Amare Stoudamire: il futuro dei Suns è suo!
Phoenix at Denver 75-72
Ci eravamo lasciati con i Suns vincenti, ma vittima di incostanza cronica. Beh, la 'la malattia' continua a imperversare anche nella successiva gara di Denver, che metteva una contro l'altra le migliori difese del campionato (e i peggiori attacchi).
Dopo un primo tempo nettamente a favore delle pepite, che guadagnano 9 punti di vantaggio e dominano sotto le plance (29-12), Phoenix tira fuori dal cilindro un terzo quarto ineccepibile e ribalta la situazione: +9 a 12 minuti dalla fine. Decisivi nella frazione Marbury (con 10p) e una grandissima difesa (solo 11p concessi).
"Ho detto ai ragazzi 'giochiamo con piu grinta e ce la faremo'. Siamo entrati in campo con un altro spirito, difendendo forte, perdendo pochi palloni e diventando piu competitivi a rimbalzo, ecco la chiave del match" dice Johnson.
Bella sfida nella sfida tra Stoudamire e Hilario, finita sostanzialmente in parita (e sulla quale Amare aveva messo un po di pepe in settimana dichiarando di voler dimostrare di valere ben piu della 9 scelta…). Phoenix con questo successo interrompe a 8 la striscia di sconfitte in trasferta.
Houston at Phoenix 87-88
Nel segno di Marbury. E' lui che mette il punto esclamativo su una gara bella ed emozionante, realizzando il canestro del definitivo sorpasso con 6 sec. ancora da giocare (e chiudendo il parziale di 14-6 finale).
"Sapevamo che lo avrebbe fatto, ma non siamo stati in grado di fermarlo. Ha fatto un grandissimo tiro" dice Tomjanovic.
"In questi casi bisogna andare decisi a canestro. Loro poi erano nel bonus e quindi un po piu passivi in difesa" dichiara Marbury.
In campo Houston aveva una delle migliori coppie di guardie del campionato (Francis e Mobley portavano in dote 50p di media complessivi), ma il duo dei Suns Marbury-Hardaway ha nettamente vinto il duello, sopratutto in difesa.
Marbury ha tolto l'aria a Stevie Franchise pressandolo in ogni modo (esemplificativa l'ultima azione, in cui il folletto dei Rockets non riusciva a muoversi ed e stato costretto a cedere il tiro a Griffin, che ha fallito dall'arco) e nel contempo ha fatto la sua parte in attacco con 20p (ma 6-16 al tiro) e 11 assist, mentre Penny ha sfiorato la tripla doppia (14p,8r e 10a), mettendo anche la museruola a Cuttino Mobley "che in piu di una occasione mi aveva fatto venire gli incubi con la sua velocita".
Marbury ha fatto anche esplodere (dalle risate) la sua panchina… mettendo a sedere Yao Ming, autore di una buona prova (10p con 5-6), ma caduto come una pera matura su una finta del n. 3.
Da sottolineare la ritrovata (o quasi) costanza dei Suns, capaci di perdere solo 11 palloni e commettere 12 falli. "Incredibile, abbiamo fatto in ogni quarto almeno 20p!" esclama Frank Johnson sorridendo.
Phoenix at Utah 76-99
Brutto scivolone di Phoenix, che gioca la peggior partita della stagione (e i Jazz la loro migliore, anche secondo il loro allenatore Sloan). Mai in vantaggio, surclassati in ogni quarto e a dominati sotto le plance (51-30 i rimbalzi e 60-34 i punti nell'area colorata), per i Suns è stata sempre notte fonda. Deficitaria al tiro (29-78), la squadra di Johnson stavolta non ha potuto contare nemmeno sulla difesa che finora li aveva sempre salvati.
"Oggi abbiamo sbagliato un sacco di layups e queste cose ti rendono frustrato. Certe cose ti abbattono più che sbagliare dei tiri da fuori. E' stata una serataccia, capita" dice Marion che ha chiuso con 13p e 2 miseri rimbalzi. Gli altri 2 giocatori in doppia cifra per la squadra dell'arizona sono Joe Johnson (13) e Marbury (18 e solo 1 assist!). Complimenti a Mark Jackson che in questa gara ha sorpassato Oscar Robertson e si issa al 3° posto assoluto degli assistman della NBA.
Cosa va: sopratutto la difesa (a parte l'ultima gara con Utah), oggetto sconosciuto nella scorsa stagione. Tutte le vittorie di quest'anno sono arrivate con grandi parziali scaturiti dalla difesa. "Stiamo ancora faticando molto in attacco e i nostri meccanismi non sono ancora ben registrati, ma se continuiamo a difendere cosi non ci sono problemi. Quando avremo sistemato anche le cose in attacco saremo veramente competitivi" sottolinea Hardaway.
Poi c'è il solito Stoudamire (8p, 8r e 1.5stop), sempre più nel vivo del gioco e capace di impressionare chiunque lo veda. Ecco cosa ne pensa Tomjanovic: "Alcuni giocatori giovani non sono pronti per giocare, ma lui, fisicamente, può lottare con chiunque". Anche Colangelo, l'owner dei Suns è estasiato: "La cosa che più mi sorprende è che non ha paura di niente. Non ho mai visto un ragazzo della sua età con tutta questa faccia tosta".
Cosa non va: l'attacco è ancora lontano dalla miglior forma e il fatto che Phoenix sia penultima per punti realizzati ne è la prova. Non c'è la giusta fluidità e ci si basa troppo sul penetra e scarica, che in certi casi può andare bene, ma alla lunga è fermabile. Il tiro da fuori non va (0-11 da 3 con Houston) e senza quello le difese avversarie difficilmente vengono 'aperte'. Di tempo per migliorare ce n'è, ma non bisogna far passare troppo tempo.
Joe Johnson? E' ancora un mistero. A parte qualche sporadica apparizione (come con Utah) è ancora un pesce fuor d'acqua. Difende male e attacca ancora peggio. Si vede che non è tranquillo, ma Johnson ha fiducia in lui e ripete ogni giorno che la sua esclusione dal quintetto di partenza è solo per togliergli un po' di responsabilità . "Dovevo fare qualcosa per aiutarlo" dice.
Altro malanno dei Suns è l'incostanza: a parte la gara con Utah (in cui hanno giocato costantemente male!), le gare dei Soli sono state un alternarsi di buoni momenti ad altri in cui non si riusciva a cavare un ragno dal buco. Questo è il primo difetto da eliminare senza dubbio se si vuole dire la propria nella western.
Cosa si dice: sembra che i Knicks continuino a pressare per Marbury (senza speranza) e che la scorsa stagione abbiano rifiutato una trade che comprendeva Hardaway e non Sprewell.
Giocatore della settimana: Marbury senza dubbio. Marion ha tenuto costanti le sue cifre, ma Stephon questa settimana ha impressionato per la sua voglia di fare e non strafare, prendendo si le sue responsabilità in attacco quando serviva e mostrando i denti in difesa. In campo sembra scomparso il 'all alone' che tutti conoscevamo. Durera? Non lo sappiamo, ma per il bene dei Suns speriamo proprio di si.