Lo 'Sceriffo' Abdur-Rahim: grande talento ma poca personalità ?
Non siamo ancora a metà stagione, ma tutte le belle speranze che hanno animato la pre-season degli Hawks sembrano già sparite, o meglio volate “via col vento”, visto che siamo ad Atlanta.
Pensare che la stagione era iniziata in un clima di grande ottimismo: l'arrivo di Glenn Robinson portava a tre gli all-star nel quintetto-base degli Hawks, un quintetto completato dallo spumeggiante Terry e dal promettente DerMarr Johnson, cui aggiungere una panchina lunga e di buon valore e un reparto-lunghi di tutto rispetto, con Ratliff di nuovo a pieno servizio, Abdur-Rahim e Mohammed.
Premesse tali da far sì che coach Kruger convincesse la proprietà a garantire ai tifosi l'accesso ai playoffs, promettendo un rimborso di 125$ a tutti gli acquirenti di un abbonamento stagionale; un'operazione alquanto insolita e indice di una notevole fiducia nei propri mezzi, che dovrebbe costare alla franchigia circa 500.000$ a fine stagione, tenendo conto dei 4000 abbonamenti venduti.
Pochi giorni dopo l'annuncio arrivarono i primi segnali negativi, la notizia del gravissimo incidente stradale occorso a Johnson, che per poco non gli ha portato via la possibilità di camminare se non la vita stessa, ma quasi sicuramente ha messo fine alla sua carriera di professionista.
La realtà si è presto dimostrata ben diversa dalle aspettative: dopo un inizio promettente, grazie soprattutto di un Glenn Robinson in gran spolvero (quasi tripla doppia di media nella prima settimana), i nodi vennero presto al pettine. Gli Hawks giocavano male in attacco e peggio in difesa, la squadra mancava di grinta e mordente (2-15 in trasferta fino a questo momento, solo Bulls e Cavs hanno fatto peggio), coach Kruger iniziò ad essere additato dagli addetti ai lavori come uno dei peggiori coach dell'intera lega. Il malumore iniziò presto a serpeggiare fra tifosi e dirigenti, nonostante un record che bene o male al 7 Dicembre era ancora al 50% di vittorie, quota minima per sperare nei playoffs.
Da allora le cose sono solo peggiorate: grazie a 6 sconfitte in 7 gare coach Kruger ha trovato sotto l'albero un secco esonero, ed è stato sotituito con Terry Stotts, ex assistente di George Karl (che per sponsorizzarlo come head coach incappò in spinose accuse di razzismo).
Dopo le prime dieci gare della sua gestione Stotts ha un record di 3-7, e la classifica vede gli Hawks al decimo posto nella Eastern con 14 vinte e 23 perse, ben al di sotto della fatidica sogli del 50% di vittorie. Il punto più basso dela stagione è stato toccato il primo Gennaio, con una sconfitta casalinga 107 a 73 contro i Miami Heat, una gara che il presidente della società Kasten ha eloquentemente definito “una aberrazione”, facendo intendere che se si continua così Kruger non sarà l'unico ad essere epurato.
Come spiegare una debà cle così netta, un così grande errore di valutazione delle proprie risorse? Chi sono i colpevoli?
I tifosi non alcun dubbio, per loro le colpe si dividono equamente fra Lon Kruger e Glenn Robinson; hanno ragione?
Per quanto riguarda l'ex coach difficile dargli torto. A dire il vero non è che ci sia astio nei suoi confronti, bensì rassegnazione e quasi compatimento per un uomo benvoluto da tutti, con indubbie conoscenze del gioco, ma assolutamente inadatto ad una panchina NBA; troppo “morbido” coi giocatori, pessimo nella gestione della gara (schemi ripetuti ossessivamente, giocatori che escono dai timeout senza sapere che fare, sostituzioni apparentemente casuali), non è riuscito a dare una fisionomia all'attacco nè alla difesa, e non ha risolto le parecchie incognite sulle sue idee tattiche: Terry play o guardia?
Chi il go-to-guy fra Shareef, Robinson e lo stesso Terry? Per sostituire Johnson meglio il difensore Newble, il più talentuoso ma incostante Glover o il mini-backcourt con Emanual Davis o Wilks accanto a Terry?
Gli stessi suoi giocatori all'indomani dell'esonero non hanno potuto che riconoscere che non era adatto al compito affidatogli, che il suo posto è il college.
Con queste premesse il giudizio su Kruger non può che essere negativo, ma a sua discolpa va detto che la situazione di classifica non è migliorata con l'avvento di Stotts: dopo l'esordio vincente contro gli Spurs grazie ad un buzzer-beater di Terry sono arrivate sette sconfitte su nove gare. Il nuovo coach ha portato aria nuova soprattutto dal lato della gestione della squadra, dell'intensità e della difesa; ha subito chiarito che per lui Terry è una guardia, anche se occasionalmente può avere minuti da play, e per cercare di mettere in riga una difesa che al suo arrivo era fra le peggiori della lega è passato ad una difesa rigidamente a zona per sopperire alle carenze individuali dei suoi tre top players (detto per inciso, idea che a Kruger non è mai balenata in testa visto che a detta dei giocatori ha provato la zona solo due o tre volte in tutta la stagione); la difesa effettivamente è migliorata, sono drasticamente diminuiti i canestri subiti in transizione, anche se la zona troppo spinta porta gli Hawks a concedere troppi tiri da fuori non contestati: i punti concessi mediamente sono passati da 99 a 97.
Al contrario l'efficacia offensiva non ha mostrato alcun miglioramento: il gioco è prevedibile e macchinoso nonostante la grande varietà di soluzioni a disposizione delle tre bocche da fuoco principali, e latitano clamorosamente il movimento senza palla e la voglia di far contenti i compagni; solo due squadre nella lega perdono più palloni.
In ogni caso giocatori e tifosi sembrano contenti di Stotts e del suo approcio, molti ritengono che questi risultati appartengano ancora alla gestione Kruger, e che l'effetto-Stotts si sentirà solo più avanti.
Per quanto riguarda Glenn Robinson, l'opinione dei tifosi è quasi unanime e molto netta: nonostante le cifre a prima vista ottime(20ppg e 7rpg) e il fatto che la stagione sia iniziata solo da tre mesi i tifosi degli Hawks non sono per nulla teneri nei suoi confronti; non gli risparmiano nomignoli non certo benevoli (da sottolineare fra gli altri “Big 'og”, per sottolineare la sua cronica mancanza di difesa, e un esplicito “Big Hog”) e non fanno mai mancare richieste di scambiarlo e rimpianti per Toni Kukoc.
E' una situazione paradossale se consideriamo che al suo arrivo Robinson era stato salutato come il salvatore della patria, lo scambio con i Bucks era sembrato a quasi tutti nettamente a favore degli Hawks; inoltre non bisogna dimenticarci che Robinson in tutta la stagione si è dimostrato l'attaccante più continuo, l'unico in grado di costruirsi un tiro da solo e togliere le castagne dal fuoco nei momenti cruciali.
Il rovescio della medaglia però ci dice che senza GRob gli Hawks sono 4-1 e in queste cinque partite hanno concesso meno di 80 punti di media agli avversari diretti, a dimostrare le gravi carenze difensive del giocatore. Inoltre Robinson ha messo assieme quasi 8 assist di media nella prima settimana, salvo poi assestarsi su poco più di due nel resto della stagione, a fronte di ben 3.8 palle perse (solo Francis fa peggio di lui nell'NBA, ma con un tipo di gioco ben diverso e a fronte di ben 6 assistenze).
Insomma, solo tre mesi sono bastati a Robinson per far riaffiorare tutti i dubbi sul suo conto palesati negli ultimi anni a Milwaukee, e se non è un record poco ci manca. Difficile che sia lui IL problema di Atlanta, ma sta di fatto che se non inizia a giocare un po' più per i compagni la situazione potrebbe deteriorarsi ulteriormente.
Ci sono però altre zone d'ombra nella stagione (e soprattutto nel futuro) degli Hawks.
Innanzitutto la questione del playmaker: l'attacco di Atlanta ha tanti possibili finalizzatori, ce n'è per tutti i gusti (Abdur-Rahim, Robinson e Terry su tutti, ma anche Ratliff e Glover sanno mettere punti sul tabellone), ma manca chi li gestisca in campo: Terry serve ben 7 assist a partita ma non è un playmaker, affidarsi costantemente a lui per coprire il ruolo si è dimostrata una scelta perdente; idem per quanto riguarda Emanual “E-mail” Davis, adatto più che altro a portare energia dalla panchina, che comunque starà fuori a lungo; Kruger ha tentato una soluzione originale proponendo un “big-combo” a portar palla, Newble e Glover, idea coraggiosa ma che ha portato risultati sconfortanti; alla fin fine chi si è disimpegnato meglio nel ruolo è stato il carneade Mike Wilks, messo a roster più per disperazione che per scelta tecnica, che si sta disimpegnando più che bene: ottimo trattatore di palla, discreta visione di gioco, mano educata dalla distanza e grande capacità di mettere pressione sul portatore di palla… peccato che i centimetri in dotazione siano solo 178, quindi diventa difficile pensare che il “mini-backcourt” con lui e Terry (che è attorno al metro e 85) possa essere una soluzione a lungo termine, anche se sta dando risultati insperati.
La principale priorità per gli Hawks è quindi quella di reperire un giocatore “pass first, shoot second”, meglio ancora se di buon fisico per poterlo affiancare a Terry senza subire fisicamente, magari una “point forward”; peccato che per arrivare a Robinson si sia sbolognato senza pensarci più su di tanto tale Toni Kukoc, che salvo ognuno resta un passatore con pochissimi eguali fra le ali NBA.
Infine c'è da considerare la questione Abdur-Rahim: il ragazzo ha talento da vendere, un gran fisico, istinti eccezionali per il rimbalzo, mano educata e movimenti in post piuttosto rari da trovare nell'NBA attuale; però difende poco e male e soprattutto sembra confermare ogni giorno di più la nomea di giocatore morbido, che scompare nei momenti cruciali e non sa prendersi le proprie responsabilità , un'etichetta che nell'NBA equivale ad una pietra tombale per le ambizioni di qualunque giocatore.
In effetti la poca personalità dello Sceriffo è un problema non da poco per gli Hawks: alterna partite dominanti ad altre del tutto anonime, se sia in serata o meno è un fattore importante per Atlanta, dato che quando segna meno di 20 punti il record è un significativo 4-17.
Sembra abbastanza chiaro che le fortune degli Hawks dipendono in gran parte dalla sua intraprendenza; è l'arma offensiva più pericolosa e potenzialmente devastante della squadra, però ha preso 40 tiri in meno di Terry e ben 120 meno di Robinson (anche se realizza col 49% a fronte del 41% e 42% degli altri due), e questo ci aiuta a capire i suoi passaggi a vuoto durante molte gare: spesso e volentieri resta schiacciatto dall'Ego degli altri due, che si prendono tutti i tiri che gli pare e piace (e anche molti che non gli piacciono), mentre Shareef dovrebbe imporsi e pretendere i palloni che gli spettano.
A questo punto non si può che pensare al mercato: Babcock (la cui poltrona scotta non poco) ha fatto chiaramente intendere che i giocatori sono tutti sul mercato, e chi li vuole si faccia avanti. La soluzione più ovvia sembrerebbe quella di cedere Robinson o Terry (o anche tutti e due), magari con l'aggiunta di Nazr Mohammed che interessa a più di una formazione, per reperire qualcuno in grado di gestire al meglio la squadra in campo, e affidare definitivamente le chiavi della squadra allo Sceriffo, costringendolo a prendersi le sue responsabilità .
Il problema è che difficilmente Robinson e Terry cambieranno aria, il primo perchè è arrivato da pochissimo e difficilmente un GM NBA avalla scelte del genere, il secondo perchè ha un contratto molto leggero che quindi difficilmente farebbe arrivare ad Atlanta un giocatore di pari valore. Ne consegue che il maggior candidato a lasciare la Georgia sia proprio Abdur-Rahim, il giocatore che invece dovrebbe essere la pietra miliare della squadra negli anni a venire.
La situazione è grave ma non irrimediabile: il talento a disposizione è tanto, il problema è la mancanza di un leader in campo e fuori che sappia instillare nei compagni voglia di lottare e di sacrificarsi per gli altri, con un paio di mosse ben congeniate e scelte tattiche precise la situazione potrebbe ribaltarsi; se questo accadrà e gli Hawks ritroveranno l'ottimismo è consigliabile che la prossima volta saranno un po' più cauti con le dichiarazioni trionfalistiche.