Siamo sicuri che il Shawn Kemp attuale possa anche solo pensare di poter fermare Double-P?
New Orleans Hornets @ Boston Celtics 86-95
Boston Celtics @ Orlando Magic 102-97
Boston Celtics @ Philadelphia 76ers 93-99
Boston Celtics @ New York Knicks 91-80
Sta diventando monotono, ma certe volte la monotonia è una bella cosa. Immaginatevi una mattina qualunque di sedervi sul vostro computer, accedere ad internet e vedere che la vostra squadra preferita, i Boston Celtics, hanno vinto ancora una volta, oppure se riuscite a vederla in diretta via satellite od in qualunque altro modo, ed a fine gara i Celtics hanno un punteggio più alto degli avversari. Eh si, talvolta la monotonia è una bella cosa.
Regolati gli Hornets ed i Magic di misura, dimostrando che ne sono superiori, qualche difficoltà c’è indubbiamente stata contro Phila, uscita nettamente rinforzata dallo scambio della scorsa estate, nel quale hanno avuto, praticamente regalati, Van Horn e McCollouch, sbolognando un peso quasi morto come Mutombo. Grazie ai Nets, ora la squadra della Pennsylvania arriverà sicuramente nelle prime posizioni della Eastern Conference.
“Vogliamo lasciare Phila come un’esperienza che ci ha insegnato come se fosse una lezione (scolastica). Obiettivamente, alla fine della stagione speri che quel tipo di gara non torni perché fa male, infatti la nostra Division è così equilibrata che una o due partite vinte o perse possono farti scalare la classifica”, parole di Tony Delk, segno che ha capito benissimo la situazione. L’auspicio è che la sconfitta contro i ‘76ers sia usata effettivamente come utile esperienza per il futuro.
Delk sa dire la sua anche sul campo, ed obiettivamente si sta rivelando la vera sorpresa dei Celtics perché non si pensava che potesse giocare a questi livelli. Chiaramente non può competere ad armi pari contro un Kidd od un Bibby, ma è la cosa più vicina ad una terza opzione, assieme al suo back-up e mezza sorpresa Shammond Williams, che i Celtics cercano da anni.
Incredibile la costanza nei punti di Paul Pierce, nonostante i 19 segnati nella gara contro NY, ma lì il quintetto era in panca fin da metà dell’ultimo quarto, a partita ormai vinta. 30, 27 e 34 punti nelle altre tre partite ha portato la guardia-ala dei Celtics al quarto posto assoluto dei marcatori, dietro a tre giocatori che fanno tutto loro nelle rispettive squadre: McGrady, Iverson e Briant. In ogni caso i 25,1 punti di media sono inesorabilmente destinati a salire se Pierce continuerà su questo ritmo.
Chi invece tende ad esagerare un po’ nei tiri, non sempre con medie brillanti, è Antoine Walker. Ritengo che dovrebbe cercare di contenere i suoi 19,5 tiri tentati dal campo a partita, rilevato anche che la sua media punti non è altissima, 21,4. Non ne è da meno Pierce, che comunque con i suoi 21,2 tiri a partita non è ai livelli, per esempio, di un Kobe Briant, che attualmente è a quota 23,0 tiri.
Il reparto lunghi è sostenuto da Tony Battie, che non sarà mai un marcatore da 20 punti a partita, ma trova sempre il suo spazio, e con medie di tutto rispetto, 57,4%, nettamente il migliore di tutta la squadra.
Non si può dire qualcosa di bene, invece, di Vin Baker, che gioca molto al di sotto della più pessimistica previsione di inizio campionato. Tira poco, 4,2 tiri tentati a partita, e la sua media in punti e rimbalzi, 5+4, è desolante. Io lo aspettavo nella seconda parte della stagione, ma iniziano a venirmi dei dubbi su una sua reale incisività . Anche il suo minutaggio sta calando, e questo non è mai un buon segno.
Ora parola a Paul Pierce: “Giochiamo ogni partita, senza paura e senza cercare scuse. Così abbiamo giocato l’anno scorso, ed in questa maniera andiamo avanti quest’anno. Penso che molte persone ci abbiano sottovalutati. Se parli dell’NBA, parli di New Jersey o di Philadelphia (nella Eastern Conference, n.d.r.), non ce ne sono molti che parlano dei Celtics, ma questo mi va anche bene. Ci stiamo avvicinando lentamente (come gioco) ai top teams. Siamo partiti da 0-2, ma ci siamo risollevati, stiamo indiscutibilmente andando a lanciare la sfida ai top team dell’Est”. Parole sante.
Dopo un’attesa durata 18 partite, è finalmente rientrato Kedrick Brown, l’ala proveniente da Okaloosa-Walton che ha dovuto attendere fino ad ora per giocare a causa di un infortunio. “Mi sento veramente bene” è il commento di Kedrick, “finalmente ho la possibilità di giocare quest’anno, devo prendere queste uscite ed acquisire confidenza, continuando con i progressi”.
Coach O’Brien smorza gli entusiasmi su Brown: “lavorerà dietro le quinte e dovrà mostrare che è pronto per giocare con quello che riuscirà a fare in allenamento”. Questo perché l’attuale rotazione ad 8 giocatori ha finora reso molto bene, portando i Celtics ad un record di 13 vinte e 6 perse, ben il 68% di vittorie, ed O’Brien teme che l’arrivo di Brown possa creare qualche scompenso. Se, come si spera, dimostrerà di poter tenere il campo e dare qualcosa di più di Walter Mc Carty e soprattutto di Eric Williams, coach Jim sarà ben felice di buttarlo nella mischia.
Personalmente ritengo che Kedrick abbia le possibilità di partire in quintetto già entro la fine dell’attuale stagione, al limite nella prossima, ma tutto questo dipenderà da come saprà superare l’infortunio e se la sua voglia di riuscire a sfondare nell’NBA sarà molto alta.
Una curiosità : quando è stato chiesto a Paul Pierce quale, secondo lui, poteva essere la canotta più venduta nell’NBA Store di Manhattan, a New York, la sua risposta è stata “Allen Iverson”. Invece no, è proprio la sua quella più venduta, la numero 34 dei Celtics. “Dovrebbe essere perché ne ho fatti 46 l’ultima volta che sono andato là ” è il commento di Double-P, riferendosi alla gara del 2 novembre contro i Knicks al Madison Square Garden di New York.
Larry Brown, coach dei ‘76ers e candidato ad allenare la prossima nazionale americana, ha dichiarato che sentirà personalmente tutti i giocatori che avranno intenzione di giocare per la nazionale, compresi sia Pierce che Walker. “esamini Boston e vedi che hanno due giocatori che meritano considerazione. Sono grandi giocatori che hanno reso migliore la loro squadra, questo a me piace”.
La settimana prossima sono in programma quattro gare:
lunedì a Boston contro Orlando;
mercoledì a Boston contro Phoenix;
venerdì a Boston contro Cleveland.
Potenzialmente i Celtics sono in grado di vincere senza troppi problemi tutte e tre le partite, anche se la sfida più ostica è quella contro Orlando, la quale non cede terreno dal gruppo di testa di sei squadre che, avendo un record superiore ai .625, sta dominando la Conference.
Phoenix è in piena trasferta, quindi abbastanza vulnerabile, mentre Cleveland è già in testa nel LeBron derby.
La caratura degli avversari e la forza dei Celtics dimostrata finora permette di sperare in un’ulteriore settimana positiva. Solo una sconfitta può considerarsi fisiologica, molto negativi altri risultati.
Appuntamento al prossimo fine settimana, probabilmente potremo festeggiare la quinta settimana positiva consecutiva.