Yao, con la testa già ad Atlanta, in azione contro i Cavs
Sacramento @ Houston 89-105
Houston @ Minnesota 89-103
Houston @ Cleveland 102-105
Dopo i Bulls, i Clippers, i Knicks e i Grizzlies, anche i derelitti Cavaliers, fanalino di coda della Lega, hanno ottenuto, quasi increduli, lo scalpo di una squadra, Houston, che dall'inizio della stagione sembra quasi provare un piacere perverso nel rimediare brutte figure contro squadre inchiodate stabilmente nelle posizioni più basse di classifica; ormai si tratta di un limite evidente che neanche il buon Tomjanovich riesce a correggere.
Inutilmente, alla vigilia della partita di Cleveland, aveva messo in guardia i giocatori, invitandoli a non farsi distrarre troppo dalle sirene di Atlanta (vedi All Star Game), riferendosi soprattutto alle due stelle Francis e Ming, i cui rendimenti nell'ultimo mese non sono sempre stati all'altezza della loro fama. Quasi increduli, Ricky Davis e compagni hanno ringraziato e portato a casa una vittoria che, se per la stagione in sé conta relativamente (10 vittorie su 50 gare disputate), rappresenta comunque una bella soddisfazione per una squadra che negli ultimi tempi ha avuto ben pochi motivi per sorridere e molti per piangere.
"Fa male, in primis a me. Se per i ragazzi è diverso, allora c'è qualcosa che non funziona. Non è una questione di mancanza di rispetto per Cleveland. Dobbiamo solo pensare alla nostra situazione e cercare di vincere sfide come questa se vogliamo considerarci una squadra da playoff. La domanda è: 'Siamo pronti?'. Quando succedono queste cose, devi chiedertelo" - il commento preoccupato di coach Rudy.
E i giocatori? "Ne abbiamo parlato - dice Cuttino Mobley - eravamo sotto tono, ci hanno sovrastato a rimbalzo e noi ci siamo rovinati con le nostre mani nel tentativo di rimonta, E' frustrante. Cerchi di far sì che ognuno si senta parte di una squadra con incitamenti tipo 'andiamo, giochiamocela, siamo pronti, non vogliamo perdere' ma non funziona".
Una sorta di sentenza circa la situazione mentale della squadra, troppo sprecona e sbadata per regalare finalmente ai tifosi quella continuità che, fino ad ora, è stata una vera e propria chimera, un obiettivo irraggiungibile se si continuerà a sfornare prestazioni incolori.
Per la cronaca Yao ha chiuso con 14 punti, 5 rimbalzi e 2 stoppate, davvero poco per il centro titolare all'imminente All Star Game; sono da sottolineare invece i 30 punti di Maurice Taylor (record stagionale).
Prima della debacle in quel di Cleveland Houston aveva ritrovato nuovamente Minnesota (al Target Center) e, contrariamente a sette giorni fa, i T-Wolves riuscivano ad imporre la legge del più forte, chiudendo l'incontro 103-89. Una delle chiavi di volta della partita è stato il costante raddoppio subito dalla Grande Muraglia, grazie alla classe di The Revolution e alla potenza di Rasho Nesterovic.
Circondato, Yao faceva fatica a ricevere palloni giocabili e, anche quando ci riusciva, i compagni non ripagavano i suoi sforzi, tirando male da fuori e quindi non punendo l'eccessiva attenzione rivolta dagli avversari verso il proprio centro. Eddie Griffin infatti, pur spesso libero dalla marcatura di KG, chiudeva con un misero 3 su 14 dal campo (1 su 6 da tre).
Concedetemi qualche parola ancora per Garnett: i 23 punti, 11 rimbalzi e 9 assists testimoniano alla perfezione lo straordinario momento di forma di The Big Ticket, pronto a regalarci un grande spettacolo anche ad Atlanta. Pochi motivi per essere allegri dunque anche se la vittoria di inizio settimana contro i Kings, privi però di Webber e Bobby Jackson, aveva illuso forse l'ambiente, facendo da viatico per l'imperdonabile passo falso contro i Cavs.
Yao Ming, di fronte a quello che viene considerato uno dei migliori centri passatori dell'NBA, tirava fuori dal cilindro una prestazione da grande campione, dimostrando, con i 6 assists della partita, di avere mani morbidissime, non soltanto da ottimo tiratore ma anche da preciso passatore.
Lo stesso Vlade aveva parole d'elogio per il rookie: "Ogni volta che ci gioco contro, non fa altro che migliorare. E' sulla strada per diventare un grande giocatore. Mi piace molto il modo in cui pensa sul campo, la sua mancanza di egoismo e la sua comprensione del gioco". Vittoria per 105-89 e pronti per quella che doveva essere una passeggiata e che invece si sarebbe trasformata nell'ennesima occasione persa.
La pausa servirà ai giocatori per riordinare le idee e dare una svolta positiva al resto della stagione? Se lo augurano tutti a Houston anche perché i Lakers, in un modo o nell'altro, si sono rifatti sotto, chiudendo al 50%, dopo un avvio pessimo che aveva tratto in inganno chi già pensava a una Los Angeles fuori dalla post-season; non è detto che riescano nella rimonta ma con campioni del calibro di Kobe e Shaq non si può mai dire. I Rockets quindi non possono più permettersi passi falsi, Phil Jackson è troppo astuto per non approfittarne!
Stay tuned!