Sprewell riuscirà a far vincere qualche partita in più ai Knicks?
Nonostante il record 1-8 e dopo tante partite dominate per lunghi tratti ma perse nel finale, arriva una buona notizia per i tifosi dei New York Knicks: è tornato Latrell Sprewell. E non importa se l'ha fatto in occasione di un'ennesima sconfitta (92-93 contro Philadelphia), perché la guida spirituale, il più amato, è di nuovo della tribù. 16 punti il 31 minuti nel suo esordio stagionale.
Lasciando da parte i facili entusiasmi a cui ci siamo abbandonati pure noi nelle precedenti righe, la situazione e le prospettive dei Knicks non sono certo mutate considerevolmente neppure con il rientro del "videogioco vivente". Un'unica vittoria in nove gare (vittoria contro Sacramento, una sorpresa a tutti gli effetti) è un rullino di marcia che parla da solo, ma alcune delle corrispettive otto sconfitte fanno pensare, e non poco. Come diceva un noto politico di casa (o cosa?) nostra: "Pensare male è peccato, ma a volte ci si azzecca".
Si sta infatti insinuando nella testa di molti il dubbio che New York stia perdendo apposta le partite, per presentarsi al prossimo draft con tante palline nelle urne delle scelte, così da risparmiare fatica alla Dea Bendata. Vero? Falso? Non lo sapremo mai e i diretti interessati negano ovviamente tutto.
Chiaramente non stiamo parlando dei match persi nettamente, come potrebbe essere quello contro Utah o quando la caratura dell'avversario è tale da non potercela fare comunque, ma quelli in cui si sperperano vantaggi considerevoli e si esce sconfitti magari al supplementare come contro New Orleans.
Certo, anche i sassi sanno che in stagione regolare si gioca duro solo negli ultimi minuti, quando le maglie delle difese si stringono ed è qui che l'attuale scarso livello tecnico dei Newyorkesi creerebbe paurosi black out realizzativi, ma abbiamo visto che sono proprio i giocatori a fare il possibile perché queste gare vengano perse: palle buttate al vento su rimesse laterali che non si vedono neppure nei campi di serie C italiani (e perse da Kurt Thomas, uno esperto, non dal primo rookie di passaggio); tiri forzatissimi che arrivano da palle fatte assurdamente stagnare in mano alle guardie; la non che minima difesa nella propria metà campo. Sarà l'attitudine futura della squadra a poter smentire queste illazioni, ma per ora queste sono di rigore.
Quanto al gioco mostrato sul parquet, ci sono alcune considerazioni da fare, se analizziamo ruolo per ruolo la situazione.
Partendo dalla cabina di regia, Don Chaney insiste ad utilizzare Charlie Ward. Definito il play più lento della Lega, la mossa del coach pare un controsenso, dato il (presunto) gioco in velocità che questi predica dalla preseason. Anche se Ward sta giocando una discreta stagione, quando Howard Eilsey è partito in quintetto (due volte) la squadra è parsa giovarne non solo in velocità e rapidità , ma pure in fantasia e soluzioni offensive, perché Eisley non ha paura di penetrare e scaricare o attaccare la linea di fondo per chiamare i raddoppi dei lunghi e liberare un proprio uomo per una facile conclusione.
Si dice che nella Grande Mela il pubblico non sia propriamente dalla parte dell'ex-Utah, anche se più di un "oooohhh" si è sollevato dalle platee del Garden in occasione di alcuni suoi passaggi. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un giocatore il quale, giovanissimo ed inesperto, ha fatto da cambio a "sua maestà dell'assist" John Stockton ai tempi delle finali contro i Chicago Bulls di tale Michael Jordan.
Eisley (4.8 assist di media ad incontro in 24 minuti di impiego contro i 5.5 di Ward in 29 minuti) arriva da alcune stagioni difficili fatte di infortuni e conseguenti perdite di fiducia in se stesso, ma piano piano sta dimostrando che può tornare quello di una volta. Non il regista titolare per una squadra che punta all'Anello, si badi, ma un ottimo cambio" e nei Knicks attuali può tranquillamente giocare nello starting-five.
Nel ruolo di guardia le alternative sono poche, cioè una: Allan Houston. Top-scorer (si è assestato sui 24 punti) e faro offensivo della squadra, palesa i soliti limiti caratteriali e in selezioni al tiro: sta scegliendo male le conclusioni (39% dal campo), forzandone troppe e rinunciando quasi completamente alla penetrazione, nonostante il fisico potrebbe permettergli ben altre evoluzioni verso il canestro, che porterebbero tra l'altro pacchi di tiri liberi (51 liberi tentati fino ad oggi, 49 realizzati, praticamente un chirurgo).
Sta inoltre tirando male dall'arco del trepunti (24%, una percentuale che anno dopo anno sta sempre scendendo). Mister 100 milioni di dollari è questo, prendere o lasciare.
Nello spot di ala piccola è tornato Latrell Sprewell, ma in sua assenza ha giocato Shandon Anderson. Prove senza infamia né lode, anche se un pochino di coraggio in più non sarebbe guastato.
Come ala forte, Chaney continua a puntare su Clarence Weatherspoon. Tipica PF sottodimensionata, non si può dire neppure di lui che abbia fatto chissà quali danni, ma qualcosina in più è (ed era) lecito attendersi. Perché se è vero che è il secondo rimbalzista di squadra con otto carambole a serata, Othella Harrington ha segnato praticamente lo stesso numero di punti da back up, oltre ad apparire fisicamente più tonico.
Incontrastato anche per mancanza di sfidanti interni, Kurt Thomas troneggia nel ruolo (non suo) di centro. Ha la doppia-doppia di media in punti e rimbalzi (18+10 ad allacciata di scarpe) e non è più una sorpresa, ma una solida realtà . Renderebbe sicuramente di più accanto ad un centro di ruolo e forse diventerebbe una specie di arma non convenzionale come sesto uomo, ma oggi si deve adattare.
In panchina, oltre ai già citati Harrington ed Eisley, siede l'ultimo firmato Lee Nailon. Leggermente sovrappeso, entra come ala piccola (o da 2 se la situazione tecnico-tattica lo consente) per dare elettricità e punti veloci. Capace di buone strisce realizzative quando va on-fire, soffre in difesa come da copione ma almeno sembra impegnarsi di più rispetto al passato in questo fondamentale.
E' il terzo realizzatore di squadra con quasi 12 punti, ma probabilmente perderà minuti con il rientro di Spree e un po' di maretta negli spogliatoi non è esclusa, dal momento che la perdita di minutaggio ha causato la sua consensuale rescissione contrattuale con gli Hornets.
Mentre Michael Doleac e Lavor Postell latitano sul parquet, sempre seduti dietro alla panchina per infortuni di varia entità , sono impresentabili a questi livelli sia Frank Williams che Travis Knight, seppur per motivi diversi. Knight non dovrebbe fare parte di nessun roster NBA vista la sua pochezza, mentre Williams non è semplicemente pronto.
Dopo aver saltato le leghe estive e parte della preseason, il rookie ha calcato poco il parquet in questo inizio di stagione e quando lo ha fatto è stato un disastro. Si vede chiaramente che il ragazzo non sa cosa fare, tenendo troppo palla per paura di sbagliare, errori che arrivano puntuali appena cerca di dare via la spicchia anche per la mancanza di affiatamento con i compagni.
In definitiva, che il trend negativo di questo inizio di stagione possa cambiare con l'innesto di Sprewell pare quantomeno improbabile. Vedremo se "Bin Layden" scambierà il giocatore ora che è guarito o se realmente i Knicks giocheranno "a perdere" fino alla lotteria per aggiudicarsi i servigi del talento liceale LeBron James.