L’altra metà  della Grande Mela

Mike Piazza non sta rendendo come i Mets speravano…

Anche quest'anno i tifosi dei New York Mets erano partiti con grandi ambizioni:un nuovo manager, Art Howe, un grande acquisto estivo, Tom Glavine, e una squadra che sulla carta non poteva non centrare l'obiettivo play-off.

Ma dopo 18 partite giocate e con un bilancio stagionale di 7 vittorie e 11 sconfitte e l'ultima posizione nella East Division della National League,
anche i fans più ottimisti cominciano a temere un'altra stagione negativa,per giunta con la non felice prospettiva di vedere i “cugini” Yankees cavalcare senza apparenti difficoltà  verso l'ennesima finale.

La partenza dei Mets è stata veramente sconcertante,soprattutto contro i rivali di division,4 vinte e 8 perse,e uno sweep contro gli Expos nella trasferta portoricana che grida vendetta.

I problemi di Art Howe partono innanzitutto dalle difficoltà  di amalgamare una squadra per lui nuova,e per giunta piena di super-star a fine carriera,molte delle quali già  con qualche anello (Glavine, Cone, Leiter). Ma anche dal punto di vista prettamente tecnico la squadra del Queen's sta trovando delle difficoltà  dovute al calo di alcuni suoi giocatori cardine.

Mike Piazza, giocatore simbolo, definito “l'anti-Derek Jeter” anche dal punto di vista dell'immagine,sta incontrando tremende difficoltà  sia in battuta,0.235 di media e solo 3 RBI per lui, sia in difesa; il catcher di origini italiane è si è fatto rubare ben 17 basi su 22 tentativi, contro Florida addirittura 6 in una partita e 4 in un inning. Per sua stessa ammissione: “Ho bisogno di migliorare la mia tecnica di lancio dietro il piatto di casa base, non è mai troppo tardi per imparare e migliorarsi“.
I 5 errori già  commessi sono inequivocabili.

A dire la verità  neanche il resto del line-up sta brillando: nessun giocatore oltre il 0.300 di media battuta,e ad inizio stagione è un bruttissimo segno,e addirittura due titolari come Roger Cedeno e Rey Sanchez con medie rispettivamente di 0.164 e 0.111.

In una sorta di bacino di carenaggio tecnico si trova anche il prima base Mo Vaughn,che per ritornare ad essere il trmendo slugger che era ai tempi dei Boston Red Sox ha parzialmente cercato di modificare durante lo spring-training la sua posizione di battuta: non più estremamente chiusa come in passato ma più aperta,per avere più possibilità  di intuire e scegliere i lanci.

Per il momento 0.240 di media, 9 RBI e 2 HR per lui,ma anche 13 strikeouts e 2 errori. Si può fare di meglio, sicuramente per quello che è il suo reale valore.

Il manager Art Howe sta cercando di ovviare a questa sterilità  offensiva spostando l'esperto e carismatico Roberto Alomar come lead-off
e sostituendo lo short-stop Rey Sanchez con il jolly Jay Bell.

Anche dal punto di vista lanciatori la situazione non è delle migliori: l'affidabile closer Armando Benitez ha sprecato 4 delle 9 possibilità  di salvezza avute,concedendo 17 valide e 2 HR nei 10 inning lanciati; per lui un deludente bilancio,soprattutto paragonato a quello delle precedenti stagioni,di 5 salvezze e di 3 sconfitte a fronte di 0 vittorie.

Per avere conferma del fatto che il closer e i rilievi non conservino i punti di vantaggio minimi, vista la poca pericolosità  dell'attacco, che i partenti assicurano basta osservare le statistiche del bull-pen: Weather, Strickland e Stanton hanno totalizzato 3 sconfitte ed 1 sola vittoria in tre, aggiungendo ai loro tabellini anche 3 errori, a dimostrazione che le incertezze sul monte influiscono anche sulla attenzione in difesa.

I partenti a disposizione di Art Howe, i veterani Tom Glavine,Al Leiter e David Cone, e i meno blasonati Steve Trachsel e Jae Weong Seo stanno ottenendo risultati discreti: 2 vittorie 0 sconfitte e 2.19 di media ERA per Leiter, 2-1 con 2.91 di media ERA per Glavine e bilancio in parità  per vittorie-sconfitte (1-1) per il giovane sud-coreano Seo.

I problemi forse vengono da Steve Trachsel, 3 no-decision e 1 sconfitta per lui,e soprattutto da David Cone, ex-Yankees, Blue Jays, Red Sox e Royals, che a 40 anni, dopo 15 anni di onorata carriera costellata di vittorie alle World Series, cinque, e arricchita a livello personale da un Cy Young Award nel 1994,sta concludendo la sua attività  agonistica con una stagione,per il momento, non molto onorevole: 1 vittoria 2 sconfitte 6.43 di media ERA e ben 3 HR concessi.

Un aiuto alla causa Mets potrebbe darlo il prossimo rientro,si parla di mercoledì contro gli Astros,di Pedro Astacio,lanciatore destro di 33 anni che l'anno scorso totalizzò 12 vittorie con 4.79 di media ERA.

In generale la squadra dovrebbe ritrovare motivazioni,spirito di gruppo e anche una buona dose di convinzione, che potrebbe arrivare con qualche vittoria magari risicata che darebbe però morale ai giocatori e allo Shea Stadium.
Sicuramente il livello di gioco dovrà  alzarsi notevolmente se i Mets vorranno raggiungere quell'obiettivo play-off che si erano prefissati,perché quest'anno la East Division della National League si annuncia competitiva,con gli Expos pronti a dare battaglia ai soliti Braves,in calo,e ai rinnovati Phillies di Jim Thome e Kevin Millwood.

Quindi non ci resta che attendere lo svolgimento dei prossimi mesi della regular season per scoprire se l'immenso talento dei Mets rimarrà  inespresso oppure emergerà  e consentirà  alla squadra di Mike Piazza di raggiungere i play-off e, chissà , magari anche le World Series,dove sono sicuro tutti i tifosi non solo newyorkesi vorrebbero ritrovare gli Yankees per vendicare la finale 2000 che vi assicuro,io ero nella Grande Mela in quel periodo, non è stata ancora dimenticata.

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