Tyrone Hill cerca la stoppata su Richardson
"Il ritorno del guerriero" è sempre stata una tematica interessante e suggestiva.
Immaginiamoci un vecchio condottiero che, stanco e provato dalle innumerevoli battaglie intraprese, riesce ancora a trovare le forze per continuare a combattere. E, magari, non sfigura affatto. Decisamente affascinante.
Ma non è il vecchio che ha la presunzione di insegnare ai giovani, stile Michael Jordan delle ultime stagioni. E' un vecchio che deve ancora dire la sua, un vecchio che non può convivere ancora per molto con quell'insoddisfazione generale che lo scuote e, suo malgrado, lo motiva.
Chissà che non riesca finalmente a togliersi il classico sassolino"
E Tyrone Hill è senza dubbio un guerriero. Lo è stato da sempre, dalla sua chiamata al draft del 1990 con il numero 11 assoluto, ad opera, guarda caso, dei Golden State Warriors, la squadra che poco tempo dopo avrebbe avuto tra le proprie fila niente meno che tale Chris Webber, uno dei "principi" della NBA dei nostri giorni.
Ma Tyrone Hill non è certo l'ultimo arrivato, non è il Kwame Brown della situazione: non deve aspettare di cominciare la sua seconda stagione da professionista per catturare diciotto rimbalzi in una partita: Tyrone Hill con i rimbalzi ci ha sempre saputo fare; al momento gravita attorno ai dodici di media dopo neppure dieci partite di stagione regolare, mentre in carriera ha una media di 8,70 carambole ad incontro, numeri non eccelsi ma senz'altro buoni per un giocatore che nell'ultimo decennio ha dovuto patire la straordinaria esplosione delle nuove generazioni, dotate di grande talento e di atletismo straordinario, che sono andate ad occupare in gran parte proprio il ruolo di ala forte, anche a causa della "crisi dei lunghi" che nei suoi estremi ha quasi portato all'identità tra pivot e power forward.
Tyrone Hill, di rimbalzi, ne ha presi venti per cinque volte, non ha proprio bisogno di dimostrare il suo valore. Anche se quel sassolino è legato piuttosto all'ambito delle soddisfazioni personali.
Tyrone ha avuto l'occasione della vita con i Sixers di Iverson della stagione 2000-2001, quelli che si arresero mestamente di fronte al back-to-back dei Lakers, finendo presto nel dimenticatoio. Ma Tyrone Hill c'era, eccome.
Era un pedina essenziale di quei Sixers, e aveva appena finito di disputare una delle stagioni più proficue della sua carriera. Non si era mai spinto fino ad una finale, inoltre si trattava della stagione in cui aveva disputato più partite da quel lontano 91-92, unico anno in cui riuscì a giocare l'intera stagione.
E' dunque evidente quanto gli infortuni ne abbiano segnato la carriera, nell'ultimo anno ha disputato solo 26 partite, mentre in tutte le stagioni precedenti non ne ha mai giocato più di 76, ad eccezione, appunto, del 1992, al secondo anno nella Lega, ai Warriors.
Ma, in quanto guerriero, è riuscito a riprendersi, a quanto pare anche dall'ultima sfortunatissima stagione, viste le sue statistiche attuali, che parlano di circa dodici punti ed altrettanti rimbalzi a partita, cifre non stratosferiche ma molto lusinghiere per Hill, uno che di rimbalzi ne ha sempre saputi prendere tanti, ma che non si è mai spinto oltre i 10,9 di media; inoltre 12 punti sono un bottino considerevole per un giocatore che ha fatto spesso fatica a raggiungere la doppia cifra, pur non essendo un novizio della doppia-doppia.
Ora, vista la predisposizione del soggetto alle sventure ed agli infortuni, questa partenza potrebbe essere scaramanticamente dannosa; d'altro canto c'è per il giocatore il desiderio di portare a termine una stagione completa, e rendersi conto pienamente delle proprie possibilità nell'arco delle 82 partite.
Al momento Tyrone Hill rappresenta una delle sorprese positive di questi Cleveland Cavaliers, assieme a Ricky Davis, il celeberrimo Darius Miles e l'esperto pivot Zydrunas Ilgauskas, che gli garantisce dunque un impiego nella sua posizione preferita, evitandogli la scomodissima spola tra i ruoli di 4 e 5, molta in voga ultimamente.
Poi probabilmente le sue ottime cifre saranno destinate a scendere di un po', certo è che comunque la sua presenza farebbe molto comodo ai tutt'altro che blasonati Cavs, e darebbe a Tyrone la possibilità di giocare e rendere al meglio, anche se l'obiettivo play-off sembra destinato a rimanere un'utopia.
Hill d'altronde è un esperto di Eastern Conference, avendo militato per due stagioni e mezzo ai Sixers, per un anno e mezzo ai Bucks, mentre quella in corso è addirittura la sesta stagione ai Cavaliers, cui è ritornato dopo la cessione del 1997 che lo aveva portato prima a Milwaukee e poi a Phila.
Buon tiratore dalla media, Hill ha in carriera un'alta percentuale dal campo, stabile sul 50%, frutto soprattutto delle sue prime sei-sette stagioni in cui si è distinto con percentuali elevate; nel 96-97, in forza ai Cavs, mise assieme un 60% dal campo, per di più in un anno da 74 partite, 12,9 punti e 9,90 rimbalzi.
Buon rimbalzista offensivo, Hill ha avuto le cifre migliori nel 94-95, ovviamente Cleveland, e durante le 70 partite cui prese parte collezionò i numeri migliori, con 13,8 punti e 10,9 rimbalzi a serata.
Cleveland è sempre rimasta nel cuore di Tyrone, ma soprattutto nei suoi ricordi, tra i quali spicca un brutto incidente automobilistico occorso nel 95-96, che ne limitò il contributo a sole 44 apparizioni . Ma, allora come ora, si è ripreso, ed ha continuato a dare il suo contributo negli anni successivi.
E' significativo come questo 2,06 da Xavier, Ohio, abbia mantenuto nei decenni il proprio ruolo, mentre accanto a lui si avvicendavano fenomeni più o meno credibili: ha vissuto lo splendore di Shawn Kemp in prima persona, ha testato i muscoli di Karl Malone, ha duellato con Duncan, Webber, Garnett, ha sgomitato con Nowitzki, Rasheed Wallace, Larry Johnson quando ancora era impressionante, e tanti altri che si sono poi dispersi.
Ha giocato a carte con Charles Oakley perdendo un amico,e attirando su di sé l'attenzione dei media per la rivalità scatenata con il mai domo Charles,notoriamente grande oratore,ma sovente fuori luogo,a differenza di Hill che si è dimostrato essere persona più calma e razionale.Anche in una Philadelphia-Toronto di qualche anno fa,quando nel riscaldamento si vide colpire in testa da un violento missile sotto forma di pallone da basket,proveniente,per l'appunto dal 34 dei Raptors,alias Charles Oakley.
Hill deve molto alla propria caparbietà : forse ora sarebbe a scaldare svogliatamente qualche panchina dopo aver rimediato qualche pessima figura, ma, come dicevamo, Tyrone è un guerriero che non ha ancora finito “il lavoro”, e non si lascia intimorire affatto dalle nuove leve.
Interessante anche la tipologia di giocatore che incarna: è una classica ala forte che si basa molto sul fisico e sul tiro dalla media, che fa del rimbalzo una delle sue armi migliori, oltre ad avere discrete (ma non eccelse,nel suo caso) doti di intimidatore.
E' un tipo di giocatore che fa sempre comodo agli allenatori per la propria solidità sia in attacco che in difesa, senza troppi momenti di grazia, ma senza sfigurare mai più di tanto. Per questo Tyrone Hill ha resistito al ricambio generazionale.
E pensare, che qualche giorno fa, i Cavaliers si sono presi addirittura il lusso di infliggere ai tre volte campioni Lakers uno storico ed impensabile 89-70, pur essendo i gialloviola privi di Shaq: in 37 minuti il nostro ne ha messi 10, con 17 rimbalzi ed un buon 5/10 dal campo, con 2 assist, 2 recuperi e 2 stoppate, e solo 3 falli, che sono spesso stati un suo problema.
Probabilmente nessuno si sarà mai spaventato leggendo i numeri di Tyrone Hill. Nessuno lo avrà mai osannato eccessivamente, e la sua reputazione è quella di buon giocatore, ma nulla di più, pensiero legittimo ma non proprio veritiero.
Perché per resistere da tredici anni sulla breccia senza perdere un colpo ce ne vuole. E ce ne vuole anche per non segnare una sola bomba che sia una per tutta la durata di una carriera da professionista, con tredici tentativi dalla lunga distanza in altrettante stagioni.
Ma Tyrone Hill, trentaquattro anni, tredici stagioni nella NBA e tredici tentativi da tre punti in carriera, una bomba potrebbe pure riuscire a metterla.
Dopo tutto, lui è un guerriero"