I Boston Celtics arriveranno solo dove li porterà Paul Pierce
Siamo arrivati alla pausa dell'All-Star Weekend e questi giorni sono utili per fare il punto della situazione sui Boston Celtics.
Innanzitutto diamo un occhiata alla classifica: 27 vinte, 22 perse con una percentuale di vittorie del 55% ed un accredito del quarto posto della Eastern Conference: se pensiamo che l'anno scorso i Celtics erano più o meno a questo livello, ma con un Kenny Anderson in più ed un Vin Baker in meno, la situazione avrebbe potuto essere molto peggiore.
Analizziamo proprio la famosa trade che questa estate ha portato Vin Baker e Shammond Williams a Boston e Kenny Anderson, Vitaly Potapenko e Joseph Forte a Seattle. I tre partenti stanno facendo poco e male, quindi Boston, ricordando il loro contributo dell'anno scorso, ha perso solo un playmaker che faceva e talvolta anche distruggeva, ma almeno riusciva a gestire la squadra in modo egregio.
I due arrivi hanno offerto qualcosa di più, Shammond Williams ha prodotto delle prove discrete intervallate da lunghe pause in panchina, soprattutto nella seconda parte di questo primo scorcio di campionato.
Per Vin Baker invece la situazione è molto particolare: quest'anno prende ben 12,375 milioni di dollari, lo stesso stipendio di Antoine Walker e 2 milioni di dollari più di Paul Pierce. In compenso cosa ha offerto Baker? 5,2 punti e 4 rimbalzi a partita. Incredibile? Scandaloso? Si certo, si meriterebbe anche termini più negativi, il problema è che la situazione è questa e non si può cambiare.
Ad inizio stagione avevo avvertito che il rischio relativamente a questo scambio era molto grosso: se andava bene la situazione sarebbe stata splendida, ma se andava male si sarebbero toccati livelli di immobilità salariale difficilmente sormontabili.
Per fortuna negli ultimi mesi è accaduto un fatto che permetterà di attenuare quest'ultimo aspetto: i Celtics hanno cambiato padrone. Una notizia accolta positivamente dalla quasi totalità della città . Praticamente nessuno rimpiange il vecchio proprietario, non tirchio come il famoso Sterling dei Los Angeles Clippers, ma Paul Gaston ha fatto la sua parte rifiutando categoricamente di superare il salary cap.
Questa decisione, vista la situazione salariale di Boston, non ha permesso di aggiungere rinforzi al roster, anzi, la scorsa estate il general manager Chris Wallace è stato costretto a lasciar andare due giocatori che sono stati utili l'anno scorso alla causa dei Celtics e lo sarebbero stati anche quest'anno: l'ala Rodney Rogers e la guardia Erick Strickland.
I nuovi proprietari, Wycliffe Grousbeck e Stephen Pagliuca in primis, hanno già detto che sono disposti a superare il salary cap nel caso in cui ci fosse una concreta possibilità di rinforzare il roster. Questa disponibilità con riserva è un vero toccasana per le ambizioni dei Celtics, poiché in caso contrario il contrattone di Baker non avrebbe permesso nessuna manovrabilità .
Wyc Grousbeck ha precisato che è disposto a superare il salary cap "per due/tre anni". Questa precisazione è importante per due motivi: uno è che il g.m. non ha carta bianca d'agire sul mercato, inoltre quel "due/tre anni" vuol dire che entro tre anni dovrà succedere qualcosa.
Spulciando nei contratti attuali dei giocatori dei Celtics, si può vedere come fra due anni (questa stagione e la prossima) scade il contratto di Eric Williams, che conta come ultimo anno uno stipendio di 5,54 milioni di dollari. Il buon Eric è un elemento importante per la squadra, ma quella cifra è troppo alta per quello che offre in campo, quindi è presumibile un suo ridimensionamento.
Fra tre anni scade il contratto di Antoine Walker che chiama 14,625 milioni di dollari ed il rinnovo al massimo salariale lo ritengo scontato. In più, e qui arriviamo al discorso di Wyc, alla fine della terza stagione rimarrà soltanto un anno al contrattone di Vin Baker, che allora ammonterà a 15,75 milioni di dollari. In questo caso è molto probabile una mossa simile a quella con cui si è scambiato Kenny Anderson: scaricare questo contratto a squadre che hanno bisogno di liberare spazio salariale, ottenendo in cambio scelte o buoni giocatori.
Tutti i tifosi dei Celtics sperano che in quel caso la contropartita sarà migliore di quella che si è ottenuta dallo scambio con Seattle.
Per la prossima stagione e quella successiva si può ipotizzare di prelevare dal mercato dei free agent alcuni giocatori utili alla causa, ma niente di clamoroso. Nell'estate del 2005 invece si dovrebbero vedere i veri fuochi d'artificio per il roster di Boston.
Analizziamo ora le prestazioni dei singoli giocatori di questa stagione:
Paul Pierce: ha avuto i suoi momenti di pausa, ma rimane un grande giocatore. Anche se gli si può tranquillamente affidare l'azione decisiva della partita, la sua forza è accumulare punti senza troppi problemi, favorito anche dal fatto che lui è l'unico, insieme all'amico Walker, ad essere in grado di segnare con facilità .
Un po' di cifre tanto per gradire, tenendo presente che ho tralasciato quelle meno significative, anche se figurava in classifica generale: è quarto in tutta la Lega di punti segnati con 26,4; 26° come rimbalzi con 7,7 di cui 15° con 6,3 nei rimbalzi difensivi; 29° negli assist con 4,6; 7° nelle palle rubate con 1,94 infatti è sempre stato bravo in questa particolare classifica; 12° come minuti giocati con 40,4. In più ha collezionato 15 doppie doppie ed 1 tripla doppia, la prima in carriera. Per finire, è 10° con 23,59 nella particolarissima classifica della efficiency, che racchiude in un unico valore tutti i dati significativi di un giocatore. Purtroppo è anche 6° nelle palle perse con 3,63: probabilmente questa è una delle caratteristiche negative del giocatore, in parte giustificato dal fatto che tiene la palla in mano molto spesso.
Antoine Walker: croce e delizia dei Celtics, è il leader dello spogliatoio. In passato è già stato affrontato l'argomento che nei Celtics il miglior giocatore della squadra, Pierce, non è il leader nello spogliatoio, quello che alza la voce quando serve, che sprona i giocatori quando giocano male (quest'anno ha fatto gli straordinari con Vin Baker, ma ovviamente non è demerito di 'Toine se Vin non sta dando i risultati sperati). Molte volte viene criticato perché tira troppo spesso da oltre l'arco, ma il suo gioco è così, prendere o lasciare, e finché si prende i tiri importanti della partita e li mette, preferiamo tenerlo così.
Ora le cifre significative di Walker di questo scorcio di stagione: è 18° in tutta la Lega in punti con 21,2; 31° in rimbalzi con 7,2 di cui 18° con 6,0 nei rimbalzi difensivi; 35° negli assist con 4,3 e qui è stato superato da Kevin Garnett per il miglior assistman tra le ali grandi; ben 2° in tutta l'NBA con 42 minuti giocati per partita. In più ha collezionato 9 doppie doppie ed è 4° con 2 triple doppie. Nell'efficiency è solo 38° con un punteggio di 17,64 causato anche dal fatto che è 10° nelle palle perse con 3,22.
J.R.Bremer: Già , proprio così, il play che ha firmato un contratto garantito per questa stagione solo a campionato iniziato è diventato il terzo più importante giocatore della squadra. Il motivo è molto semplice: è l'unico play della squadra che svolge più che egregiamente il lavoro del play. Con Pierce e Walker che non disdegnano di portare palla non si è mai sentita la necessità di trovare un play forte in grado di distribuire in modo efficiente i possessi di palla, erroneamente dico io, perché secondo me le due stelle dei Celtics farebbero meglio a pensare a segnare ed a catturare rimbalzi, piuttosto che voler avere sempre in mano la palla. Ovvio che poi il possesso sia molto spesso di loro competenza, ma una terza persona che sia in grado di capire chi in quel momento è più idoneo a ricevere il pallone è molto importante.
Con la sua promozione in quintetto, facilitato anche dal fatto che Delk era infortunato, ha anche notevolmente aumentato la sua produzione offensiva, obiettivamente molto deficitaria all'inizio della stagione, complice il fatto che vedeva il campo solo nel garbage time.
Il numero di tiri e di minuti trascorsi in campo non sono ancora sufficientemente alti per poter entrare nelle classifiche della NBA, ma bastano per figurare nelle classifiche dei rookies: è 13° nei punti con 6,2; 4° nella percentuale del tiro da 3 con il 33%; 7° negli assist con 2,2; 1° nella speciale classifica del rapporto tra assist e palle perse con 3,35 mentre il secondo, Jay Williams, è solo a 2,12. Figura in classifica anche per le palle rubate, nei minuti e nell'efficiency sempre tra i rookies, ma non con cifre significative, però se continua a giocare in questo modo avrà modo di migliorarle sensibilmente.
Un esempio: Bremer in questo periodo riesce agevolmente a raggiungere i 12-15 punti di media settimanale, ovvio che i 6,2 punti accreditati in questo momento siano destinati ad aumentare considerevolmente se l'andamento delle ultime settimane sarà costante.
Coach O'Brian ricorda che "quando gli ho fatto firmare il contratto la scorsa estate pensavo che sarebbe potuto diventare un difensore migliore (di Delk e di Sh. Williams, n.d.r.) perché ha dei piedi veramente veloci. Inoltre è molto duro, come Erick Strickland. Non ha paura di sbattere il naso nelle cose. Stava giocando dietro a due veterani e di questo non ne eravamo contenti, così abbiamo deciso di dargli più minuti" così la sua fiducia sembra sia stata ben riposta.
Tony Battie: una garanzia nel ruolo di centro. Non è e non sarà mai una stella, ma il suo lavoro lo fa molto bene e nessuno ha niente da ridire nei suoi confronti. È molto atletico e poco fisico, quindi con centri grossi e potenti soffre un po'. Anche lui riesce ad entrare in classifica della Lega, in particolar modo è 42° nei rimbalzi con 6,9 di cui 22° nei rimbalzi offensivi con 2,5 e 47° in quelli difensivi con 4,4 per gara. Per finire figura anche 21° nelle stoppate con 1,45.
Tony Delk: ovvero come perdere il posto di titolare per un banalissimo infortunio. Si può riassumere con questa breve frase la sua stagione, iniziata bene, con il posto di titolare ben saldo nelle sue mani, ma purtroppo per lui non è un vero play, il suo gioco si compone principalmente di tiro da tre, peraltro non malvagio, visto che figura in classifica NBA con un ottimo 10° posto con il 41%. Rimane terzo tra i Celtics con 10,9 punti per gara anche se rischia di perdere sia la doppia cifra che il terzo posto se non riprende il posto da titolare. Il fatto che abbia dovuto accasarsi in panchina al momento della palla a due per lasciare il posto ad un vero play non è un aspetto completamente negativo, visto che può avere una felice dimensione di sesto uomo con il suo tiro mortifero dalla distanza. In più, non è detto che non possa tornare titolare se Bremer non dovesse riuscire a sostenere il peso dello starting five, cosa che peraltro non credo che accada.
Eric Williams: l'anima, la coscienza ed il cuore della squadra. Con Walker, è il giocatore più ascoltato in spogliatoio ed è il motivo per cui Pierce può dedicarsi completamente al suo gioco. La sua caratteristica migliore è la difesa, infatti le sue cifre migliori sono tutte legate a questo aspetto del gioco: è 48° in tutta la Lega con 1,20 palle rubate e ben 20° nel rapporto tra palle rubate e palle perse con 0,83. Inoltre è quarto tra i Celtics con 8,8 punti per gara.
Shammond Williams: Come Tony Delk ha iniziato bene e sempre come Tony Delk ha avuto un ridimensionamento del suo ruolo, ma nel suo caso non per infortunio, piuttosto per un calo di rendimento proprio nel momento meno opportuno per lui. Nonostante questo, figura in classifica NBA in ben tre categorie: è 39° nel rapporto tra assist e palle perse con 2,14; 38° nelle palle rubate con 1,30 e ben 10° nel rapporto tra palle rubate e palle perse con 1,07. Ad inizio stagione era in doppia cifra di punti, ma ora è sceso a 7,7 punti per gara. Il suo utilizzo sta inesorabilmente scendendo, e se non dimostra di dare qualcosa in più rischia di non vedersi rinnovato il contratto in scadenza quest'anno, oppure sarà scambiato. Un rumor di mercato infatti lo dava partente per Cleveland in cambio di Chris Mihm, ma non mi sembra un gran scambio per i Celtics. Se proprio si vuole un centro bianco, vedo molto bene Troy Murphy, ma difficilmente i Warriors si prenderanno Shammond Williams ed una scelta non da lotteria per Murphy.
Walter Mc Carty: è stato l'unico ad accettare un contratto da minimo salariale pur di restare a Boston, e direi che ha fatto bene visto che ha avuto le sue occasioni di mettersi in mostra. Il suo gioco è sostanzialmente grande atletismo ed ottima mano da tre punti. Mentre l'atletismo non è possibile vederlo nelle statistiche, il tiro da tre punti lo è, infatti è accreditato della 50° posizione in tutta la Lega con un discreto 36%, inoltre ha un ottimo 8° posto nel rapporto tra palle rubate e palle perse con 1,15.
Vin Baker: ha il contratto più pesante della squadra, ma in una posizione migliore della nona piazza all'interno della squadra non riesco a metterlo. Non produce punti come Pierce, non prende rimbalzi come Battie, non è pericoloso da tre come Delk, non è atletico come McCarty, che ci fa a Boston? Semplicemente è stata una scommessa sbagliata, tutto qui. La mossa di Wallace di quest'estate è chiara: di play ne trovo quanti ne voglio (hanno cercato di prendere Travis Best, e se solo gli offrivano qualcosa di più del minimo salariale accettava tranquillamente), quindi in cambio di Kenny Anderson ha fatto arrivare un lungo, più difficile da trovare. Che poi Baker, già in crisi a Seattle, nel tornare vicino ai suoi luoghi d'infanzia abbia avuto un tracollo peggiore delle più pessimistiche previsioni, questo non poteva prevederlo nessuno. Tra le altre cose, non figura in nessuna classifica NBA, e questo per un giocatore col suo stipendio è inconcepibile.
Durante la stagione avevo ipotizzato un suo miglioramento nella seconda parte del campionato, ma ora lo ritengo altamente improbabile. Per chi nutre in lui ancora speranze, bisogna risentirsi l'anno prossimo.
Kedrick Brown: non ha ancora espresso il suo potenziale e questo è un male per un giovane che vuole costruirsi una carriera solida nell'NBA. Al suo secondo anno tra i pro il ragazzo dovrebbe far vedere più di quello che ha fatto finora, ma Kedrick ha la giustificazione che ad inizio anno si è infortunato, e probabilmente è ancora bloccato, se non fisicamente, sicuramente psicologicamente. Per questo motivo mi attendo un'incoraggiante seconda parte di stagione per poi esprimere tutto il suo potenziale l'anno prossimo. Sarebbe positivo sia per lui che per la squadra.
In ogni caso il ragazzo si sta impegnando: per preparasi bene alla stagione, la scorsa estate è andato a Chicago da Walker all'Hoops Gym, poi ha trascorso un po' di tempo con Pierce a Los Angeles e per finire ha partecipato al camp di Tim Grgurich a Las Vegas. Purtroppo l'infortunio ha vanificato questi sforzi, ma se continuerà a migliorarsi i risultati arriveranno.
Grant Long: Primo giocatore arrivato grazie alla nuova dirigenza. Serviva un cambio per il settore lunghi? Ecco in arrivo Grant Long. Ha al suo attivo 14 stagioni, quindi non è atteso come salvatore della patria, ma la sua esperienza sarà molto utile per migliorare un roster sostanzialmente ancora giovane.
Bruno Sundov: Centrone croato (è alto 7 piedi e 2 pollici, 2 metri e 18 centimetri), ha lasciato i Pacers per poter giocare di più nei Celtics, ma questo non è avvenuto. È ancora giovane, ma dubito che possa ambire a qualcosa di più di un ottavo-decimo posto in panca.
Rubens Wolkowyski: fattosi notare durante gli scorsi mondiali, l'ala argentina è stata reclutata solo per completare il roster di 12 giocatori ad inizio stagione. Il suo ruolo è unicamente quello di fare numero in allenamento.
Mikki Moore: prelevato dalla NBDL solo per attendere che Grant Long guarisse dall'infortunio alla mano, dopo il primo contratto di 10 giorni ha salutato ed ognuno per la propria strada.
La cosa più importante di questi anni nei Celtics è l'intesa quasi perfetta tra Paul Pierce ed Antoine Walker: non sono uguali, anzi sono abbastanza diversi, ma la cosa positiva è che si completano a vicenda, l'uno dà quello che manca all'altro. Ovviamente anche loro hanno gli alti e bassi, ma la cosa importante è che "siamo fortunati di come siamo così vicini, così possiamo sostenerci l'un l'altro", parola di Walker.
Recentemente Red Auerback ha avuto modo di parlare sia con Walker che con Pierce: "la miglior cosa di questi giocatori (Walker e Pierce) è che sono dei bravi ragazzi. Sono molto motivati e non danno problemi. È un piacere parlarci assieme".
Cosa aspettarsi per la seconda parte della stagione? Col Dynamic-Duo Pierce-Walker tutto o quasi è possibile, quindi i Celtics arriveranno dove loro li porteranno. Sicuramente sarà play-off, e con ogni probabilità uno o due turni saranno superati, ma per ambire a qualcosa di più ci vuole la famosa, sospirata, citata innumerevoli volte da chiunque abbia a cuore le sorti dei Celtics, "terza opzione", un giocatore che sappia togliere un po' di attenzioni dalle due stelle per permettergli d'essere ancora più devastanti.
L'aspetto più negativo della scorsa stagione è stata l'evidente stanchezza fisica e psichica del Dynamic-Duo, mi sembra quindi ingeneroso lamentarsi che in questa stagione non sono stati efficienti come l'anno scorso.
Prima di tutto, come detto su questo report, con un roster sostanzialmente più debole rispetto all'anno scorso il risultato è praticamente identico, quindi le due stelle hanno dato ancora di più per la squadra, e poi la sensazione è che si stiano risparmiando per i play-off.
Se questa sensazione è corretta, ci saranno ancora soddisfazioni per i tifosi biancoverdi, in caso contrario non si può che attendere i rinforzi che arriveranno dalla prossima estate.