No more Happy Days?

Ray Allen sembra incapace di trascinare i suoi Bucks…

Molti si chiedono negli ambienti Nba cosa sia successo a quella che un paio di anni fa era considerata la squadra più forte ad Est. Forse il declino dei Bucks e il loro crollo è dovuto ad un incantesimo. Il portatore della fattura potrebbe essere lo stregone Allen Iverson che con quarantaquattro punti in gara 7 negò ai “cerbiatti” il passaggio alle finali del 2001. Da allora sembra che la giostra si sia rotta.

Come tutti i grandi gruppi, anche i “Big Three” si sono sciolti e se allora ci si preoccupava di quanti soldi dare a Cassell per il rinnovo di contratto ora si pensa a come terminare una stagione al di sopra del 50% di vittorie. George Karl, che era uno degli allenatori più gettonati, ora è diventato una specie di eroe nazionale al contrario.

Insomma, come direbbe il giallo-viola Jack Nicholson, qualcosa è cambiato. Magia a parte, le ragioni della decadenza dei Bucks sono tante è ognuna ha un ruolo fondamentale all'interno della crisi.

Per quanto riguarda l'organico la situazione non è per niente migliorata dopo la mega-trade estiva. L'obiettivo dello scambio che ha visto il sacrificio di “Big Dog” Robinson era diluire il talento, cercare di risolvere i contrasti fra i tre campioni, dando più responsabilità  ad Allen e in più la partenza del cagnone lasciava libero lo spot di ala piccola per la definitiva esplosione di “Double T”, che sarebbe dovuto essere l'uomo nuovo per la squadra
Per ora pare sia cambiato poco.

“He got game” continua a fare la sua buona stagione da All-Star ma non è diventato neanche l'ombra dei McGrady e Bryant, Sam Cassell è comunque una testa calda e quindi può esplodere e mandare tutti a quel paese in qualsiasi momento, i giocatori che portano punti sono sempre gli stessi e anche il più convinto TimThomasista si è convinto che l'unico modo per far esplodere il numero 5 da Villanova sia imbottirlo di nitroglicerina e spegnergli una sigaretta addosso.

Così i tifosi del freddo Wisconsin si sono ritrovati di fronte ancora una volta una squadra a trazione posteriore che vince solo se almeno uno dei suoi tre moschettieri (Cassell-Allen-Redd) scollina al di sopra dei 25 punti.
Con le sconfitte si sono iniziate a sentire le polemiche contro George Karl ed il pesante stipendio che si porta dietro.

L'ex coach dei Sonics non ha mai avuto un bel rapporto con i suoi giocatori e così si sono sempre alternati momenti di intesa reciproca e periodi in cui l'allenatore si distaccava dai giocatori e viceversa. Ora che sembra andare tutto storto, le due parti sono ben separate e un ulteriore peggioramento della situazione potrebbe portare ad un divorzio.

Come se non bastasse tutto ciò quest'anno, già  da subito, è iniziato il tram tram degli infortuni. Guai fisici che non hanno risparmiato quasi nessuno. Ray Allen ha saltato 5 partite, ma quello che ha subito il maggior danno è Toni Kukoc. “The Waiter” aveva iniziato molto bene, poi all'inzio di dicembre si è infortunato ed è tuttora fuori.

La squadra poi presenta il solito problema del buco in post basso. L'arrivo di Antony Mason non è bastato a far diventare bidimensionale l'attacco di Milwaukee. Infatti l'ex Miami può migliorare una squadra che già  va bene, aumentando la dose di testosterone in area e dando carisma e cattiveria ma non può certo risolvere la situazione quando ci sono problemi di carattere psicologico e tattico.

Attualmente i Bucks hanno un record di 12 vinte e 15 perse. Le vittorie sono molto poche se si pensa alla quantità  di talento che Karl ha a disposizione.
Le uniche note positive della stagione, finora, sono dovute alle prestazioni personali.

Primo su tutti Michael Redd che, dopo l'exploit del campionato scorso, ha confermato le sue ottime doti realizzative ventelleggiando in più di un'occasione. Redd ha sostituito alla grande Allen durante l'infortunio ma resta comunque il fatto che è un play-guardia e che nel suo ruolo ci sono già  due All-Star.

Sotto canestro, invece, ha fatto vedere cose discrete il rookie Dan Gadzuric. Il centro proveniente da UCLA ha conquistato il posto in quintetto, abbattendo la modestissima concorrenza di Ervin “Not Magic” Johnson e di Przybilla.
Per cercare di risollevare la situazione bisogna cercare di remare tutti nella stessa direzione.

Karl ha comunque la capacità  e l'esperienza per allenare ad alto livello e, nel caso in cui riesca a ritrovare l'intesa con la squadra o almeno con i suoi elementi più rappresentativi, siamo sicuri che i Bucks potrebbero quantomeno tornare ad essere in testa nella Central e magari arrivare a quella finale che è sfuggita due anni fa.

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