Il meglio e il peggio dell’NBA

Paul Pierce, due punti col botto per battere i Magic.

VOTO 10: Paul Pierce
Il bottino settimanale è semplicemente strepitoso: 27ppg, 7rpg, 5ast. 3stl e solo 2 palle perse a partita. I Celtics stanno letteralmente volando grazie al proprio miglior giocatore (anche se obiettivamente favoriti da un calendario non impossibile).

Rispetto all'anno scorso “Da Truth” ha capito che spesso per la sua squadra, più che 50 punti tirando sempre, può essere più vantaggioso giocare in modo più sobrio e controllato, magari metterne solo 25 gestendosi per gran parte della gara ma poi salendo in cattedra nei momenti cruciali.

In passato ad esempio dopo gare in sordina lo vedevamo esplodere con prestazioni dirompenti nella gara successiva, prestazioni che esaltavano i tifosi del bel basket ma non sempre si traducevano in vittorie, perchè toglievano spazio e ritmo ai compagni: quest'anno ha attraversato momenti di carestia offensiva clamorosi per uno come lui ma anzichè strafare ha messo in mostra una lucidità  notevole.

Si diceva che l'ultimo gradino che lo separa dall'Empireo è imparare a gestirsi, a capire che se mette in campo tutto quello che ha dal primo minuto poi si trova spompato negli ultimi due, che in una gara può anche segnare una manciata di punti ma deciderla lo stesso mettendone due cruciali, o concentrandosi su altri aspetti del gioco (la difesa, i rimbalzi, far giocare i compagni). Beh, siamo sulla buona strada…

VOTO 9: Mavericks @ Lakers
Chiamatela “the game”, attendendo le sfide dei playoffs… Una gara in cui è successo veramente di tutto, per tre quarti abbiamo ammirato una macchina perfetta che triturava i campioni del mondo in attacco e li contenenva senza sforzi in difesa, con un Nash machiavellico, un Nowitzki infallibile, un Finley bionico, instancabile in difesa a raddoppiare in continuazione sul combo.

Poi però abbiamo visto la reazione da leoni dei Lakers, la seconda rimonta di tutti i tempi nel quarto periodo, Shaq che non vuole uscire dal campo, Kobe che dopo tre quarti di mediocrità  entra in quello stato mentale in cui può tutto, e che solo a lui è concesso raggiungere.

Alla fine della partita ci rimane la sensazione che i Mavs non escano per nulla ridimensionati, anzi hanno dimostrato di essere i migliori del lotto al momento, mentre i Lakers potrebbero aver trovato la scossa emotiva per riscuotersi da un inizio di stagione disastroso.

VOTO 8: Giuanìn Wagner
Tanto il suo nome l'hanno già  storpiato in ogni modo… Esordio col botto per il rookie da Memphis, che nella sua prima settimana al piano di sopra ha messo a libri prestazioni e cifre davvero notevoli. Ovviamente non sono cifre che aiutino la squadra, per il momento il ragazzo gioca per se' stesso, per divertirsi e divertire la Gund Arena.

Se il buon giorno si vede dal mattino abbiamo già  trovato un membro onorario di quel ristrettissimo club di giocatori che spaccano in due gli appassionati, fra chi si accontenta di rimanere abbagliato dalle loro prestazioni individuali e chi vorrebbe magari meno highlights e più lavoro al servizio della squadra… ma per ora godiamocelo così, per discuterne abbiamo molti anni ancora.

VOTO 7: Kevin Garnett
20 punti, 15 (!) rimbalzi e 8 (!!!) assist di media in settimana sono cifre d'altri tempi, cifre che fanno davvero impressione. Ma tant'è i Wolves sembrano aver fatto più di un passo indietro rispetto alla stagione scorsa: il record di 11-10 è mediocre, perchè a parte i Mavs le squadre dell'Ovest di medio-alto livello sono quasi tutte in fase di rodaggio, senza contare che ben 6 di queste dieci sconfitte sono arrivate contro squadre dell'Est.

I lupi dovrebbero essere una squadra collaudata, compatta, che gioca a memoria, ma non danno per nulla questa impressione. Revolution gioca alla grande su due lati del campo, ma continua a non smentire tutti quei piccoli, fastidiosi “ma” che lo perseguitano ormai da anni (esempio: “è forte, sa fare tutto, MA nei momenti cruciali passa i tiri decisivi”), e soprattutto il suo rapporto conflittuale con Wally World sembra particolarmente deleterio per la squadra di Saunders (in ogni caso WW è fuori per un po', se questo sia un bene o un male per KG e i Wolves decidetelo voi).

VOTO 6: Antawn Jamison
Dei Warriors non parla praticamente mai nessuno (e giustamente, perchè nonostante il tanto talento stanno attraversando l'ennesima stagione mediocre), e anche quando se ne parla le copertine sono tutte per il duo Arenas-Richardson.

Del buon Antawn non si ricorda quasi più nessuno, eppure è lui il giocatore più continuo della squadra; sta giocando il miglior basket della sua carriera, e lo fa quasi sempre in silenzio, senza voler strafare, senza pretendere le luci della ribalta; questa settimana è andato in doppia-doppia di media (30 e 10).

Non è e probabilmente non sarà  mai un leader, nè fornirà  mai prestazioni in grado di giustificare pienamente il suo contrattone, ma per questi Warriors che non si decidono a crescere può bastare anche così.

VOTO 5: Jason Richardson
Alterna prestazioni eccezionali (in tutti i sensi, perchè sono gare splendide ma anche perchè sono l'eccezione alla regola) ad altre del tutto anonime, tira col 36% scarso dal campo, e più in generale non da' i segni di miglioramento che erano attesi dopo la stagione d'esordio. La stagione è ancora lunga e ha tutto il tempo per salire di livello, ma il timore è che il gulag-Warriors instilli in lui il “virus” della mediocrità , del “potrei ma non voglio”.

VOTO 4: Morris Peterson
Un'altra grande delusione di questo inizio di stagione: in contumacia Carter i Raptors dovevano e potevano essere la SUA squadra, con più responsabilità  ma anche molte più opportunità  per salire di livello: non è successo, la sua prima parte di stagione non ha lasciato tracce indelebili nei cuori degli appassionati e (quel che è peggio) dei suoi dirigenti, che non sembrano più tanto entusiasti di lui.

Deve scuotersi e giocare ad un livello di intensità  e concentrazione molto superiore se vuole essere qualche cosa di più che un gregario per il resto della sua carriera, perchè certe occasioni capitano di rado, e nell'NBA è molto facile trovarsi appicciciata addosso un'etichetta scomoda.

VOTO 3: Cleveland Cavs
Va bene puntare al Lebron derby, ma qui la situazione sta diventando antipatica. Riepilogo: i Cavs partono con l'intenzione chiara di vincere meno possibile ma almeno divertendo il pubblico; nelle prime gare però non solo divertono ma vincono pure, grazie ad un Ilgauskas alla Sabonis e soprattutto ad un Ricky Davis entusiasmante.

A questo punto nascono i problemi, Ricky inizia ad avere attriti con i compagni, finchè arriva il colpo di scena: coach Lucas e la dirigenza partono con le reprimende pubbliche verso la stella della loro squadra, con tanto di sospensione punitiva per due giornate.

Ora, il ragazzo ha sbagliato e non c'è dubbio (vedi votaccio in questa rubrica ancora fresco di inchiostro), ma francamente l'impressione data dalla dirigenza è quella di volergli tarpare le ali perchè… gioca TROPPO bene, e gli farebbe vincere qualche partita di troppo, impressione avvalorata dal fatto che le due giornate di sospensione per gravi contrasti con il compagno Bimbo Coles in astratto ci stanno, ma è un po' come se i Lakers punissero Kobe per una litigata con Tracy Murray, il rapporto di forze è quello.

L'ultima gara dei Cavs ha visto un Davis da 45 punti in 55 minuti in un doppio OT contro i Bucks, ma sembra che Ricky non abbia fatto mancare qualche commento piccato verso i compagni e il coaching staff colpevoli di non aver cercato la vittoria fino in fondo (tanto per dire, Ilga tolto all'inizio del primo OT con la gara in parità  e dimenticato in fondo alla panca…).

La situazione indubbiamente è spiacevole, se i Cavs riescono nell'impresa di sprecare anche il talento di Davis (e gli acquirenti alle porte non mancano, direi che non è esagerato quantificarli come almeno 28…) il significato dell'espressione “perle ai porci” sarà  un po' più chiaro a tutti.

VOTO 2: Steve Francis
Può sembrare ingeneroso per uno che viagga a 20+5+5 comodi in stagione, ma sta di fatto che “Franchise” in settimana ha tirato con poco più del 30% dal campo, con quasi più palle perse che assist, e soprattutto continua imperterrito a giocare la sua pallacanestro, e non quella che servirebbe alla squadra.

Ormai non c'è più un solo appassionato che non abbia visto una gara dei Rockets e non si sia chiesto “Ma perchè la palla a Yao la danno così poco? Perchè quei tiri senza senso quando c'è un'arma devastante sotto canestro che aspetta solo di essere innescata?”.

Beh, è molto presto per dirlo, ma la risposta potrebbe essere “perchè Francis sa mettere grandi statistiche in una squadra mediocre ma non può essere il leader di una squadra vincente”, e se così fosse il managment dei texani dovrebbe rivedere le proprie valutazioni, e fare qualche scelta dolorosa. Sta di fatto che Yao è una miniera d'oro sfruttata solo in minima parte (e l'alibi del “gestirlo gradualmente” regge solo fino ad un certo punto), e sembra chiaro già  adesso che uno dei due leader della squadra, Francis e Mobley, è assolutamente di troppo in questo contesto tecnico.

VOTO 1: Chicago Bulls
Il terzo peggior record della lega è inspiegabile se guardiamo al talento a disposizione, l'unico alibi è dato da un calendario che Krause a ragione definisce come il più duro di tutta l'NBA in questo inizio di stagione. Sta di fatto però che nessun giocatore ha colpe particolari ma tutti giocano benino ma senza dare il massimo, i mugugni di Rose e altri contro il Triangolo sono ormai un fatto giornaliero, i giocatori scontenti che vorrebbero trovare una sistemazione migliore sono più d'uno, e Krause si ritrova con più gatte da pelare di quanto immaginasse ad inizio stagione.

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