La fortuna dei Rockets

Moochie Norris sorride davanti al poster di Yao Ming

Costruire una squadra vincente grazie ad un draft è una cosa molto difficile. Nel '99 lo fecero, seppur con l'asterisco, gli Spurs che trionfarono grazie ad un sovrannaturale Tim Duncan, scelto con la prima chiamata nell'estate del '97.

Un giocatore di quella qualità  non capita spesso, bisogna essere fortunati ad avere il pick n°1 nell'anno giusto e bisogna anche inserirlo in una squadra con buoni elementi. Una situazione simile a quella degli Spurs di 7 anni fa si è creata nello stesso stato, il Texas, a Houston.

Allora San Antonio scivolò in basso “grazie” all'infortunio di David Robinson, Houston invece la passata stagione ha dovuto rinunciare a Maurice Taylor e per alcune partite a Steve Francis.
Poi i Rockets hanno scelto Yao Ming, il cinesone, che ha tutte le caratteristiche per dominare in una lega post-Shaq e così si sono creati tutti i presupposti per fare bene e ritornare a vincere qualcosa.

In effetti, l'anno scorso, quando Steve Franchise non aveva ancora avuto problemi, Houston era in piena corsa per andare ai playoff, nonostante l'assenza di Taylor ed i problemi di Rice. Poi l'emicrania iniziò a tormentare Steve, che non disputò molte delle partite restanti, e i Rockets sprofondarono tra le ultime posizioni.

La vittoria della lotteria è pur sempre stata una botta di fortuna, perché c'erano squadre che avevano molte più palline nell'urna e sono rimaste deluse dal non poter mettere le mani su questo orientale di 2.25 che tira da tre quasi come Stojakovic.

Yao Ming è l'incognita, il fattore x, che potrà  portare i Rockets in alto, ma la cui scelta, in caso di fallimento, sarebbe considerata una grandissima bufala. Dovrà  avere un buon impatto con la lega e dovrà  lavorare molto in palestra, perché messo così un Jahidi White qualsiasi lo potrebbe rimandare a Shangai con un paio di panzate.

Inoltre Coach T quest'anno potrà  contare, finalmente, su Maurice Taylor, l'ala grande ex Clippers che se avesse pienamente recuperato dall'infortunio che gli ha fatto saltare la scorsa stagione, darebbe quella pericolosità  in vernice che manca.

Infatti il problema principale dei Rockets del dopo Barkley&Hakeem è stato quello di non avere pericolosità  in vernice, puntando tutto sugli isolamenti di Francis e Mobley e sulle loro creazioni. Gli stessi Griffin e Kenny Thomas, che hanno avuto buone cifre quest'anno occupando lo spazio lasciato libero da Taylor sono giocatori che preferiscono fare un passo indietro piuttosto che in avanti.

L'unico punto debole nel roster è quello della guardia. L'ottimo Mobley, è difficile che tenga botta, dal punto di vista fisico con le shooting guard di 2 metri che ci sono nella lega. Così è prevedibile che, anche a campionato iniziato, la dirigenza cercherà  di mettere su uno scambio per prendere una guardia più forte in difesa e più alta, riservando a Cut il ruolo di partire dalla panchina.

A proposito di panchina, quella dei Rockets non è che sia messa proprio male. L'anno scorso Rudy T, a causa dei problemi di infortuni ha dovuto fare alcuni esperimenti. Tipo quello di Moochie Norris che ha dimostrando di poter segnare molti punti in pochi minuti, uscendo dalla panchina. La stessa cosa vale per il già  citato Thomas.

Se Glen Rice ritornasse a giocare in maniera decente, Houston non dovrebbe risentire della possibile partenza di Walt Williams, che è in scadenza di contratto. Cato poi, può sempre dare minuti di solidità  difensiva con le sue doti di intimidazione e la sua difesa. Inoltre i Rockets hanno alcuni giovani molto promettenti.

Eddie Griffin è una futura star, e ha dimostrato ciò anche nella passata stagione quando gli sono stati concessi minuti importanti. Inoltre il draft ha portato in Texas due ragazzi di belle speranze come Tito Maddox, la guardia ex Fresno, ma soprattutto Bostjan Nachbar. Lo sloveno, proveniente dalla Benetton, potrebbe giocare molti minuti già  da subito grazie alla sua duttilità  e all'esperienza accumulata in questi anni di Eurolega.

I Rockets giocheranno in una nuova arena partendo dalla stagione 2003/2004 e l'entusiasmo dei tifosi è alle stelle perché in effetti i presupposti per vincere ci sono ma rimangono, tuttavia, alcuni punti interrogativi. Oltre a quello della posizione di guardia tiratrice, ce ne sono alcuni molto più difficili da risolvere.

Il primo riguarda Rudy Tomjanovic che, dopo aver portato Houston alla vittoria di due titoli, sembra non adatto al gioco che dovrebbero fare Francis&co. Infatti Rudy vinse i due titoli grazie ad Hakeem Olajuwon ,al suo “dream shake” e ad i suoi isolamenti in post basso. Ma l'isolamento non è più efficace come quando la zona era vietata, così bisognerà  inventarsi qualcosa di nuovo per essere pericolosi, cosa non difficile, visto che il materiale tecnico non manca.

L'altro è un vero e proprio dilemma:riuscirà  Steve Francis, un one-man-team se c'è n'è uno, a convertirsi nel ruolo di uomo squadra? Stevie Wonder ha chiuso la stagione, nonostante la fastidiosa emicrania, come secondo marcatore di squadra e rimbalzista e primo assist-man, ed ha dato l'impressione di essere letteralmente dominante nei momenti in cui stava bene.

Ora ci sarà  anche il cinesone che non sembra essere male, Il Grifone è in continuo miglioramento e quindi, il folletto da Maryland dovrà  diminuire il suo numero di tiri, iniziando a pensare prima al passaggio e poi alla giocata personale.

Comunque se tutti i giocatori di questa squadra manterranno le promesse, fra qualche anno, ci sono tutti gli ingredienti per vincere qualche titolo senza la possibilità  di sentirsi dire frasi tipo “Avete vinto solo perché Michael giocava a baseball”.

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