Francis è pronto per l'All Star Game
Houston @ Chicago 98-100
Houston @ Memphis 100-95
Dallas @ Houston 104-81
Minnesota @ Houston 101-121
Messaggio ai tifosi di Houston (e del grande basket): la squadra di coach Tomjanovich, seppur vittima di inquietanti amnesie, è ancora in grado di vincere e dare spettacolo, regalando ai tifosi della città texana emozioni e divertimento, con i suoi due uomini di punta, la Grande Muraglia e Steve "Franchise", prossimi protagonisti di un All Star Game che promette spettacolo e numeri d'alta scuola cestistica.
La partita con i Bulls aveva, per l'ennesima volta, messo in luce i difetti e i limiti di questi Rockets, allungando la serie di sconfitte e portando i giocatori sull'orlo del baratro; continuando a giocare in quel modo avrebbero potuto mettere a rischio perfino l'obiettivo principale della stagione: la qualificazione ai playoff.
L'assassino aveva il nome di Marcus Fizer il quale, a mezzo secondo dalla fine, puniva l'avversario condannandolo a un 100-98 che ingigantiva ancora di più la crisi di Yao e compagni. La cronica mancanza di concentrazione, caratteristica del team nelle partite contro squadre di livello inferiore, era la causa principale della disfatta nella Wind City; un "demone" del quale abbiamo già discusso in passato e di cui Houston non sembra volersi (o potersi) liberare.
Tomjanovich puntava l'indice anche sulla scarsa serata dei suoi dalla linea della carità : "Abbiamo tirato 38 volte dalla lunetta - il commento di coach Rudy - ma soltanto con il 68%. Questo ci ha ucciso".
I Grizzlies rappresentavano una sorta di spartiacque per la stagione dei "razzi"; una nuova sconfitta avrebbe significato imboccare un tunnel senza uscita, mentre una vittoria avrebbe consentito ai giocatori di preparare la sfida successiva con Dallas in tranquillità .
In quel di Memphis la difesa faceva il suo dovere tenendo gli avversari sotto il 40% dal campo; finalmente le occasioni dalla lunetta venivano sfruttate a dovere e al termine dell'incontro tornava a sorridere anche Yao, autore di 13 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate.
"Avevamo bisogno di questa vittoria dopo le quattro sconfitte di fila - commentava Steve Francis (22 punti e 9 assists) nel dopo partita - non intendo dire che Memphis non sia una buona squadra ma in passato abbiamo perso con avversari che consideravamo alla nostra portata".
Arriviamo così a parlare della gara con i Mavericks; i Rockets avevano la ferma intenzione di vendicare il 107-86 della settimana precedente ma le loro pur lodevoli intenzioni si infrangevano contro la muraglia di campioni costruita in modo sapiente dal focoso Mark Cuban. Ai 16.825 paganti del Compaq Center non rimaneva altro che gustarsi le magie di Nowitzki, Finley e Nash, constatando la superiorità dei detentori del miglior record della Lega.
Elogi agli avversari arrivavano anche da Mobley: "Hanno giocato bene. Hanno tirato bene. Dirk Nowitzki" oh lui è davvero di un altro pianeta, così come Michael Finley. Dal canto nostro dobbiamo ancora lavorare parecchio per conoscere la nostra identità mentre loro sono già a posto. Sono un gradino sopra di noi".
Il tiro da tre è stata l'arma con cui i Mavs hanno affondato i rivali e, ancora una volta, si è potuta ammirare la classe di questi campioni capaci di ferire mortalmente da qualsiasi posizione grazie alle loro elevate doti offensive.
A metà gara il punteggio parziale sorrideva ai Rockets, avanti 53-46 grazie anche ai 16 punti della Grande Muraglia (20 al termine per lui) ma, da quel momento in poi, la pioggia di tiri da lontano mandava in confusione la squadra e la partita scappava così di mano ai texani i quali non riuscivano più a riprendere il controllo dell'incontro, lasciando fare a Dallas il bello ed il cattivo tempo sul parquet.
I passaggi forzati, le palle perse e la pessima percentuale al tiro (27%) degli ultimi due quarti di gioco mettevano la parola fine alla gara: 104-81 per Dallas e la mente già a KG.
"Volevamo giocare in maniera aggressiva contro una squadra che è il nostro avversario diretto per un posto nei playoff". Missione compiuta: 121-101 e grande prestazione offensiva, con uno Yao Ming tornato sui livelli che gli competono (24 punti, 13 rimbalzi e 3 stoppate) e uno Steve Francis in forma "all star" (27 punti, 8 assists con 12 su 15 dal campo).
Le parole di James Posey danno quindi l'idea di quanto la gara fosse sentita a livello mentale e di come, davanti ad una "must win situation" i giocatori abbiano sfornato una prestazione di primissimo livello condita anche dalle ottime prove di due uomini di cui forse non si parla abbastanza, Cuttino Mobley (22 per lui) e Maurice Taylor (18).
"Abbiamo fatto un buon lavoro, muovendo la palla e trovando sempre l'uomo libero… era da tempo che ci provavamo"quando ci riusciamo tutto è più facile" - ammetteva un sorridente Francis in conferenza stampa.
"Sapevamo quanto la gara contasse per noi, per i tifosi, per gli allenatori e per la classifica visto che Minnesota è una delle squadre contro cui dobbiamo lottare".
Avanti così, con grinta e senza dimenticare la sconfitta di Chicago, ultima di una lunga serie di occasioni sprecate.
Davvero una boccata d'ossigeno la vittoria di venerdì sera ma non c'è tempo per riposare perché domenica arrivano i Kings di Bibby e Webber, la compagine più "bella" da vedere di tutta l'NBA.
Ancora una volta l'incontro si disputerà tra le mura amiche del Compaq Center; i tifosi, che avevo citato all'inizio, sono pronti per un pomeriggio di grande spettacolo (quanta invidia!). I giocatori sapranno essere all'altezza? Riusciranno a ripagare la passione dei tifosi con una vittoria? A presto tutte le risposte.
Stay tuned!