23 punti, 7 rimbalzi e 5 assists per Steve Francis contro gli Hornets
Utah Jazz @ Houston Rockets 96-91
New York Knicks @ Houston Rockets 99-83
New Orleans Hornets @ Houston Rockets 85-97
Gran brutta settimana, sportivamente parlando, quella appena trascorsa dagli Houston Rockets.
Dopo la sconfitta patita contro i Timberwolves di Kevin Garnett (98-86), la squadra di coach Tomjanovich cercava un pronto riscatto al Compaq Center contro gli Utah Jazz del duo Stockton-Malone.
A meno di tre minuti dalla fine della partita un blackout costringeva i contendenti a disputare l'incontro praticamente al buio; purtroppo per i Rockets, la luce si spegneva anche in cabina di regia e così i mormoni riuscivano a portare a casa un'importante vittoria mentre Yao Ming e compagni, pur con percentuali di squadra egregie (54%) incassavano il secondo KO consecutivo.
La partita dimostrava in modo inequivocabile quanto l'esperienza giochi un ruolo importante nel mondo dei pro. Lo Stockton-to-Malone ha messo in crisi il sistema difensivo dei Rockets e, nei minuti finali, la classe delle due stelle ha fatto la differenza, in particolare Malone ha disputato un gara bellissima, degna della miglior ala grande della storia dell'NBA.
La squadra texana dal canto suo è formata da giocatori giovani, con grandi margini di miglioramento ma ancora da "svezzare" nelle situazioni in cui la palla pesa davvero quanto un macigno.
Lo stesso Cuttino Mobley, commentando la prestazione di Malone ha detto che "quando sei nella Lega da così tanto tempo, è difficile che tu possa commettere errori nei minuti finali".
L'incontro successivo pareva essere il toccasana adatto per riprendere a macinare vittorie nella Western Conference ma, al contrario, ha portato con sé nuovi interrogativi circa la reale consistenza di Houston.
L'avversario, quei New York Knicks alla deriva sulla costa atlantica, non erano, sulla carta, che la vittima ideale da sacrificare al Dio del canestro del Compaq Center, ma i sogni e le speranze di coach Tomjanovich si sono trasformati in un vero e proprio incubo.
La prestazione della squadra è stata pietosa: 23 su 78 dal campo (29.5%), peggior percentuale nella storia della franchigia, e vittoria per gli increduli newyorchesi.
Una boccata d'ossigeno è finalmente arrivata contro New Orleans ma non si è trattato di una passeggiata. Dopo il miglior primo quarto della stagione (33-21 con il 68% al tiro), le idee parevano nuovamente abbandonare i Rockets nel terzo periodo (solo 7 punti segnati, un altro record negativo per la franchigia). Nel finale però Mobley, Ming e Francis ritrovavano fiducia e ritmo chiudendo la partita.
A questo punto è d'obbligo una riflessione. Il recente calo dei Rockets, e in particolare il crollo con i Knicks, è figlio dei bagordi natalizi oppure manca realmente qualcosa alla squadra, per esempio la capacità di vincere partite con squadre nettamente inferiori?
Dopo due mesi di regular season è forse prematuro esprimere giudizi definitivi ma è innegabile il fatto che Houston sia una squadra capace di vincere e perdere con chiunque. I Kings, gli Spurs, i Pacers, i Sixers si sono dovuti inchinare alle magie di Francis e alla potenza di Yao Ming ma, allo stesso tempo, squadre come i Grizzlies, i Clippers e per ultimi i Knicks sono riuscite a sabotare il motore dei "razzi".
Analizzando le prestazioni dei singoli si nota come nelle ultime partite le percentuali al tiro di giocatori chiave quali Yao e Cuttino Mobley sia calata vistosamente, sebbene la squadra presa nel suo insieme abbia offerto una buona prestazione in attacco contro i Jazz, mentre il numero delle palle perse è aumentato; anche la difesa sembra aver perso smalto, basti pensare ai 99 punti concessi ai malandati Knicks di quest'anno.
Uno dei più critici è stato Glen Rice, il veterano della squadra: "Ciò che mi sorprende è la nostra inconsistenza" siamo un team giovane che tende a fare troppi errori e a non imparare da questi".
Per i Rockets è dunque arrivato il tempo di riordinare le idee e, soprattutto, di non lasciarsi prendere dal panico, visto il numero di partite che ancora manca al termine della stagione regolare; i playoff sono a portata di mano e le possibilità per fare bene anche nella post season ci sono tutte ma, per dare un segnale forte alle altre squadre e, soprattutto, a se stessi, è necessario non ripetere figuracce come quella di venerdì, per non perdere contatto con le zone alte della classifica.
I prossimi impegni casalinghi con Milwuakee e Golden State, squadre non di primissimo livello, ci diranno se la squadra ha imparato la lezione.
La vittoria contro gli Hornets inoltre ha confermato che a Houston manca la continuità e quindi la capacità , probabilmente più mentale che fisica, di reggere 48 minuti ad alto livello; le pause regalate agli avversari rappresentano un problema da risolvere in fretta e, ovviamente, spetterà a coach Tomjanovich il compito di rendere i giocatori competitivi e concentrati per tutto l'arco della partita.
In chiusura due buone notizie.
La prima proviene dal fronte delle votazioni per l'All Star Game di Atlanta del prossimo febbraio: Steve Francis e Yao Ming sono secondi nelle loro rispettive posizioni, per quanto riguarda i voti fino ad ora pervenuti (e pensare che il cinese è al suo primo anno di NBA).
La seconda invece arriva direttamente da radio mercato: Houston ha acquistato la guardia James Posey, al termine di uno scambio a tre con Denver e Philadelphia; i Nuggets hanno otenuto le ali Mark Bryant e Art Long, più un futuro "first round draft pick" da Philadelphia e un "second round draft pick" da Houston. Il tutto si è chiuso poi con la cessione di Kenny Thomas ai Sixers.
Attualmente Posey viaggia a 14.1 punti, 5.8 rimbalzi, 3.1 assists e 1.28 palle rubate a partita.
Chi vivrà vedrà . Buon Anno a tutti!
Stay tuned!