Ottava difficile per i Celtics

McCarty fa quello che può, esalta il pubblico, ma Tony Battie è di un altro spessore

Boston Celtics @ Orlando Magic 95-101
Memphis Grizzlies @ Boston Celtics 89-96
Portland Trail Blazers @ Boston Celtics 108-103

Il general manager Chris Wallace la scorsa estate è stato costretto a costruire il roster con particolare attenzione al portafoglio, quindi solo 12 giocatori stipendiati, il minimo tra tutte le squadre NBA. Questa limitazione, amplificata dalla decisione del coach Jim O'Brien di utilizzare una rotazione di 8 giocatori, sta dando i suoi amari frutti.

È bastata un'influenza di Antoine Walker e di Tony Battie, una distorsione alla caviglia dello stesso Battie e soprattutto una contusione a Paul Pierce per creare più di un grattacapo ad O'Brien. Molto significative le parole di Walker: "Questa potrebbe essere la parte più importante della stagione per noi, un'opportunità  per riprenderci prima di un difficile gennaio. Abbiamo bisogno di tornare a giocare come siamo capaci di fare".

Parole che confermano come sia lui il vero leader morale dei Celtics, e lo dimostra anche coi fatti, giocando anche quando non sta bene (contro i Magic 9 punti nonostante l'influenza), e nelle partite successive guida i Celtics in punti e rimbalzi con medie molto vicine al 50%.

Piuttosto è Pierce il dubbio da chiarire: non è chiaro quanto sia grave la contusione alla caviglia, quindi buona prova contro i Magic, ma per tutta la settimana il suo tiro assolutamente non entra. Il 32% dal campo ed il 16% da tre punti sono cifre molto basse, e se Walker si è ripreso, per quanto riguarda Pierce si fatica a trovare uno spiraglio di invertire il trend negativo. Il timore è che ci sia qualche strascico, fisico o psicologico, del timore scampato dell'infortunio al ginocchio di un paio di settimane fa o di qualche altra motivazione sconosciuta. Oppure è solo una pausa, che dura già  da due/tre settimane.

In questo contesto lo scatto d'ira contro Ilgauskas s'inserisce purtroppo perfettamente in un complesso di problematiche forse parzialmente ignote, ma che possono portare a strascichi imprevedibili nel prossimo futuro. La sola speranza è che le buone recenti prove di Walker possano aiutare anche Pierce ad uscire dal recente periodo negativo.

Ad essere onesti Pierce ha mostrato anche aspetti positivi, come i tentativi di portarsi la squadra sulle spalle contro i Blazers, oppure gli 11,33 tiri liberi procuratosi nella settimana appena trascorsa, segno che la volontà  di andarsi a cercare il punto sotto canestro è ben presente.

Oltre a Pierce, c'è da segnalare la conferma che il settore play, partito molto bene ad inizio stagione, viaggia ora a corrente alternata, venendo a mancare un valido aiuto in termini di punteggio che i due mezzi play Tony Delk e Shammond Williams fornivano.

Chi cercava la conferma, ora l'ha avuta: dietro al febbricitante e poi infortunato Battie non c'è nessuno degno di sostituirlo, infatti Vin Baker non riesce a sbloccarsi (se mai gli succederà ) e Walter McCarty fa quel che può: tira da tre, prende qualche rimbalzo, ma a Boston serve altro.

Se riuscirò mai ad incontrare coach O'Brien quest'anno gli chiederò perché non mette in campo Kedrick Brown: l'originale rotazione attualmente è un po' saltata, quindi non ci sono più scusanti per non far giocare un giocatore che sono convinto possa dare molto alla squadra se solo gli si conceda la possibilità , invece ha collezionato due DNP e nell'unica partita dove ha giocato ha realizzato 4 rimbalzi e 4 punti in 12 minuti di gioco.

Era nell'aria, ed ora è arrivato l'annuncio ufficiale: il 31 dicembre 2002 i Celtics hanno dei nuovi padroni, è la Boston Basketball Partners di Wycliffe Grousbeck e Stephen Pagliuca, insieme al forte gruppo della Abbey, operante nel settore immobiliare.

Ora ci si attende quello che tutti auspicano: un roster più ampio per non essere limitati in allenamento ed in campo e far fare ai Celtics un ulteriore salto di qualità . Il problema è che adesso non ci sono free agent buoni liberi, quindi ci si dovrà  accontentare di quello che si trova.

I nomi dei free agent papabili non sono di grido, tra questi: Danny Manning, Grant Long ed Amal McCaskill. Altri veterani che possono arrivare sono: Horace Grant, Soumalia Samare, Oskar Torres e Tyrone Nesby. Scorrendo i nomi si possono notare come ci sono dei veri ruderi, pronti per l'imbalsamazione, non atleti pronti a scendere in campo per difendere i colori biancoverdi.

Purtroppo l'occasione per prendere qualche buon free agent era la scorsa estate, invece è stata gettata al vento, quindi adesso bisogna accontentarsi, ma piuttosto di prendere qualcuno a tutti i costi, personalmente preferisco che il roster rimanga quello attuale.

Intervistato per quest'argomento, Wycliffe ha dichiarato che non bisogna chiedersi se il roster verrà  ampliato, ma quando. La volontà  c'è, la speranza è se sapranno anche gestire bene la faccenda.

La fine della settimana prossima vede l'inizio della prima trasferta ad ovest, che vedrà  un totale di tre gare contro squadre della Western Conference, un primo assaggio dell'altra costa. La settimana prossima ci saranno le seguenti gare:
lunedì in casa contro Washington;
mercoledì a New Orleans;
venerdì a Dallas.

Purtroppo le ultime vicende dei Celtics non permettono di considerare non dico facili, ma almeno non particolarmente problematiche, le partite contro squadre deboli, quindi sia Washington, che non riesce a stare sopra il .500 di record, che New Orleans, in leggera difficoltà  come i Celtics, si possono considerare squadre ostiche, il cui risultato non è affatto scontato.

Il primo incontro della prima trasferta ad ovest è contro Dallas, la quale attualmente ha il miglior record della Lega con l'84% di vittorie.

Il nuovo anno ha dato una prima scossa alla classifica, ed alcune delle squadre che erano tra le prime posizioni perdono contatto. Restono al comando delle due division New Jersey ed Indiana, Detroit rimane in zone alte, mentre Boston, Phila e New Orleans perdono contatto.

Adesso che iniziano le trasferte ad ovest si potrà  verificare non solo la forza tecnica dei Celtics, ma anche quella psicologica, perché dove non arriva la tecnica, arriva il cuore. Boston ha dimostrato d'avere una gran tenuta psicologica, adesso è il momento di tirarla fuori.

A risentirci la settimana prossima.

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