Van Horn è pensieroso: numerosi giocatori nel suo stesso ruolo scalpitano in squadra…
Non ci fossero state le due trasferte in terra texana, si potrebbe e si dovrebbe solo parlare bene di questi Sixers. Nelle ultime due settimane i ragazzi di Larry Brown si sono tolte parecchie soddisfazioni.
Hanno battuto l’acerrima rivale, Boston, trovando per l’occasione un Coleman incisivo per davvero con 20p e 6 rimbalzi; hanno beffato per la seconda volta Michael Jordan e i Wizards, con uno strepitoso Iverson (35p) e un Gregg Buckner ancora decisivo di fronte a “Sua Maestà n.23”.
Una grande vittoria contro New Orleans, scendendo in campo con il coltello tra i denti, vista la poco piacevole sconfitta di cui si è detto qualche giorno fa nella terra della Jazz Music. Altre due vittorie con Miami e Cleveland, insomma, in un totale di 8 vittorie consecutive, Iverson &C. avevano da trarne segnali positivi.
Philly, molto baldanzosa e, a questo punto, con gli occhi di molti media puntati addosso, ha preso l’aereo per atterrare in Texas, dove gli Spurs hanno accolto la compagnia di Brown offrendo spettacolo tra le proprie mura, e dove i Rockets hanno preso a bordate i Sixers, con Mobley imprendibile e con Yao Ming decisivo.
Nonostante Philly non abbia ancora vinto una “vera” trasferta, ovverosia in un campo considerato difficile da espugnare,se si esclude Washington, queste due sconfitte non turbano troppo l’animo del team.
“Contro gli Spurs – dice Brown – abbiamo disputato una buona gara. Altre squadre ne avrebbero presi 30 contro una squadra così forte che gioca in quel modo. E’ più dura da accettare la sconfitta di Houston, ma non si deve dare la colpa ad Iverson, non abbiamo perso perché lui non ha giocato bene, abbiamo perso perché tutti quanti hanno giocato male”.
Caso o non caso, queste due sconfitte sono giunte con le due peggiori prestazioni del n.3 (21 p. contro San Antonio con 9/30 dal campo e 11 p. contro i Rockets), ma probabilmente ha ragione Larry Brown, anche perché Philadelphia non manca di uomini con “mani educate”, che possano ovviare alle pause di “The Answer”.
“Quando vieni da otto vittorie consecutive – dice Allen – sei davvero gasato, due sconfitte consecutive non ti devono abbattere, ma ti devono far restare con i piedi per terra. Contro i Rockets, mi sentivo pesante, ho giocato lento, così come tutta la squadra.”
Ha recuperato dall’infortunio Monty Williams, che darà ancora più benzina alla “bench” dei Sixers; 7 p. in 13’ contro i Celtics, opaca la sua prestazione a Houston, ma prezioso lo sarà presto. Con lui Brown ha un’ampia scelta di quintetti da poter schierare,soprattutto con la grande varietà di ali che ha a disposizione.
Il quintetto ideale di Larry Brown sembra essere quello che prevede inamovibili Iverson, Snow e McKie, poi MacCulloch e Coleman contro le squadre di peso, con Van Horn da ala piccola (ruolo nel quale non è ancora affidabile), e Van Horn e Coleman con le squadre più leggere, con Todd in panchina e Buckner e Williams spesso utilizzati da ali piccole.
Nessuno si dimentica di Skinner che viene utilizzato per difendere il post o per Coleman o per MacCulloch; il suo “minutaggio” cala anche perché si vocifera che Derrick detesti partire dalla panchina.
“Ho a disposizione 10 uomini, il nostro lavoro è vincere le partite,se Coleman viene da me mi dice che per lui è importante partire in quintetto, io lo faccio partire così. Lui è un grande giocatore per me. Ma devo far capire a lui e a Williams come giocare insieme. Penso sia importante trovare un tipo di rotazione che possa sfruttare al meglio tutti i miei ragazzi.”
Se guardiamo il minutaggio di Philly contro i Sixers, le parole del coach non sembrano certo vuote:Coleman 24’,MacCulloch 21’,Skinner 17’, Williams appena rientrato con 13’ spiega i 32’ di Van Horn.
Philadelphia, sconfitte texane a parte, è sicuramente una squadra che all’est può e deve andare lontano, vista la qualità e la versatilità dei suoi uomini. Una sconfitta netta, come quella di Houston, si spiega anche con il calo fisiologico che si impone alle compagini Nba, viste le 80 partite da disputare senza contare la post-season.
Cercare di trovare spiegazioni tecniche alle sconfitte degli ultimi giorni potrebbe non essere la via giusta.
Adesso ricaveremo certamente qualche responso, in un mese scarso in cui Phila affronterà 7 trasferte, delle quali 6 consecutive, andando a trovare Indiana, Dallas, Phoenix e dovendo ricevere in casa, Lakers, Seattle e gli stessi Suns.