Finchè Iverson resta in campo a lottare, Phila ha una chance di vincere contro chiunque…
Oggi l'aspetto più preoccupante che riguarda i Philadelphia Seventy Sixers rimane quello psicologico. Un cattivo approcio mentale alle partite è una costante nei match sin qui disputati da Philly.
5 vittorie e 3 sconfitte, ma se si esclude la sola partita contro Cleveland, vinta senza troppe fatiche con uno strepitoso Van Horn (28p), nei restanti 7 match Phila è stata vittima di cali d'intensità vistosi.
Contro una derelitta New York, Iverson & C., si sono trovati sotto di 14 lunghezze, i Clippers li hanno costretti all'overtime, dopo essere comunque stati in vantaggio, contro Milwaukee Phila ha giocato male per tre quarti ed è stata resuscitata da Allen Iverson nell'ultimo periodo; l'ex Thomas ha poi schiacciato il canestro della vittoria per i Bucks all'overtime.
L'ultimo esempio è stato offerto dalla bella vittoria contro S.Antonio: Philadelphia ha sciupato un vantaggio di 14 lunghezze all'intervallo, per poi ritrovarsi sotto nell'ultimo quarto tra le mura del First Union Center, prima che San Allen Iverson (37p, 13 nel 4°q ) vincesse la partita con una delle sue magiche notti di trance agonistica.
E' giusto riconoscere il valore dell'avversario, è giusto notare che Philly ha sempre vinto in casa, ma il black-out serale è ormai una costate. Di fronte agli "Speroni" le cifre statistiche farebbero pensare ad una vittoria netta se sei guarda ai rimbalzi (48-42), ai tiri liberi ( 82% contro il 58%) e al tiro da fuori ( 62% contro il 42%). Ne ha sicuramente giovato lo spettacolo, con un grande botta e risposta tra Duncan e Iverson, ma qualche riflessione i Sixers sono costretti a farla.
Contro i rivali storici dei Boston Celtics; Phila gioca discretamente tutto il match, spesso avanti nel punteggio, subisce un clamoroso black-out nel 4° quarto quando è colpita da un parziale di 15-4 nell'arco di 3'e 44"; le due "triple" del celtico McCarty e il resuscitato Baker fautori del break decisivo. Come se non bastasse "The Answer" non ha trovato la via del canestro nei tre minuti conclusivi.
Nello spogliatoio Sixers c'è chi guardava a tutto ciò con filosofia, ma che ora comincia a lanciare qualche piccolo segnale d'allarme, come lo stesso Allen Iverson: "Si è vero, subiamo dei cali di concentrazione, ma siamo anche in grado di accelerare molto il ritmo, siamo riusciti anche a segnare 41p in un solo quarto sia contro New York che contro Milwaukee, questo è sicuramente positivo. Contro Boston siamo andati in difficoltà perché hanno giocato molto bene d'anticipo nel secondo tempo. Abbiamo molto rischiato stasera contro gli Spurs, abbiamo pensato di aver già vinto, è una cosa da non ripetere, anche perché non posso certo giocare sempre così."
Di diverso parere Todd MacCulloch, per lui prestazioni molto discontinue, ma si sa del suo dolore al piede; contro i Bucks Todd ha realizzato 12p con 6 rimbalzi: "A Mlwaukee siamo stati fortunati a chiudere il primo tempo sotto di sole 10 lughezze, poteva andare peggio,; in tutte le partite, eccetto quella con i Cavs, scendiamo in campo con un po' troppa fiducia, crediamo di poter recuperare, abbiamo un buon attacco, ma quando vai sotto di dieci lunghezze, in casa puoi sempre rimediare, in trasferta diventa molto dura".
E sono proprio le trasferte le note dolenti di Philadelphia: al First Union Center 5 vittorie e zero sconfitte, ma "on the road" solo sconfitte: ad Orlando, a Milwaukee ed a Boston. Bucks e Celtics erano stati in precedenza sconfitti nella "città dell'amore fraterno".
Ma coach Larry Brown cosa pensa di tutto questo?
"Dobbiamo giocare bene, muovere la palla molto veloce e difendere, se difendi solo per metà partita non puoi seperare di vincere fuori casa, e per di più contro buone squadre, come Boston Contro Milwaukee lo sforzo per cercare di recuperare ci ha resi nulli all'overtime."
Il coach sembra riferirsi a cali di intensità difensiva che colpiscono i suoi atleti, non tanto all'attacco, parso molto più temibile rispetto a quello dello scorso anno con Van Horn al posto di Mutombo. Keith Van Horn è stato il protagonista della scorsa settimana con la sua grande partita contro i Cavs nella quale ha messo a segno quasi trenta punti, con 11/15 dal campo trascinando i suoi nel terzo quarto sino ad un vantaggio di 29 lunghezze: "Contro i Clippers non ero me stesso, per via di un infortunio; ero alla ricerca di una gran partita e l'ho trovata contro i Cavs. Penso di aver fatto vedere quello che valgo solo a tratti sino ad ora, non sono ancora al top della forma e a volte sento il fisico molto stanco, e quando ti senti così è dura giocare bene perché ne risenti anche mentalmente, come è capitato a Boston. Sto cercando di entrare nel miglior modo possibile nella chimica di squadra."
Keith si è ripetuto anche a Milwaukee (22p+13r) e nell'ultima sfida contro S.Antonio ( 21p+9 rimbalzi ), nella quale ha messo a segno canestri pesanti nel finale; 11p invece contro i Celtics. Al momento V.H. procede con oltre 18p e più di 9 rimbalzi a partita, tirando con un impressionante 61.8% e meritandosi i complimenti del coach: "Lui può essere un giocatore terrificante e non solo in attacco, dove segna con grande naturalezza."
Forse non è un caso che la più netta vittoria dei Sixers sia avvenuta nella partita in cui Iverson si è leggermente risparmiato al tiro (17p) preferendo l'assist (7 contro i Cavs), anche se "the Answer" per quell'occasione, lamentava un forte dolore alla mano per un infortunio occorso nell'ultima azione dei tempi regolamentari contro i Clippers: "In quell'azione – dice Iverson – c'era fallo su di me, mi sono quasi rotto un dito, ma non voglio fare polemica con l'arbitro, era un fischio molto difficile; certo è che poteva risparmiarci il supplementare."
Phila è ora attesa da un vero e proprio tour de force con 11 partite in 16 giorni ed Eric Snow (buono il suo avvio di stagione) lo sa bene: "E' la metà di Novembre e abbiamo giocato solo sette partite, andiamo incontro ad un periodo davvero non facile."
Periodo non facile anche perché Philly, prima di rifarsi contro gli Spurs a casa propria, ha subito sconfitte dure da digerire: contro i Bucks è stata punita da tre ex come Kukoc, Thomas ( sua l'azione vincente nel supplementare) e Kevin Ollie. Contro i Boston Celtics i 76ers hanno perso dalla stessa squadra che li ha eliminati dai playoffs lo scorso anno; la vigilia del match è stata infatti ricca di polemiche e provocazioni, soprattutto da parte di Antoine Walker, protagonista poi della sfida con 20p.
Anche se Aaron McKie aveva sentenziato di non voler guardare al passato, ancora Snow aveva invece ribadito, prima del match, che quando ci sono conti "primaverili" in sospeso c'è sempre grande rivalità : "E' sempre una questione personale quando una squadra ti elimina dai playoffs. L'anno scorso noi avevamo battuto Boston per 6 volte di fila e già loro avevano il dente avvelenato. Anche i Bucks qualche giorno fa lo avevano, sicuramente non hanno digerito l'eliminazione di due anni fa."
E' interessante ricordare che il coach dei Celtics, Jim O'Brien, prima del match, aveva sottolineato l'importanza di marcare Iverson con tutti e 5 gli uomini; non lasciarlo mai in uno contro uno, ma nemmeno raddoppiarlo, semplicemente difendere di squadra su di lui, impedendogli di penetrare e rendendogli difficile gli scarichi; probabilmente una elle chiavi con cui interpretare la riuscita difesa di Boston e la vittoria al Fleet Center, anche se è vero che Iverson è stato l'unico capace di un ultimo sussulto per il -5 Sixers a 3' dalla sirena.
Ha sempre più ragione Larry Brown quando insiste per avere un "The Answer" che rende pericolosi i compagni più che se stesso, perché gli avversari sembrano consentirgli di vincere le partite da solo, ma solo per impedirgli di far giocare la squadra. Ed era proprio questo il piano del coach dei Celtics: niente raddoppi che renderebbero troppo facile un suo assist, inventi pure dei canestri da solo, ma quando penetra gli chiudiamo la porta e gli ostruiamo tutte le linee di passaggio.
Certo più facile a dirsi, ma può essere un indizio, quello che porta Brown a volere da Allen, non tanto un gioco alla Jason Kidd (improponibile), ma un giocatore più attento a leggere le difese avversarie e più portato a mettere in ritmo i vari Van Horn, McKie, Snow, lo stesso Buckner, MacCulloch e gli altri.
Da sottolineare la grande prestazione offerta da Brian Skinner contro i neroargento di S.Antonio, confermando i progressi che avevamo notato dieci giorni fa: a parte i 13p e gli 11 rimbalzi venendo dalla panchina, due grandi stoppate su Tim Duncan nei minuti conclusivi, tra le quali una decisva a 25" dal gong.
Situazione infortuni: non si sa ancora quando potrà rientrare Coleman, sembrava imminente il suo ritorno, ma ancora non si allena con la squadra. Rentzias ha giocato 4' per 2 punti contro Cleveland per poi sparire di nuovo, non è al top fisicamente, ma è auspicabile per Phila un suo utilizzo, visto le caratteristiche che ne fanno un lungo davvero atipico.