Kevin Garnett VS Eddie Griffin, un bel duello tra futuro e presente
Iniziamo dai campioni in cariica ossia i Los Angeles Lakers. Partiranno con uno Shaq fuori palla, senza aver individuato ad oggi un cambio valido. Sanno già da subito che si giocheranno quasi sicuramente il titolo contro i Kings in finale di conference, quindi faranno di tutto per arrivarci con il fattore campo a favore.
Se sotto non ci sono cambiamenti di rilievo, fuori oltre alla conferma di George, è arrivato il giorno del draft da Toronto il promettentissimo Kareem Rush, che verrà inserito gradualmente nell'impianto dei campioni del mondo, l'idea di Jackson è di tornare a giocare con due guardie senza play, cosa riuscita con enorme successo ai Bulls con Jordan e Harper, e per ora mai decollata ai Lakers, prima per colpa delle testa di Isaih Rider, poi per colpa del mancato integramento di Richmond lo scorso anno.
Dovranno per forza di cose tirare fuori una stagione da 56-58 vittorie come minimo, e con Shaq e Horry che sirisparmieranno a lungo non sarà facile. Ma ai Lakers giocano i due migliori giocatori del mondo, quindi si divideranno il pronostico con i Kings.
Lo scorso anno i Kings hanno mancato il titolo perdendo gara 7 in finale di conference solo ai supplementari, segno evidente che il passo da fare è piccolo, e forse sarebbe bastata un po di fortuna per infilarsi l'anello. Ma la fortuna è un fattore non prevedibile, quindi i Kings hanno fatto sul serio.
Innanzitutto è stato confermato il ragazzo prodigio Mike Bibby, conferma scontata ma non per questo di veloce raggiungimento, come sempre quando c'è di mezzo un signore di nome David Falk, altra conferma quella del sesto uomo Turkoglu.
Ma il vero colpo di genio è stato l'ingaggio, per ora solo per un anno, del grillo Keon Clark, evidentemente molto voglioso di vincere, visto che aveva sul piatto offerte migliori sia economicamente, che come minuti di gioco. Keon Clark con il suo fisico non sarà di certo lui ad impensierire Shaq nell'uno contro uno, dunque è ipotizzabile talvolta un impiego di Webber come ala piccola con Clark ala grande, giocando una zona 3-2, arrivando a raddoppiare Shaq con un secondo lungo anzichè con un esterno.
La scommessa dell'anno è senz'altro Gerald Wallace, guardia dalle doti fisiche eccezionale, che lo scorso anno è stato un po' trascurato, a causa della ricerca del miglior record. Quest'anno avrà molti più minuti a disposizione e quindi dovrà far vedere quello che vale. Molto probabile che ripetano il miglior record in stagione regolare, attendono già da ora la sfidissima con i Lakers, con una voglia di rivincita pazzesca. Importante anno anche per coach Adelman arrivato spesso ad un passo dalla vetta, ma mai raggiunta.
L'estate degli Spurs è stata abbastanza movimentata, con diverse trade, ma nessuna da sobbalzo, da non sottovalutare l'arrivo di Claxton dai Sixers, ennesima guardia a fare il tonfo accanto ad Iverson, ma ha una velocità e un atletismo non comuni in persone di 1 metro e 80 e punti nelle mani veloci.
C'è stato come lo scorso anno uno scambio con Porland che però probabilmente non lascerà il segno nella storia NBA: dall'Oregon sono arrivati Steve Kerr ed Erick Barkley. Il primo è noto come un giocatore da pochi minuti di qualità , il secondo è un talento tutto da verificare, che ha fallito i suoi primi due anni, ma il caos dello spogliatoio dei Blazers non lo ha aiutato di certo. In sordina a luglio era arrivato anche Ginobili, che però dopo le eccezionali prestazioni ai mondiali viene visto da molti come il giocatore che dovrebbe far compiere l'ultimo passo agli Spurs.
L'idea iniziale era di far giocare Ginobili come sesto uomo, ma dopo la competizione iridata, tutto lo vogliono in quintetto, dicendo che se c'è stato Charles Smith lo scorso anno ci può stare lui. Discorso giustissimo. Manu è già pronto, è l'unico rischio che non deve essere corso dagli Spurs è quello di bruciarlo, quindi è facile immaginarsi una prima parte di stagione con calma dalla panchina e poi se tutto va il ruolo di guardia sarà suo.
Sarà l'ultima stagione dell'Ammiraglio Robinson, ma sarà soprattutto la stagione con il groppo in gola sul futuro di Duncan. Tim a tal proposito è stato chiaro, è vorrà essere affiancato da un pezzo da 90 se non da 100 (in primis Jason Kidd), per rimanere. Saranno l'unica alternativa al dominio delle due Californiane. Duncan probabilmente sarà in lotta anche per l'MVP e giocherà sempre più minuti da centro che con il ritiro di Robinson diventerà il suo ruolo.
I Clippers sono senza ombra di dubbio la realtà più esaltande dell'attuale NBA. Escono da anni di disastri con una gestione che negli ultimi tre anni le ha veramente azzeccate tutte. Un quintetto con Andre Miller, Q Richardson, Odom, Brand e Olowokandi, con tre anni di esperienza in più vincerebbe quasi sicuramente la lega, con buona pace dei cugini.
Se poi in panchina ci mettete gente come Magette, il super rookie Wilkox, e il promettente Ely anche lui esordiente le aspettative non possono essere che rosee. Il grande dubbio è l'esperienza, anche se l'arrivo di un super play come Miller dovrebbe garantire un bel salto di qualità .
Rimane il dubbio Lamar Odom, teoricamente uno dei primi dieci della lega, con la testa però in un mondo tutto suo, che ha passato una stagione alle prese con tutto fuor che il basket. Se la sua testa viene rinsanata, saranno dolori per tutti perchè potenzialemente vale quasi la tripla doppia di media. Olowokandi rimarrà ancora una anno, poi sarà free agent come Brand, Odom e Miller.
La prossima estate ci sarà un bel da fare per il GM dei Clippers, e per questo un'ottima stagione potrebbe aiutare non poco. Se tutto andasse per il verso giusto il quarto posto ad ovest potrebbe anche starci, ma le incognite sono molte quindi il raggiungimento dei playoff sarà già considerato un risultato positivo.
I Mavs, abituati dall'arrivo di Cuban a continue manovre di mercato, sono stati protagonisti di un'estate all'insegna dell'immobilismo, l'unico dubbio ovvero la conferma di LaFrentz è stato subito risolto, e dopo aver inseguito prima Ming nei giorni degli scorsi playoff, e poi Rashard Lewis e Olowokandi, alla fine è arrivato Popeje Jones, che non sarà di certo il giocatore che darà la scossa ai bellissimi Mavs.
La senzazione di molti è che Dallas sarà protagonista di una stagione regolare da grandi numeri, ma poi la difesa nei playoff diverrà un limite troppo grande per poter arrivare in fondo: quindi difficilmente andrà oltre il risultato delle ultime due stagioni che sembra veramente un muro invalicabile. Rimane da risolvere il nodo Van Exel, ma difficilmente in cambio di Nick arriveranno giocatori in grado di sconvlgere le gerarchie dell'ovest.
Houston è la grande incognita dell'ovest, anche perchè con loro giocherà la prima scelta dello scorso anno Yao Ming. Potenzialmente valgono il quarto posto, ma i dubbi sono veramente molti, e non riguardano solo il cinese.
Ma cominciamo dal filiforme rookie, con tre considerazioni, la prima è che se i dubbi c'erano prima del draft, ma allora erano accompagnati da promesse obbiettivamente difficili da mantenere, i recenti mondiali non hanno aiutato molto ha chiarire l'idee, visto che la Cina è naufragata nelle ultime posizioni del ranking finale, e qui viene da chiedersi come mai un giocatore come Ming, se vale veramente quello che dicono, non ha fatto la differenza, visto che poi in semifinale c'è andata la Nuova Zelanda, non certo un supermercato di talento.
L'NBA sarà per lui addirittura peggiore del basket FIBA, visto che sottocanestro si combattono battaglie fisiche non indifferenti, e che i lunghi che tirano bene dalla distanza come Yao servono e non servono. Poi la sua presunta fragilità .
E' ormai cosa nota che i giocatori fisicamente simili a Ming soffrono molto spesso di frequenti infortuni e questo è probabilmente un bel problema, anche se per ora giocando in una lega molto meno frenetica dell'NBA non ci sono stati problemi. Infine i problemi di integrazione, che non saranno da sottovalutare anche se questo è il minore dei mali, ma il fatto che fino a pochi mesi fa non conoscesse una parola di inglese non lo aiuterà molto.
Molti dubbi anche sul resto della squadra, a cominciare dall'emicrania di Francis che lo ha limitato non poco nell'ultima stagione, rientrerà Mo Taylor, che però ha saltato un'intera stagione quindi il suo rendimento è tutto da verificare, infine tutti si attendono un vero e proprio salto di qualità da Eddie Griffin arrivato dai Nets lo scorso anno che ha alternato cose esselse a pessime figure. Secondo me se tutto fila liscio e Ming mette insieme una stagione da 15+10 (la vedo dura) potenzialmente si lotterenno il quarto posto con Mavs e Clippers, ma le incognite sono veramente troppe per sperare che tutto fili lisci. I playoff comunque sono sicuri.
Portland è reduce da due stagioni disastrose, ma il finale della scorsa stagione ha fatto intravedere una luce nuova, segno che il lavoro del nuovo coach Mo Cheecks comincia a dare i suoi frutti. Il roster è ancora un cantiere aperto con Stoudamire ancora in piena lista d'attesa. Il ritorno di Sabonis ha dato una gran carica, dai Clippers è arrivato finalmente un play ragionatore come McInnis, che farà arrivare a Rashedd i palloni in post basso con una certa frequenza; rimane tuttora da risolvere il rebus Bonzi Weels, ragazzo di gran valore, ma con una testa tutta da decifrare tanto che se la cosa non si risolve entro l'inizio della stagione potrebbe essere ceduto provando a lanciare Antonio Daniels. Playoff sicuri, probabilmente si fermeranno ancora al primo turno, ma affrontarli a maggio potrebbe non essere semplicissimo.
Minnesota, è uscita per la sesta volta consecutiva al primo turno, e a farne le spese è stato praticamente solo Garnett. Se si riesce a guardare oltre ai soldi che Garnett percepisce, ci si rende conto che i Wolves, a parte il bravissimo coach Sanders, sono una squadra da 10 vittorie a stagione.
E' evidente che Garnett da solo non può fare molto soprattutto ad ovest, quindi sarebbe molto meglio arrabiarsi con un GM che per rifirmare un mezzo giocatore come Joe Smith si è fumato quattro prime scelte. Garnett dovrà tornare a giocare più vicino al canestro è dovrà avere intorno a se maggiore fiducia, da tutto l'ambiente, che deve capire che quando Garnett cerca un compagno per scaricare palla il migliore che può trovare è Wally il che è tutto dire.
La mia impressione è che Garnett da solo garantisce i playoff, ma poi nemmeno lui può fare di più. Ripeto a parte lui e Sanders, a Minneapolis c'è solo il freddo è una dozzina di scarsi giocatori, quindi nessuno si deve arrabbiare se la stagione finirà come le ultime sei, ma la crescita di nuove realtà come Houston e Clippers, potrebbe chiudere anche prima il tutto.
Ci sarà anche da risolvere il nodo Sczerbiack che pretende il massimo salariale ed è all'ultimo anno di contratto. Solo un pazzo potrebbe darglielo, di sicuro non sarà McHale, ma magari qualche pazzo a giro per l'NBA c'è quindi è probabile che venga scambiato in corsa.
Utah vivrà l'ennesima stagione di lento declino, che poi sarà l'ultima almeno per Stockton ma anche probabilemente anche per Malone. Poche novità , Harpring sostituirà Marshall, almeno Matt è più giovane, arriva Chaney che sarà un cambio e poco più. Due rookie accendono le speranze, dal Real arriva Raul Lopez, già alle prese di problemi fisici da verificare, mentre Curtis Borchardt sarà l'ennesimo centro bianco in mezzo all'area dei Jazz. Difficile che raggiungano i playoff anche perchè la partenza di Russel si farà sentire non poco. Il futuro è sulle spalle di AK47, ma è dura veramente immaginarseli di nuovo in cima all'Ovest a breve anche perchè di Stockton e Malone ne nascono ben pochi.
Seattle aggiunge al suo già frizzante spogliatoio denominato “asilium”, un bel peperino come Kenny Anderson, che se riuscira a non darsele con Payton sarà già molto. Anderson avrà il compito di far dimenticare Vin Baker, che tutto sommato è un compito già fatto, a cui seguirà una partenza la prossima estate per liberare ben 9 M$ nel Salary Cup, in vista della fatidica estate 2003.
La notizia che tutto l'Oregon attendeva da giugno era la conferma di Rashard Lewis, è stata lunga ma alla fine Lewis rimmarrà ai Sonisc. Hanno un reparto di esterni veramente molto forte con Payton, Mason e Lewis in quintetto e Anderson e Barry in panchina, ma sotto ci si aggrapperà di nuovo a Sexy James e poco più. Se gli esterni fanno la loro parte fino in fondo i playoff non sono poi impossibili, perchè Nate McMillian è un signor coach. Altrimenti la prossima estate si giocheranno tutto nel mercato dei Free Agents con i soldi lasciati liberi dalle partenze di Payton e Anderson.
Phoenix è un'altra squadra in declino ad Ovest. Lo scambio Kidd Marbury, è ancora al centro di ogni discorso di basket in Arizona, e non sono certo i recenti proclami di Marboury a riportare l'ago della bilancia dalla sua parte.
Due le sole note positive, il rookie Amare Stoudemire, gran bel prospetto in arriva dal liceo, ma probabilmente molto più pronto dei ragazzi dello scorso anno, come ha fatto vedere nelle Summer League. Ha una cattiveria degna del miglior Barkley, un atletismo da far paura in un corpo da 2.10 statuario.
Frank Johnson deve ancora decidere se giocherà ala grande o centro, ma non c'è fretta. In molti già lo vorrebbero in quintetto, ma gli ex liceali vanno cresciuti con calma. L'altra nota positiva è la salute di tutti, che da queste parti è già qualcosa. Soprattutto Tom Gugliotta è dato in gran forma è avrà il ruolo di chioccia per Stoudemire.
Anche Hardaway è dato in buone condizioni fisiche, ma i suoi rapporti con Marboury e la crescita di Joe Johnson, lo faranno retrocedere in panchina, visto che non lo possono cedere con il contratto che ha. La conferma più attesa era quella di Marion ma essendo praticamente scontata non ha fatto notizia.
Il recupero di Marbury è alla base di tutto, tutti sanno bene che lui sogna i Knicks giorno e notte, ma recentemente Stephon ha dichiarato di vedere il mondo in maniera diversa dallo scorso anno e di essere disposto a qualsisai sacrificio per il bene della squadra. Sarà ma io ci credo il giusto. Forse ai playoff, ma è dura.
Golden State si appresta a vivere un'altra stagione di transito, perchè è sicuro che non basterà di certo l'arrivo di Dunleavy Jr a riportare i Warriors ai playoff. I margini di crescità però a differenza di altre stagioni ci sono davvero.
Jason Richardson è atteso alla stagione della consacrazione, e qualcuno per lui si è fatto scappare anche la parola All Star Game, e in fin dei conti, se lo scorso anno c'è andato Sczrbiack … Jamison è invece è atteso all'ultimo passo della consacrazione, e dopo aver passato una anno sballottato tra i due ruoli di ala, tornerà in pianta stabile nel suo ruolo naturale di ala grande.
Dunleavy sarà un rookie da buoni se non ottimi numeri, ma chiedergli di essere il leader da subito potrebbe essere rischioso, partirà comunque in quintetto da subito. Il grande dubbio, o la grande speranza e Gilbert Arenas, arrivato un po in sordina nel draft dello scorso anno e poi esploso negli ultimi due mesi quando però era ormai tutto perduto.
Per il resto a parte il buon Dampier nettamente migliorato lo scorso anno c'è poco o nulla. Vincere oltre 30 partite sarebbe già molto.
I Memphis Grizzlies, in attesa che qualcuno realizzi di fargli cambiare il soprannome, si sono presi il GM per eccellenza ovvero mister Jerry West. Chi si aspettava sconvolgimenti però è rimasto deluso, perchè l'inizio delle grandi manovre sarà la prossima estate, con un pensierino ovviamente rivolto a LeBron. Roster ricco di ali buone, come Gasol, Battier, Swift e il neo arrivato Gooden. Battier potrebbe giocare ancora da guardia, con il sacrificio di Dickerson che rientra dal lungo infortunio.
Manca un centro vero, per cui Lorenzen Wright sarà chiamato ad un'altra stagione da protagonista. Il leader perlomeno spirituale è ancora White Choccolate, al secolo Jason Williams. Difficile immaginarsi una stagione diversa dalle precedenti, anche qui si punta a far crescere il gruppo e sperare nella pallina buona.
Infine i Denver Nuggets, che hanno optato per una politica alla Cleveland, ovvero si sono liberati di tutti i contratti pesanti, hanno lasciato liberi giocatori importanti, daranno spazio ai giovani come Nikoloz Tskitishvili, Hilario e il neo arrivato da Detroit White.
Come ai Cavs si sogna giorno e notte LeBron James e la speranza che il suo ipotetico arrivo invogli altri free agent di lusso, ma se la pallina buona va altrove, sono guai sicuri per un decennio almeno. Il roster attuale non ha ne capo ne coda, con una front line improponibile per l'ovest con Howard e Camby, senza un play e con il solo James Posey a dare qualche sicurezza.
Attenteranno sicuramente al peggior record di sempre, non improbabile che non riescano a vincere nemmeno 10 partite. LeBRon salvali tu!!!
Conclusioni abbastanza scontate, con la probabile finale di confrence tra Kings e Lakers che deciderà il vincitore 2004 dell'NBA. L'unica insidia arriva da San Antonio. Molta attesa intorno all'ambiente Clippers attesi perlomeno ai playoff. Stabili ma tendenti al ribasso le azioni di Dallas, ma nella stagione regolare faranno di sicuro una gran figura.
Portland sarà sicuramente ai playoff, Houston è impaziente di verificare se Yao è un fenomeno o un bidone, e quindi capire dove possono arrivare, anche per loro i playoff dovrebbero essere sicuri.
L'ultimo posto se lo giocano Seattle, Minnesota, Utah e forse Phoenix, Warriors Memphis e Nuggets dritti in lotteria. Ma ancora una volta se il Signor Shaquille O'Neal è in forma a maggio sarà tutto vano.