Jason Richardson, uno dei giocatori più promettenti dei nuovi Warriors
Sembra proprio che quest'anno il brutto anatroccolo della Baia si sia trasformato in un cigno capace di vincere e convincere, abbandonando quell'immagine sbiadita di squadra perdente che, stagione dopo stagione riusciva soltanto a rimediare figuracce.
Per poter pronunciare la parola playoff molto probabilmente i tempi non sono ancora maturi ma, se non altro, i tifosi possono cominciare a divertirsi e a guardare con maggiore ottimismo al futuro, nella speranza che finalmente possa essere portato avanti un progetto serio con l'obiettivo di raggiungere quanto prima la tanto agognata post season.
Dopo un inizio disastroso (1-6), che pareva ricordare quelli delle passate stagioni, la squadra ha cambiato marcia e, da allora, il bilancio parla di 13 vittorie e 13 sconfitte. Per ciò che riguarda le partite in trasferta, nella stagione 2001-2002 i Warriors avevano chiuso con un umiliante 7-34 mentre adesso un bilancio parziale di 4-11 ci fa capire come quest'anno la nuova mentalità della squadra porti la stessa ad ottenere discreti risultati anche lontano dall'Arena di Oakland. Certo, non si può parlare di Dream Team ma il miglioramento è sotto gli occhi di tutti.
Il giocatore di punta dei californiani è senza ombra di dubbio Antawn Jamison, quinto miglior marcatore della Lega (23.8 punti) ma anche efficace sotto canestro (7.10 rimbalzi a partita).
E' lui l'uomo intorno al quale ruotano le speranze dei compagni, dell'allenatore, dei dirigenti e dei tifosi. Fino all'anno scorso un altro giocatore divideva vittorie, poche e sconfitte, molte, con Jamison: quel Larry Hughes il quale, diventato free-agent, ha scelto la scorsa estate di passare agli ordini di His Airness in quel di Washington, faticando però, almeno all'inizio, ad inserirsi nella nuova realtà .
Proprio la partenza dell'ex compagno di squadra di Allen Iverson a Philadelphia ha permesso a Gilbert Arenas, il giocatore più giovane del roster, nuovo play della squadra, di mostrare le proprie qualità e per ora il ragazzo ha offerto di sé una buona immagine, contribuendo ai successi del team con 15.7 punti di media, accoppiati a 6.5 assists e 5.5 rimbalzi.
Nella partita contro Miami dello scorso 6 gennaio sono stati i suoi 18 punti, segnati nei primi due quarti, a indirizzare la gara nel verso giusto mentre nell'ultima frazione il "solito" Jamison, reduce dalla brutta prestazione contro Houston, metteva la parola fine all'incontro, con 14 punti (22 totali).
Ma si gioca in due? No, e le frecce all'arco di Golden State portano anche i nomi di Troy Murphy e Jason Richardson; il primo è il classico giocatore da doppia-doppia (11.8 punti e 9.7 rimbalzi per gara) mentre il secondo garantisce le segnature con 15.5 punti di media.
A imballare il tutto troviamo Eric Dampier nel ruolo di centro, grande stoppatore che, a mio parere, nella Eastern Conference potrebbe far comodo a diverse squadre, vista la cronica mancanza di lunghi competitivi.
Ecco il commento di Jamison sulla stagione in corso: "Quest'anno è tutta un'altra cosa, come passare dal giorno alla notte. Quando siamo in vantaggio rimaniamo tranquilli senza rovinare tutto come in passato. Stiamo più attenti in difesa e adesso stiamo cominciando a capire cosa ci vuole per essere una buona squadra nell'NBA".
Parole sante caro Antawn, non resta che migliorare ancora e, soprattutto, è indispensabile mantenere una certa continuità per non vanificare quanto di buono fatto fino ad ora.
Le sfide a Ovest non mancano, così come le squadre ricche di grandi campioni; se i Warriors si trasferissero sulla sponda atlantica potrebbero fare la voce grossa e, opinione personale, avrebbero molte più chance di disputare la post season.
Infine, dalla loro parte gioca il fattore età : il roster è giovane ma anche inesperto ed è necessario avere pazienza (come ci tiene a sottolineare coach Musselman), affinché possa essere completato quel processo di maturazione necessario per trasformare una buona squadra ricca di entusiasmo in una grande squadra pronta a vincere.
Puntiamo la lente sulla classifica.: al momento l'ultimo posto utile per i playoff se lo contendono i Timberwolves e i Sonics, con i Rockets per ora più tranquilli ed escludendo, forse più per scaramanzia che altro, i Lakers i quali, seppur attardatati, hanno il potenziale per inanellare una lunga striscia di vittorie e rientrare quindi in gioco.
I Warriors invece, vicinissimi a L.A., possono innanzitutto puntare a concludere la stagione al 50%, un risultato egregio se si analizza il loro passato più recente, caratterizzato da sconfitte e poco altro, e, se i sogni sono davvero desideri, un giorno non tanto lontano una nuova alba spunterà nella Baia!
Stay tuned!