Ci mancherà il buon vecchio Sam Mitchell, ma impareremo ad
Ogni qual volta si finisce per parlare della franchigia del Minnesota i pareri rischiano di essere spesso diametralmente opposti riguardo a tutto ciò che circonda i T'Wolves.
Ed anche questa stagione non fa differenza, così, dopo aver raggiunto negli ultimi sei anni la post-season venendo però eliminati puntualmente al primo turno, gli esperti rimangono ancora divisi tra coloro che considerano i Timberwolves una squadra sopravvalutata rispetto alle proprie reali risorse e gli altri per i quali Garnett & co. vengono sottovalutati in confronto al loro reale valore.
I primi fanno notare come il roster non sia poi così competitivo, Garnett malgrado la classe indiscussa e gli ottimi numeri non riesce ad incidere quanto ci si aspetterebbe sulle sorti della squadra, Szczerbiak è un buon giocatore, ottimo tiratore, ma con tante lacune che non ne faranno mai un'affidabile spalla, per il resto ci sono discreti elementi di complemento, ma incapaci di fare la differenza, e poi, quando il colpo del mercato estivo è l'onerosa riconferma di Rascio Nesterovic".
I secondi rispondono che la squadra sulla carta non è mai stata competitiva come questa stagione, l'innesto di elementi come Strickland, Gill e Hudson fornisce esperienza e nuova linfa alla causa e mai come ora Kevin sembra convinto nei propri mezzi e Wally, appena rifirmato, vorrà dimostrare di meritarsi il ricco pluriennale.
Ma come al solito toccherà alla buona "mano" di coach Saunders cucire un gioco adatto ai suoi elementi armonizzandone le caratteristiche per puntare almeno al passaggio del primo turno.
Altro argomento caldo a Minneapolis è quello che riguarda Kevin Garnett: ala atletica, veloce, alta 2.13, capace di giocare fronte a canestro, di tirare da sei metri come di farsi spazio con potenza nell'area pitturata; da lui dipendono le sorti presenti e future della franchigia.
In passato a "Da Kid" si sono perdonati "certi difetti" in virtù della giovane età , ma oggi, a 26 anni ed alla sua settima stagione NBA, i nodi sono arrivati al pettine e dalla propria stella, dirigenza e tifosi, si attendono il salto di qualità definitivo.
Che poi ad andare a vedere i numeri non si capisce cosa vogliano da lui: gioca 39 minuti per gara, fornisce 21.2 punti, 12.1 ribalzi, 5.2 assist e tanto impegno (e high-lights mozzafiato), ma spesso sembra "non essere affamato di vittorie", non si prende "in spalla" la squadra nei momenti che contano (come invece ci si attende dal proprio miglior elemento), non fagocita la palla o monopolizza il gioco (si dice per non urtare i compagni) e soprattutto quando arriva il momento di decidere le partite sembra "isolarsi" e non richiedere con insistenza la palla per non parlare dei tiri decisivi che lo scorso anno finivano spesso e volentieri nelle mani di Szczerbiak.
Quella contro Garnett non è una critica, il suo altruismo è importante nelle dinamiche della squadra (certo segnasse di più, visto le sue ottime percentuali rispetto ai compagni, sarebbe meglio), ma è arrivato il momento che KG diventi il leader in campo e fuori di questo gruppo (specie adesso che si è ritirato il veterano Sam Mitchell), alzi la voce e si faccia sentire contro arbitri ed avversari, diventi la "coscienza dei Lupi" unendo sostanza al talento e tanta rabbia agonistica.
L'ennesima eliminazione gli brucia ancora tantissimo, ma quest'anno ha la possibilità di cancellare l'amarezza e sembra averne tutte le intenzioni anche perché non è detto che il GM McHale non si stufi di questa situazione e decida di rifondare il progetto partendo proprio dalla rinuncia a Kevin (mezza NBA sarebbe già in fila).
Szczerbiak è l'altro elemento al centro del mirino, dopo l'ottima scorsa annata che lo ha proiettato all'attenzione nazionale Wally ha chiesto, ed ottenuto, un sontuoso rinnovo contrattuale (65 mln di dollari per sei anni)per continuare ad evoluire a Minneapolis.
Per ora le due parti si sono dette soddisfatte, ma la fiducia del management attende conferme dall'esterno bianco che è un buonissimo tiratore, ma spesso è sembrato troppo lento per giocare guardia e poco atletico e penetratore per fare l'ala con in più uno scarso feeling per la difesa.
Ovviamente si tratta di un giocatore che, se lasciato giocare, è devastante al tiro e può far male in tanti modi, è sempre pronto a sacrificarsi e ad impegnarsi, è amatissimo in città (dove rimarrà fino al 2008/09) e potrebbe diventare il leader nello spogliatoio. L'owner Glen Taylor ha accettato di investire il futuro sul fromboliere dell'Ohio (alle stesse cifre con cui i Sonics hanno tenuto Lewis), ora toccherà a lui non farlo pentire.
Altro discorso è quello del gioco, Flip Sauders lo scorso anno ha abbracciato, almeno inizialmente, la zona pura (all'europea) in difesa e ciò ha messo in difficoltà molti avversari, ma alla lunga, capiti i meccanismi e trovate le contromosse, il giocattolo si è inceppato e l'allenatore non ha dato limpressione di riuscire ad arrestare, con modifiche ad hoc, il trend negativo imboccato dai suoi.
Così, complice anche l'infortunio che sembra abbia concluso la carriera del play Terrell Brandon (in questi giorni sta decidendo se ritirarsi o riprovare a giocare), ha optato per una zona mista che dovrebbe mantenere pure in questa stagione con continui cambi di marcature per sfruttare i miss-match e le caratteristiche dei sui (spesso KG andava a occludere la visuale al portatore di palla avversario), affidandosi in attacco all'estro di Strickland, al tiro di Wally World ed alla classe di Garnett contando nella circolazione di palla e nel buon gioco di squadra.
I Wolves dovrebbero iniziare la stagione con Strickland in regia (ma occhio al buon inizio di Hudson), Szczerbiak e Kendall Gill (esperto, atletico e buonissimo difensore) a scambiarsi i ruoli esterni, Garnett riportato vicino a canestro per avere una minaccia concreta in area e sfruttare la sua tecnica e velocità sotto le plance con Nesterovic pivot.
Il quintetto pare buono, con Gill che aiuterà molto gli esterni in difesa e colpirà con le sue penetrazioni, Strickland che ha esperienza e gestirà la squadra, si spera, nel migliore dei modi, mentre tanto ci si attende da Nesterovic a cui Saunders chiede maggiore incidenza in difesa e presenza in area.
Dalla panca si alzeranno il buon Troy Hudson (assicurazione contro le mattane di Rod) per dare una mano in regia, il veterano Peeler col suo tiro mortifero, la poderosa ala Gary Trent, l'oramai "irrecuperabile" (ad alti livelli) Joe Smith (che inizia in lista infortunati) ed i due lunghi Marc Jackson (atteso sui livelli di due anni fa) e Loren Woods. Da decifrare l' incidenza del regista serbo Igor Rakocevic campione del mondo con la sua nazionale e del veterano Reggie Slater, mentre è fuori fino a febbraio inoltrato l'eclettico Felipe Lopez.
Insomma è tanta la carne al fuoco, ma forse quest'anno la squadra non avrà prova d'appello e, se non mostrerà di poter puntare a qualcosa di più dei play-off con subitanea eliminazione, il GM Kevin McHale questa volta potrebbe decidere di premere il grilletto e ricostruire da capo una formazione che così non va da nessuna parte.
Quindi occhio che i Lupi avranno fame di vittorie e non guarderanno in faccia a nessuno cercando di "azzannare" gli avversari al collo.