Orlando Hernandez, eroe di Gara 3 !
Si conclude con un sonoro sweep la stagione dei Boston Red Sox, ormai ex campioni del mondo, demoliti nello scontro delle "calzette" dai White Sox, sempre più intenzionati a tornare alle World Series che mancano dagli anni 20, cioè dal famoso scandalo delle World Series truccate contro i Reds.
Non è riuscita questa volta la rimonta a Boston, come nella finale dell'AL dello scorso anno, e l'eliminazione sicuramente porterà molti strasichi nell'inverno del Massachussets.
Una sonora lezione subita dai Red Sox, incapaci di approfittare dei momenti di difficoltà di Chicago, e puniti invece dai White Sox sui loro minimi errori.
Eroe della partita è stato El Duque Orlando Hernandez, entrato al 6° inning sul punteggio di 4 a 3 Chicago, con le basi piene e zero out, dopo un homerun di Ramirez che aveva avvicinato il punteggio, si è salvato alla grandissima, eliminando prima Varitek e Graffanino costretti a due pop-up, e poi al piatto Johnny Damon, per chiudere l'inning e lasciare i tre corridori in base.
L'impresa di Hernandez al sesto inning ha caricato lui e tutta la squadra, che poi non ha concesso più nulla ai White Sox, chiudendo le tre riprese lanciate dal Duca con solo 1 valida e 4 strike out. Poi è entrato il rookie Jenks, in gran forma, chiudendo l'incontro con tre facili eliminazioni e spezzando i sogni di un repeat da parte di Boston.
La partita che vedeva partenti Garcia per i White Sox e Wakefield per i Red Sox, si era incanalata bene per Chicago, che segnava due punti con i due uomini più in forma della squadra, Podsednik e Iguchi e sembrava in netto controllo sui lanci knocker di Wakefield.
Dall'altra parte Garcia partiva senza lasciare nessuna possibilità a Boston, che sperava di mettere subito qualche punto sul tabellone per provare a scappare e approfittare poi del fattore campo per gestire l'incontro.
Il 2 a 0 ammutoliva il Fenway Park e faceva sprofondare Boston in un baratro molto difficile da risalire. I Red Sox avevano bisogno che le loro stelle facessero la loro parte, che ritornassero a essere quelli delle World Series, e la coppia Ortiz-Ramirez rispondeva subito presente.
Un back to back che faceva esplodere lo stadio dei due bombers di Boston pareggiava la partita al quarto inning e faceva prevedere un sorpasso sulle ali dell'entusiasmo.
Quello che però i Red Sox non avevano contato è la tremenda freddezza e maturità dimostrata da Chicago in questa serie. I White Sox non si scomponevano al ritorno dei campioni del mondo, rimanevano concentrati sull'incontro, tenendo un Garci solidissimo sul monte, e quando al sesto inning Wakefield piazzava uno di quei lanci che i knocker non dovrebbero mai fare, Konerko spediva la pallina in orbita, portando a casa anche Dye, e determinando il nuovo allungo dei campioni dell'AL Central.
La parte bassa del sesto inning era decisiva per le sorti della serie, e dopo l'immediato fuoricampo di un fantastico Manny Ramirez che colpiva un esausto Garcia, il rilievo Marte combinava un pasticcio dietro l'altro, mandando in base due uomini con la walk e portando Boston ad una situazione da sogno.
A questo punto Guillen giocava la carta Hernandez, sperando che l'esperto cubano si lasciasse alle spalle il periodo difficile della regular season e ritornasse ad essere il grande pitcher visto a Cuba e nei primi mesi con gli Yankees.
Approfittando del fatto di dover lanciare solo 2-3 riprese, il Duca sfoderava tutto il repertorio dei suoi lanci, lasciando di sasso i battitori dei Red Sox e conducendo Chicago alla vittoria e allo sweep della serie.
Tutta Boston rimaneva in silenzio vedendo i White Sox festeggiare sul proprio campo, e Francona sapeva che questa cocente eliminazione farà parlare molto e lo terrà sulla graticola per molte settimane.
Boston ha pagato il fatto di non avere una rotazione adeguata e nettamente inferiore a quella di Chicago, non ha potuto schierare il miglior Schilling e Clement, che doveva essere la punta, ha fallito in gara 1.
Per il resto i battitori, soprattutto il duo Ortiz-Ramirez, ha fatto la sua parte, tenendo conto che fronteggiava dei lanciatori al top della forma, ma probabilmente è stato in difesa dove la serie si è decisa, con l'errore di Graffanino in gara 2. Senza di quello forse i Red Sox avrebbero vinto gara 2 e la serie avrebbe avuto degli sviluppi diversi, anche dal punto di vista del morale.
Chicago si è dimostrato una squadra solidissima, in gran forma, completissima sia sul monte di lancio che nel lineup, con una rotazione seconda forse solo a quella dei Cardinals, e con un lineup dotato di corridori che possono far muovere il punteggio direttamente sulle basi, e di battitori dal colpo in canna in qualsiasi momento, che sanno approfittare del minimo errore del lanciatore, insomma una squadra pronta per giocare da favorita la finale della American League.
Ora Guillen attende la vincente di Yankees-Angels, forse sperando che sia New York a spuntarla, in quanto squadra molto simile a Boston, dotata di un ottimo lineup, ma di lanciatori poco affidabili. In caso arrivasse Anaheim sarebbe una serie decisa dalle rotazioni e dal bullpen, molto tattica, ma ugualmente spettacolare.