Greg Blache dei Chicago Bears. I nomi non dicono niente? Garcia ha qualcosa da dichiarare anche a questo proposito: "A parte Jim non so nemmeno chi siano gli altri".
Girava addirittura voce di un possibile ritorno in campo di Bill Walsh o dello stesso Donahue. Walsh ha però rifiutato l'offerta a causa di una seria malattia della moglie ed ha preferito restare solo come consulente. Donahue ha invece semplicemente detto di non avere intenzione di tornare ad allenare nonostante i successi ottenuti ad UCLA.
Spinto forse dalle idee del proprietario e dalle critiche ricevute da più parti Donahue ha alla fine deciso, senza comunicarlo ai media, di lasciar perdere i coordinatori difensivi e concentrarsi su allenatori collegiali con spiccate tendenze offensive. Sono stati contattati Bob Stoops (Oklahoma), Kirk Ferentz (Iowa), Rick Neuheisel (Washington) e Dennis Erickson (Oregon State). Il rifiuto dei primi due ha ristretto la scelta a Neuheisel ed Erickson.
Un buon colloquio e l'esperienza maturata in quattro anni di NFL con i Seattle Seahawks hanno fatto prevalere Erickson. Donahue si è detto entusiasta della scelta: "Abbiamo trovato quello che cercavamo: un leader, un motivatore ed una persona con eccellenti doti di allenatore".
I migliori successi il neoallenatore li ha ottenuti al college dove ha vinto due titoli nazionali quando era alla guida di Miami (1989 e 1991) vincendo 63 partite su 72. Oltre ad aver risollevato le sorti di Oregon State (31-17 in quattro anni), è stato head coach anche ad Idaho, Wyoming e Washington State.
La scelta di Erickson non ha messo a tacere i critici della franchigia. Il 56enne allenatore nei quattro anni a Seattle ha ottenuto un record tutt'altro che entusiasmante (31 vinte, 33 perse e nessuna partecipazione ai playoff) anche se bisogna ammettere che in quegli anni i Seahawks erano in una fase di transizione (letteralmente): il proprietario di allora, prima di vendere a Paul Allen, voleva trasferire la franchigia a Los Angeles.
Dei suoi anni da allenatore di Seattle si ricordano soprattutto la mancanza di attenzione ai dettagli, gli sbagli commessi nelle scelte dei collaboratori e la mancanza di disciplina negli allenamenti (iniziati spesso in ritardo, molto brevi e superficiali). Stupisce quindi che Donahue abbia dato le chiavi di una fuoriserie ad una persona simile.
York sembra in ogni caso avere ora la persona perfetta, che allena senza preoccuparsi di quali giocatori scegliere nel draft o quali aggiustamenti fare al roster e che si accontenta di uno stipendio relativamente basso (12.5 milioni in cinque anni). Qualche maligno sussurra che i nuovi allenatori, nonostante le loro dichiarazioni, siano Walsh e Donahue e che Erickson non avrà nessun controllo sulla squadra.
Di sicuro Erickson dovrà portare i 49ers al successo già nella prima stagione e non basterà arrivare nei playoff ed essere eliminati dopo una o due partite. Altrimenti anche lui si ritroverà in mezzo alla strada com'è successo a Mariucci.
L'ex allenatore di San Francisco è rimasto a spasso per due sole settimane. Matt Millen, amico di lunga data di Mariucci e attuale presidente dei Detroit Lions, gli ha offerto il posto di capo allenatore dei Lions.
Prima dell'arrivo in città di Mariucci Detroit era "allenata" da Marty Mornhinweg. Mornhinweg è riuscito a perdere 27 partite su 32 quindi il suo licenziamento non è stato un fulmine a ciel sereno. Quello che pochi si aspettavano è che fosse cacciato dopo che, ad inizio gennaio, Millen lo aveva confermato per un'altra stagione.
Va detto che allora il posto di Mariucci non sembrava in pericolo quindi Millen non aveva idea di quello che sarebbe accaduto. Una volta ricevuto l'assenso di Mariucci però, Millen non ci ha pensato due volte ed ha convinto la famiglia Ford, proprietaria dei Lions, a garantire al neo assunto uno stipendio di cinque milioni di dollari all'anno per cinque anni.
Mariucci, nato e cresciuto ad Iron Mountain nel Michigan, potrà così anche riavvicinarsi a casa e all'amico Tom Izzo, allenatore della squadra di basket di Michigan State, con cui è cresciuto ed ha condiviso gli anni universitari all'università di Northern Michigan.
La sua assunzione è stata così rapida che i Lions non hanno contattato nessun altro allenatore. Johnnie Cochran e Cyrus Mehri, leader di un movimento che vorrebbe più head coach appartenenti alle minoranze nella NFL, hanno protestato con la lega dicendo che "Detroit ha palesemente violato le nuove direttive della NFL sull'assunzione degli allenatori". Queste prevedono che non ci sia discriminazione razziale e che sia data una possibilità anche agli allenatori afroamericani (senza nessun obbligo chiaramente). Queste lamentele hanno costretto la lega ad aprire un'inchiesta sul comportamento di Millen e della dirigenza dei Lions.
Il compito di Mariucci è sicuramente difficile. Vista la scarsa consistenza del roster sarebbe un miracolo se arrivassero un paio di vittorie in più rispetto agli anni scorsi (3 lo scorso anno e 2 quello precedente). L'esperienza maturata con Brett Favre a Green Bay e Jeff Garcia a San Francisco dovrebbe consentire al nuovo allenatore di accelerare la crescita di Joey Harrington, quarterback di buone speranze dei Lions.
L'arrivo del nuovo allenatore è anche una delle ultime occasioni per la famiglia Ford di dimostrare la loro dedizione alla causa dei Lions. Dopo aver commesso molti errori in passato e aver dato l'impressione di un distacco sempre maggiore dal football, la costruzione del nuovo stadio e l'arrivo di un allenatore vincente possono finalmente mettere a tacere tutti i critici. I Ford hanno accettato di rendere Mariucci l'allenatore più pagato della lega insieme a Steve Spurrier proprio con questo obiettivo in mente: Vincere.