Dikembe Mutombo in versione natalizia: ma è stato davvero un regalo per i Nets?
Fatto numero uno: è il 28 novembre scorso quando il centro dei Nets si infortuna contro i Clips e “abbandona” i suoi sul dieci vinte e sei perse. Fatto numero due: da quel momento New Jersey inanella una serie strabordante che li conduce a 10-vittorie-10 consecutive e un risultatone di 17-4 in contumacia Dikembe: non male.
Ora, adesso è facile trarre conclusioni, ma che dire a discapito del trentasettenne africano? Obiettivamente, viene in mente pochino"
Intanto, anche se sono il metro più inutile dall'araba invenzione del numero, parliamo di cifre. Arrivato ai Nets in cambio di MacCulloch e di “tutti dicono I love you, ma se te ne vai fai più bella figura” Keith Van Horn, Mutombo entra alla corte di Byron Scott come “colui che detiene il segreto del concetto di difesa” e con un bagaglio numerico di oltre undici punti e quasi undici rimbalzi a serata: non male, vista la carta di identità che corre in modi quanto mai bizzarri.
Quest'anno? Segnate pure un meno quattro in entrambe le categorie. Inutile e “biscardiano” fare arringhe sulle cifre, ma spostiamoci un secondo sull'aspetto tecnico e facciamo un breve passo indietro.
Quelli in gialloviola hanno vinto ben due titoli prima che qualcuno senza “quello grosso in mezzo” (diciamo i Sacramento Kings?) capisse che forse forse non è che si debba per forza avere un anti-Shaq per vincere l'anello contro quelli lì? Togliete una decina di “se” e tre-quattro ma e la gara sette delle gare sette non avrebbe visto il numero 8 dal nome di una bistecca, alzare per la terza volta il dito al cielo.
Perché? Perché nei meandri del grande libro della pallacanestro (scritto da Sir Naismith, ma annualmente aggiornato) alla lettera P, appare la strana voce “Princeton Offense”. Il giochino, che stringi stringi fa correre come matte un tot di squadre non riesce poi tanto peggio del triangolo del giovanotto Winters e i Kings, i Mavs e – toh! – i Nets lo giocano diciamo benino.
Ora, come si trova l'africano nel sistemino? Tornare alle cifre per la rapida spiegazione. Nell'attacco di cui sopra, non è che un 2.18 con una carente mobilità e l'atletismo di un mancorrente tiri su grandi statistiche"
Detto questo, ci sono un po' di cose da aggiungere sull'argomento a difesa del multilingue ragazzo da Georgetown. Innanzitutto, la caratura degli avversari durante lo streak: esclusi Lakers e Magic, obiettivamente non è che sia stata – diciamo così – eccelsa, in special modo per quanto riguarda le trasferte (solo quattro su dieci). Tra i nomi delle vittime leggi Miami, Atlanta, Cleveland, due volte i Bucks, Boston (con 37 punti di scarto) e Chicago: insomma, di tutto rispetto ma non sempre la cràªme della lega.
I Kings, poi, non hanno fatto una grande fatica a disintegrare in un lampo di 48 minuti e 118 punti, quello che sarebbe stato il record di doppie V di franchigia (pareggiando le undici datate '82-'83).
Un altro argomento a parziale discolpa dello zairese è senza dubbio il solito, grande, vecchio topic: stiamo pur sempre parlando di regular season, i playoff, si sa, sono tutta un'altra cosa e sicuramente di cose da dire e parole da far scrivere, in quell'ambito Dikembe ne ha fatte tante ed è la ragione principale per cui coach Scott ha insistito a volere lui e il suo gigantesco contrattone appresso.
Non solo: statistiche a parte dall'altra parte del gioco – cioè in difesa – di tiri il nostro ne altera sempre parecchi, quando non li stoppa, e si sa: l'attacco fa vendere i biglietti e la difesa fa vincere le partite.
See ya'.