Devean George riesce a raggiungere solo il gomito di Double-P
Boston Celtics @ New York Knicks 117-107
Boston Celtics @ Chicago Bulls 91-69
Los Angeles Lakers @ Boston Celtics 95-98
Seconda settimana di campionato: tre partite, tre vittorie. La scorsa ottava il tenore era esattamente l'opposto: "due partite, due sconfitte".
Solo una settimana fa avevo messo in guardia dal fare catastrofismo, erano solo due partite e non c'era uno straccio di prova che potesse giustificare le cassandre nostrane e d'oltreoceano.
Ora è opportuno a mettere ancora in guardia i tifosi Celtics, ma nel verso opposto: sarebbe auspicabile evitare di esaltarsi, di pensare che d'ora in avanti nessuno potrà fermarli, che sarà tutto facile per la nostra squadra preferita.
Il rischio di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto (la settimana scorsa) o mezzo pieno (questa settimana) è sempre presente, ma il vero tifoso Celtic rifugge da queste semplicistiche classificazioni ed analizza con calma e ponderazione i fatti.
Torniamo alla bruciante sconfitta contro i Wizards: la squadra non era per nulla allo sbando, cercava solo un punto fermo sol quale ritrovarsi per poter dimostrare tutto il suo valore. Questo punto fermo c'è: il suo nome è Paul Pierce.
Resosi conto dell'importanza di dare una scossa iniziale alla squadra, ha letteralmente preso per mano i compagni e, rispondendo colpo su colpo ad Allan Houston, ha smantellato poco a poco le speranze dei Knicks di vincere la gara. 46 punti contro i 39 di Houston decretano che la sfida è stata vinta da Double-P.
Il problema è che alla fine del terzo quarto i Celtics erano ancora in svantaggio nel punteggio, e poiché l'avversario è stato devastante, ha deciso di sobbarcarsi anche la marcatura del pur bravo Houston, cancellando l'avversario e riuscendo a scrivere nel tabellino ben 10 punti negli ultimi 3 minuti e mezzo, dimostrando che non è stato un caso che l'anno scorso sia stato il miglior marcatore della Lega nell'ultimo quarto.
Una volta che l'intento di dare una scossa alla squadra è stato raggiunto, è stato facile sconfiggere i Bulls, ancora acerbi per poter affacciarsi nei piani alti della Conference, riuscendo a riprendere un buon gioco, con la difesa che inizia a girare ed alcuni giocatori che riescono a riprendere confidenza con il canestro.
Con uno spirito completamente diverso rispetto a pochi giorni prima, i Celtics hanno potuto affrontare adeguatamente i Lakers. Seppur orfani dello squalificato Rick Fox e soprattutto di Shaquille O'Neal, ancora in fase riabilitativa, sono sempre pericolosi per la variabile-Kobe. Dimostrato che senza Shaq non vinceranno mai niente d'importante, sono comunque pericolosi nella partita singola, ma l'inizio è disastroso per i Lakers.
Lentamente però carburano, trascinati da un ottimo Kobe Bryant, passano anche in vantaggio, ma Walker impatta il punteggio e si va ai supplementari, dove ne hanno molto di più i Celtics.
Spesso i punti di forza possono dimostrarsi punti di debolezza, infatti se la settimana scorsa lamentavo la scarsa efficacia nei rimbalzi offensivi, questa volta l'aggressività necessaria per attaccare il canestro avversario anche in caso di errore del compagno non è venuta meno.
Anche la doppia cifra in punti non solo del dynamic-duo, ma anche di altri compagni di squadra, dimostra che ognuno offre il proprio contributo.
In questo contesto, non si può non segnalare l'efficacia di Tony Delk, il quale avrà pure i suoi alti e bassi, ma quando conta, come con la gara contro i Lakers, offre ottime prestazioni: 9 su 15 dal campo con un ottimo 6 su 10 da tre, proiettandolo al decimo posto assoluto nella percentuale di tiro da 3 con un eccellente 15 su 27.
Ora si sa come mai Walker ha avuto medie al tiro abbastanza scadenti la settimana scorsa: il giocatore soffre di piccoli disturbi fisici che non gli permettono di giocare al meglio. Nulla di grave, ma ora non è disponibile il miglior Walker. Questa settimana le sue cifre sono migliorate, ma nel frattempo il roster ridotto non permette a Walker di saltare partite se non per guai fisici gravi. La voglia di lottare e di sacrificarsi del giocatore verso la squadra rimane encomiabile.
Paul Pierce nel frattempo si riaffaccia nei piani alti della classifica marcatori: attualmente è settimo con 26,2 punti di media, ma se manterrà questo ritmo è facile che scavalcherà delle posizioni, poiché è difficile pensare che certi giocatori mantengano questi ritmi (su tutti, Steve Francis oltre i 30 per gara).
Ottime notizie sotto le plance: Tony Battie è andato in doppia cifra di rimbalzi per ben due partite su tre. Dovrebbe cercare di garantire un po' più di punti, così potrà essere ancora più utile alla squadra.
Ed ora voce a Paul Pierce: "stiamo iniziando a sviluppare la nostra identità . Non siamo ancora arrivati, ma penso che saremo in grado di mostrare grande durezza".
Ora Eric Williams: "coach O'Brien ci tiene a dirci che siamo la miglior squadra difensiva e questo dobbiamo capirlo noi stessi, difatti è quello che è successo. Ci stiamo prendendo il nostro tempo, quindi più ci pensiamo, più facciamo pratica, più ragazzi lo capiscono, meglio faremo".
Per finire, Antoine Walker: "ora come ora, stiamo cercando di costruire una striscia vincente. Eravamo molto irritati dal fatto d'essere partiti con un 0-2. Abbiamo trovato i modi per vincere le gare, abbiamo cominciato a costruirci il carattere ed i ragazzi si sono fatti avanti. Abbiamo avuto ottimi contributi da molti di loro e stiamo iniziando a diventare una squadra ben bilanciata, qualcosa che non avevamo in passato".
Un aggiornamento sulla situazione di Kedrick Brown: lunedì scorso sembrava che l'infortunio fosse più grave del previsto e si ipotizzava un mese di stop prima del suo ritorno, adesso invece sembra che possa tornare molto prima. Infatti Jim O'Brien è molto soddisfatto di come il giocatore risponde ai trattamenti, ed è probabile rivederlo in campo fra una decina di giorni, o poco dopo.
Per questo motivo si stanno riducendo le polemiche riguardo al fatto che la dirigenza non si è prodigata per trovare un sostituto. Il problema, purtroppo, è semplice: finché i nuovi proprietari non avranno il via libera dal consiglio dell'NBA, previsto entro fine novembre, hanno le mani legate, ed ovviamente Paul Gaston non vuole imbarcarsi in accordi che possono risultare sgraditi a Wyc Grousbeck e soci.
"Abbiamo quello che abbiamo" afferma O'Brien, che ha chiesto ripetutamente alla dirigenza un tredicesimo uomo, anche prima dell'infortunio di Brown. Il problema è che, tra piccoli malanni o necessità di cure o massaggi, spesso è difficile trovarsi in dieci per l'allenamento, quindi la difficoltà in questo momento non è trascurabile.
Si sta insinuando un rumor abbastanza strano: sembra che la nuova dirigenza dei Celtics abbia intenzione di costruire una nuova arena. La stranezza è che il rumor è stato smentito da parte della stampa di Boston ed inoltre Paul Gaston si è potuto permettere di alzare il prezzo di vendita della franchigia proprio perché lo Fleet Center è gratuito fino al 2011. Vedremo se ci saranno chiarimenti nei prossimi giorni.
Per la prossima settimana gli appuntamenti sono:
sabato notte a Minnesota;
lunedì in casa contro Utah;
mercoledì in casa contro Philadelphia;
venerdì in casa contro Dallas.
Avversari ostici, ma nessuno impossibile: Minnesota ha Kevin Garnett ma poco altro, Utah può far valere l'esperienza ma ormai sono quasi alla frutta, Phila è in ripresa dall'anno scorso con un ottimo Keith Van Horn ma il talento complessivo non è elevato e Dallas ha molti buoni giocatori ma la difesa non è la migliore della Lega.
Sarebbe auspicabile almeno un bilancio in pareggio, ed i Celtics hanno tutte le carte in regola per riuscirci, ma non è escluso che le vittorie possano essere superiori alle sconfitte, tenendo conto che vengono giocate in casa ben tre delle quattro partite settimanali.
A risentirci la prossima settimana.