Allen Iverson, letteralmente immarcabile per qualsisasi difensore NBA
Dieci giorni di fuoco che hanno visto Philadelphia in campo per sei volte, delle quali quattro in trasferta. Il bollettino dice “good time”. Un buon momento perché i Sixers si sono finalmente sbloccati in trasferta, anche se con qualche fatica di troppo, e perché hanno mantenuto inviolato il First Union Center centrando la settima vittoria casalinga.
Un buon momento anche per il ritorno di Derrick Coleman, che ha accettato, per ora, la panchina, rendendosi conto della necessità di trovare la propria miglior forma, e mettendosi a disposizone del progetto-Larry Brown.
Un buon momento per un Iverson sempre più grande, ed un buon momento per Eric Snow, che nel ruolo di playmaker sta producendo, con 8 assist per gara, uno dei suoi migliori avvii di stagione da quando calca i parquet.
Se si pensa alle quattro sconfitte che Phila ha subito è facile veder come siano stati tutti incontri che “The Answer” and “the guys” avrebbero potuto vincere, basta pensare all’ultima incredibile sconfitta contro gli Hornets, con il tiro di Wesley a fil di sirena.
Guardare agli aspetti positvi è cosa buona, ma per una squadra che vuole puntare in alto all’est, e Philly punta in alto, è doveroso guardare anche ai problemi.
La squadra soffre troppo, lo dicono tutti, lo dice Brown, lo dice Iverson, il numero uno fuori e il numero uno dentro al campo. Patisce dei black-out, che ad ogni match, rischiano di mandare in barca i Sixers. Contro i Wizards della coppia Stackhouse-Jordan, Philly si trovava avanti di tredici lunghezze a fine primo tempo, la partita era quasi in tasca, ma un calo nell’ultimo quarto riportava gli “Stregoni” a contatto con Michael Jordan, che, si sa, poco pericoloso non è.
Contro New York, felice per il ritorno di Sprewell, Phila spreca e si ritrova addirittura sotto nel finale, poi Van Horn, in collaborazione con MacCulloch risolve la partita.
Anche a New Orleans, dove la squadra ha giocato complessivamente bene, senza quel primo quarto che faceva segnare +19 per i padroni della “città del jazz”, non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di un finale punto a punto, e gli ex-vicecampioni del mondo avrebbero finito meglio. Persino al First Union con i Raptors derelitti di questi tempi,i 76ers al 12°erano già sotto di 14 punti.
Ed è vero come dice Allen Iverson, che la squadra, ne momenti di difficoltà , sa accelerare davvero sensibilmente il ritmo e il pressing difensivo, ma spesse volte, A.I. si trova a dover risolvere da solo le partite negli ultimi quarti , e questo non è sempre bene.
“Una squadra deve giocare forte quando si trova sotto di 10, ma deve giocare allo stesso modo quando è sopra di 10, non bisogna mai sottovalutare nessuno, nemmeno Memphis, che ci ha messo in difficoltà , poi sono stato fortunato a trovare due tiri pesati al momento buono ed abbiamo portato a casa la partita.”
L’unica sconfitta degli ultimi dieci giorni è stata quella contro gli Hornets , sconfitta pesante per come è avvenuta: Eric Snow serve ad verson l’assist del +1 Phila (98-97) a un minuto scarso dalla sirena, sull’altro fronte Wesly sbaglia, ma Iverson, sul recupero, non uccide la partita a 6” dal gong.
All’uscita del timeout, Mashburn, devastante fino ad allora, sbaglia il tiro, Snow va a rimbalzo, ma il pallone gli sfugge e va a depositarsi nell mani incredule di David Wesley, che non sbaglia una seconda volta e beffa Philadelphia.
Almeno questa volta i sixers non hanno dovuto subire la vendetta dell’ex, come era capitato a Milwaukee; George Lynch è stato protagonista di una scialba prestazione, cosa che lo ha portato a rimpiangere i tempi in cui era in maglia 76ers: ”L’anno scorso giocavo, quest’anno gioco 10 minuti. In futuro avrò più spazio, adesso è presto per parlare, ma con Brown il mio ruolo era unico.Io sono uno che non segna ma che gioca davvero duro, pochi coach però preferiscono questo aspetto”.
Tra le altre cose, l’infortunio d Lynch non pesò poco nell’economia della finale di due anni fa, chissà con lui in campo… “Ho sempre ricordato ai miei ragazzi, dice Brown, che non sono gli ultimi tiri che ti battono, ma gli ultimi secondi tiri, quelli ti uccidono quasi sempre”.
Sconsolato Iverson alla fine: ”Questi tiri ti stendono, ad Eric ho detto solo che quando ho visto la palla entrare sono morto. E’ meglio perdere di trenta che in questo modo, è dura da mandare giù.”
Snow si è preso tutta la colpa, e verrà ricordato per quella palla persa, ma non bisogna dimenticare che Eric, in questo momento sta offrendo un ottimo contributo al suo team.
Assist a parte, è il contagiri della squadra, che si preoccupa di “dosare” Iverson, per quanto è possibile, e di servire bene i lunghi.
Per lui una grande partita contro Washington , dove ha messo a segno 11 punti con 12 assist e quattro rimbalzi. A New Orleans, 10p e 9 assist, conditi anche da tre importanti recuperi. Uno Snow vicino alla doppia doppia statistica non se lo aspettavano in molti; speriamo possa continuare su questi binari.
A livello generale è un buon momento, giocano tutti bene, black-out a parte; Van Horn segna con regolarità (19p e 9 rimba nell’ultima sfida con i Raptors), è il miglior rimbalzista della squadra assieme a Skinner che nonostante il ritorno di Derrik Coleman contina a seguire le buone tracce che Brown gli indica.
La settimana passata si è parlato molto degli equilibri tattici con il previsto rientro di Derrick.C.
Alcuni sostengono che con lui da ala forte, Van Horn, costretto a giocare da “small forward”, non sia in grado di reggere i confronti difensivi; inoltre MacCulloch, malgrado il piede si infiammi spesso e sia talvolta costretto a non forzare , sta offrendo buone garanzie nel ruolo di pivot: 17p e 8 rimbalzi contro New York, 10p a New Orleans, 15p e 13 reb. a Memphis.
In poche parole, come già ricordato, Coleman è partito dalla panchina, dando una mano nella zona pitturata (8 rimbalzi all’ Air Canada Center) e rendendo Phila ancora più dominante sotto canestro.: ”Al momento parto volentieri dalla panchina, non sono in forma, ma non penso proprio che continuerà così per tutto l’anno… il coach saprà come utilizzarmi”.
Buono anche il momento di Gregg Buckner, che promette davvero bene: per lui una grande prova difronte a “Re” Jordan con 16p e un’ultimo quarto con la sua impronta impressa.
In settimana si è anche parlato dei problemi di Iverson con la polizia di Philadelphia ed i suoi eventuali dissapori con la moglie, ma se si vuole dare retta alle voci, è meglio dare credito a quelle che lo vorrebbero protagonista alle prossime Olimpiadi con la maglia del Dream Team: ”Una cosa davvero fantastica, un grande onore, ma vorrei che ci fosse con me anche Larry Brown…”
Coach Larry è infatti uno dei canditati a sedere sulla panchina olimpica.
Intanto si gode un “The Answer” da 28p contro Washington, da 37p contro Toronto, da 33p nella terra del rock a Memphis, e da 31p ancora contro i Canadesi, tutti con gli “effetti speciali” della vittoria. Chissà , forse lui ed il n.3, sognano insieme…