Il coach di Ohio State Jim Tressel esulta dopo la vittoria nel Fiesta Bowl
La stagione del College Football è arrivata finalmente al momento più atteso da tutti gli appassionati: il Fiesta Bowl di Tempe, Arizona che determina la vincitrice del titolo nazionale; quest'anno il BCS National Championship Game ha messo di fronte le uniche squadre imbattute, Miami e Ohio State.
Alla vigilia della partita i pronostici sono tutti per Miami, proveniente da 34 vittorie consecutive e pronta a doppiare il titolo dell'anno precedente: i bookmakers danno un vantaggio di 11 punti e mezzo per gli Hurricanes.
Ma i Buckeyes non si fanno intimorire e già dalla prima serie iniziano a mettere sotto pressione il QB di Miami Ken Dorsey, mettendolo a terra due volte: ciononostante Miami prende un vantaggio di 7-0, grazie al TD pass da 25 yards proprio di Dorsey per il WR Roscoe Parrish.
Quando, nel drive successivo, il CB Sean Martin intercetta un lancio di Craig Krenzel, l'inerzia sembra ormai nelle mani di Miami; tuttavia, la difesa di Ohio State continua a dominare, creando non pochi problemi agli avversari.
Nel secondo quarto due intercetti e un fumble da parte di Dorsey rimettono in corsa i Buckeyes che vanno al riposo in vantaggio 14-7, con i TD su corsa di Krenzel e del RB Maurice Clarett: le previsioni di facile vittoria sono state completamente sbagliate!
All'inizio del terzo quarto Ohio State segna un FG, ma poco prima del cambio di campo finale Willis McGahee, il RB di Miami, riduce le distanze con un TD da 9 yards; ormai la partita è già diventata una classica.
A 11:39 dalla fine dei regolamentari avviene uno dei momenti chiave: dopo aver ricevuto uno screen pass, McGahee viene placcato duramente e subisce un brutto infortunio al ginocchio che lo obbliga ad uscire dal campo; la fantastica difesa di Ohio State lo ha limitato a sole 67 yards in 20 portate e 1 TD.
Sul 17-14, Parrish commette un fumble e Miami sembra ormai spacciata, ma un incredibile ritorno di punt da 50 yards dello stesso Parrish dà ai campioni in carica un 1st and 10 a sole 25 yards dalla endzone avversaria; sebbene Dorsey non riesca a segnare un TD, il kicker Todd Sievers con un FG da 40 yards pareggia la situazione: per la prima volta una partita per il titolo nazionale viene decisa ai supplementari.
Il regolamento dell'OT nella NCAA è diverso da quello della NFL, infatti ad ogni squadra è concessa una serie, partendo dalla linea delle 25 yards avversarie: quando tutte le due formazioni hanno completato il loro drive finisce un periodo e si confrontano i risultati; se il punteggio è in parità , si procede ad un successivo periodo.
Miami ha il possesso d'apertura e Ken Dorsey trova Kellen Winslow con un TD pass da 7 yards; gli Hurricanes si portano in vantaggio per la prima volta dopo il 7-0 iniziale.
Il drive di Ohio State, invece, è molto più difficoltoso: dopo una penalità , un sack e un passaggio incompleto, Krenzel deve fronteggiare un impossibile 4th and 14, ma riesce incredibilmente a trovare Michael Jenkins per un guadagno da 17 yards.
La serie, purtroppo, è ancora problematica, tanto che la difesa di Miami forza un delicato 4th and 3 sulla linea delle 5 yards: passaggio di Krenzel per Chris Gamble, ma la palla cade incompleta; la panchina e i tifosi di Miami esplodono, quando""
Il field judge Terry Porter lancia il fazzoletto giallo, segnalando un'interferenza del CB Glenn Sharpe (un freshman): la decisione dell'arbitro è aspramente contestata, ma irrevocabile. Intervistato nel dopo-partita, Porter spiegherà il motivo della penalità :
“I saw the guy holding the guy prior to the ball being put in the air. He was still holding him, pulling him down while the ball was in the air. I gave the signal for holding. Then I realized it should be pass interference because the ball was in the air.”
Porter, inoltre, affermerà di aver aspettato un paio di secondi prima di lanciare la flag perché voleva essere sicuro della sua decisione: "I wanted to make double sure it was the right call.”
Poco dopo, Krenzel con una sneak pareggia il conto e forza un secondo supplementare.
Questa volta è Ohio State ad avere il possesso iniziale e segna un TD con Maurice Clarett: ora la pressione è sugli Hurricanes che addirittura perdono per un gioco Dorsey, infortunatosi e sostituito dal back-up Derrick Crudup.
Rientrato in campo, Dorsey ha un 1st and Goal sulle 2 yards, ma la difesa di Ohio State resiste per i primi tre tentativi: al quarto down, il QB di Miami prova ad effettuare un lancio, ma questo cade incompleto; la partita è finita e Ohio State ha vinto 31-24.
Il Fiesta Bowl 2003 entra di diritto nella lista delle partite più spettacolari e appassionanti di sempre.
Per la prima volta dal 1968 i Buckeyes possono festeggiare il titolo nazionale, mentre la Big Ten ritorna sul tetto del College Football cinque anni dopo il successo di Michigan (anche se diviso con Nebraska): il merito va alla splendida difesa che non si è fatta spazzare via dall'attacco di Dorsey e McGahee, ma ha addirittura recuperato cinque palloni. Anche il QB Craig Krenzel è stato fantastico, non tanto per i passaggi (7 su 22, 122 yards, 0 TD, 2 INT), ma per le corse (19 portate, 81 yards, 2 TD): questa performance gli è valsa il titolo di MVP del Fiesta Bowl; buona anche la prestazione di Maurice Clarett, autore di 2 mete importantissime.
Ad ogni modo, il grande artefice della vittoria finale è il coach Jim Tressel che, alla seconda stagione ad Ohio State, ha portato la squadra al successo: Tressel ha creato un gioco non spettacolare, ma sicuramente efficace e vincente; negli anni '90 Tressell aveva condotto Youngstown State a quattro titoli nazionali nella Division I-AA.
La delusione per gli Hurricanes, invece, è grande in particolare per il QB Ken Dorsey che ha finito la sua carriera universitaria con un bilancio di 38-2: le 296 yards lanciate sono sicuramente ottime, ma i due intercetti, il fumble e i quattro sack hanno condannato Miami alla prima sconfitta dal settembre 2000; da menzionare la prestazione del WR Kellen Winslow, autore di 11 ricezioni per 122 yards.
Il Fiesta Bowl, evidentemente, è una partita maledetta per Miami: gli Hurricanes hanno partecipato per quattro volte alla sfida di Tempe, rimediando tuttavia quattro sconfitte.
Finita la partita, gli allenatori e i giornalisti hanno preparato i ranking finali; analizziamo insieme le prime dieci posizioni:
1. Ohio State
2. Miami
3. Georgia
4. USC
5. Oklahoma
6. Kansas State (ESPN - USA Today); Texas (AP)
7. Texas (ESPN - USA Today); Kansas State (AP)
8. Iowa
9. Michigan
10. Washington State
Deludente è la situazione di Florida State inserita al 21esimo posto dai giornalisti e al 23esimo dagli allenatori.
Intanto i massimi dirigenti della NCAA e delle principali conference si riuniranno per discutere sul futuro della Bowl Championship Series e su un eventuale sistema di playoff; la BCS resterà in vigore ancora tre stagioni, ma intanto si sta già pensando in avanti.
Pare difficile un ritorno al vecchio sistema, anche se le controversie riguardo alla BCS rimangono molto elevate; inoltre va valutata la situazione del Rose Bowl che quest'anno, con 86.848 spettatori, ha registrato il peggior risultato dal 1944.
Ciononostante il coordinatore della BCS Mike Tranghese ha affermato: “I think we had a system 10 years ago that was awful, Ten years ago, Ohio State wouldn't be playing Miami. The BCS solved that.”
(Le dichiarazioni di Terry Porter e Mike Tranghese provengono dal sito www.espn.com)