San Antonio Spurs: preview

Quest'anno Manu Ginobili vestirà  una nuova maglia, sempre bianconera…

La “mini” rivoluzione in casa Spurs procede a pieno ritmo; se tre o quattro anni fa la franchigia si muoveva in modo cauto sul mercato, (per usare un delicato eufemismo) il processo di totale rinnovamento del roster, a seguito della inopinata sconfitta per 4-0 con i Lakers nel 2001, continua la sua marcia; dopo aver cambiato 3/5 del quintetto titolare la scorsa stagione, (Parker, S.Smith, Bowen) anche questa estate non sono mancati i “rinforzi”.

L'ingaggio più interessante è senza ombra di dubbio Manu Ginobili; se prima dei mondiali, gli americani tutti (o quasi) erano fermamente convinti che parlasse dialetto siciliano e giocasse per la nazionale italiana (chi vi scrive ne è stato testimone diretto) dopo il ventello rifilato da “Gino” con la nazionale argentina proprio contro gli USA, sia i giornalisti che gli” NBA-fan” lo hanno ricoperto di sperticati elogi pronosticandolo Rookie of the Year con la pipa in bocca sin dal primo mese di gioco.

Le attese sono di conseguenza un tantino esagerate, se è vero che Ginobili è un signor giocatore e a San Antonio serviva come il pane un esterno con le sue caratteristiche è anche vero che adattarsi allo stile di gioco della lega di Stern è difficile, sopratutto se giochi con una squadra che punta a mettere da parte circa 60 vittorie (58 l'anno passato) per conquistare il fattore campo nella post-season e che quindi può permettersi pochi errori.

L'argentino è stato fortemente voluto dal responsabile di mercato Buford che lo scelse nel draft del 1999 nonostante i malumori della proprietà : oggi è fiero della sua intuizione ed è fermamente convinto di aver trovato in lui un punto fermo del team per diversi anni a venire e di un alleato per convincere a firmare l'argentino Scola l'anno venturo.

Manu è già  stato investito da coach Popovich della responsabilità  di titolare (vista l'ultima versione di Steve Smith era prevedibile), ed i suoi compagni stanno cercando di farlo inserire il più in fretta possibile: il potenziale per divenire uomo importante per una squadra di vertice non manca di sicuro ma come al solito solo il campo, anzi il parquet, sarà  in grado di fornire risposte. San Antonio comunque ci crede davvero e Ginobili difficilmente getterà  al vento la sua occasione.

Un altro neoacquisto interessante è “Speedy” Claxton, un giocatore di cui gli Spurs avevano estremamente bisogno, mancava un penetratore e un vero backup per il lanciatissimo Tony Parker e finalmente ecco arrivare l'ex Sixers in cerca di riscatto dopo il brutto trattamento che gli ha riservato Larry Brown.

Claxton (arrivato in cambio di West ) in effetti è stato “scaricato” senza mezzi termini perchè Phila era decisa a firmare il free-agent Larry Hughes (un ex che seguivano anche gli Spurs) ed era bisognosa di spazio nel roster e nel monte salari; dopo aver visto con chi ha firmato Hughes, Brown non può far altro che mangiarsi le mani e meditare sulla sua scelta.

A dire la verità  il cambio di Parker la scorsa stagione lo ha ricoperto il poco rimpianto Antonio Daniels (più avanti spieghieremo il perchè) che si è dimostrato un buon rincalzo sfiorando i dieci punti di media, difendendo onestamente e sfornando diversi ventelli sopratutto in trasferta; tuttavia la gestione del gioco non era entusiasmante e dopo diversi episodi poco edificanti che lo hanno visto protagonista, la dirigenza (si maligna con il “permesso” del grande amico Duncan) lo ha messo alla porta in modo sbrigativo e senza dare troppe spiegazioni.

Il fatto è che Daniels non accettava il suo ruolo di secondo piano e durante la stagione passata aveva rischiato di venire alle mani con diversi compagni in spogliatoio, una cosa inaccettabile in un ambiente tranquillo come quello texano e dopo una denuncia di un ragazzo che lo accusava di averlo picchiato su un playground di San Antonio, era evidente che il suo destino era “segnato”.

La trade che lo ha portato a Portland ha visto coinvolto anche “the spider” Smith, benvoluto dal coach ma poco in sintonia con la squadra, in cambio sono arrivati Barkley e Kerr, decisamente non quello che si definirebbe lo scambio del secolo.

Un’ altra partenza eccellente è stata quella di Porter, adorato da tutto il team, ma in evidente crisi (causa l'età  non è più verdissima) sul campo dove Terry non riusciva più a tenere il passo, costringendo gli esterni a una rotazione ridotta nella ultima post-season.

Gli Spurs hanno cercato di mettere sotto contratto tutta l'estate un buon pivot di riserva; Rose ha giocato un annata splendida ma una squadra ambiziosa e in cerca di possibili soluzioni anti-Shaq aveva bisogno di un numero 5 perlomeno in grado di competere con il 34 dei Lakers a livello di “tonnellaggio”.

Finalmente è arrivato Bateer, uno che a basket gioca bene per davvero, ha un fisico imponente e cerca nuovi stimoli, Detroit lo ha ceduto per una seconda scelta 2003, non era veramente pensabile fare un affare migliore ad un costo cosi basso.

Analizziamo brevemente il quintetto e le sue varianti;
i titolari sono Parker, Ginobili, Bowen, Duncan, Robinson;
i cambi per gli esterni sono Jackson, S.Smith(in cerca di riscatto) e Claxon;
Ferry è pronto ad operare come ala piccola di scorta o numero 4 “tattico”;
Bateer, Rose e il “dinosauro” Willis cambieranno i lunghi.

Ci sono possibilità  di vedere quintetti insoliti, sia molto “piccoli”, sia extra large, incerto per ora il vero ruolo che Popovich intende affidare a Bateer, mentre Barkley che non aveva spazio a Portland almeno per ora sembra destinato a rimanere ai “box” anche in Texas, vedremo se saprà  ritagliarsi minuti durante la stagione.

Apparentemente Popovich sembra intenzionato a far correre di più la sua squadra, cercando di rendere meno prevedibile il gioco e togliere pressione sulle spalle di Duncan che, tanto per cambiare, rilascia interviste rassicuranti ai giornali locali circa la sua permanenza ma in concreto ha appena cominciato (ovviamente non in via ufficiosa) le trattative con Buford.

La percentuale di permanenza negli Spurs è molto alta, ma finchè non apporrà  la firma su un bel contrattone tutta San Antonio rimane sulle spine, quello che è sicuro è che Robinson giocherà  la sua ultima stagione nella NBA, (14 in tutto, sempre in maglia Spurs) forte di una rinnovata fiducia dell'ambiente dopo l'ottimo finale di stagione e l'importante ruolo di mediatore in spogliatoio, se rimane in salute per i playoffs puo' fornire 20-25 min di grande qualità .

Tutti i pronostici girano intorno ai Kings e ai Lakers, i neroargento texani come al solito “solleticano” poco l'entusiasmo e la fiducia dei media, sta ora a loro dimostrare che qualcosa è cambiato e dare finalmente un calcio agli incubi in gialloviola; la squadra dispone di nuove opzioni e punta sulla crescita di Parker, tornato con 5 kg di muscoli da Parigi.

Ora tocca a Popovich e Duncan sfruttare al massimo questo potenziale, il tempo ci dirà  se sono una squadra “vera” in grado di vincere l'agognato anello.

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