I playmaker di domani

Gerry McNamara è una delle point guard più quotate del panorama NCAA

Deron Williams alla 3, Chris Paul alla 4 e Ray Felton alla 5, Nate "Arnold" Robinson alla 21, Jarrett Jack alla 22.

Già  ben cinque point guards che hanno stretto la mano all'avvocato Stern nella prima tornata senza contare che nel limbo delle seconde chiamate troviamo Daniel Ewing from Krzyzewskiville alla 32, Travis Diener alla 38, Monta Ellis alla 40, Orien Greene alla 53 più Roko Ukic alla 41 e Cenk Akyol alla 59 direttamente dal vecchio continente.

Ben undici playmakers scelti nell'ultimo draft: ciò significa che nella lega pro USA c'è carenza di play puri e che troppo spesso si ricorre a guardie adattate al ruolo, vedi Allen Iverson, Bob Sura o Steve Francis.

Difficile pensare che Ukic o Akyol possano da subito guidare rispettivamente Raptors e Hawks ma il loro talento è indubbio. Più probabile che Deron Williams, C-Paul e Ray Felton possano diventare dei veri e propri franchise-player grazie, oltre al talento indiscutibile, anche ad una forte dose di autostima e ad una leadership evidenziata nei loro NCAA teams.

Altro discorso vale per gente come Robinson, Jack o Ewing che sicuramente faranno la squadra, visto il background collegiale che si portano dietro, e che saranno utili fin da subito uscendo dalla panchina portando tiro, velocità  ed esplosività , soprattutto nel caso di Arnold che potrebbe da subito diventare il nuovo idolo del Garden. Trascorso il draft 2005 volevo dare un'occhiata a quelli che potrebbero essere i playmakers a stringrere la mano a David Stern il prossimo giugno osservando bene cosa offre il menù targato NCAA.

Chi arriva

Direttamente dall'Hs arrivano due giocatori dal talento ammorbante che ho potuto osservare in occasione del McDonald's All American: Greg Paulus e Mario Chalmers.

Il primo, ragazzo dell'Indiana, è un playmaker nel puro significato del termine, passatore eccelso, grande ball-handler, assolutamente ambidestro, riguardo al college ha snobbato Mike Davis e gli Hoosiers per diventare il nuovo cervello ceststico dell'attacco dei Blue Devils. Non un grande atleta peraltro ottimo tiratore da dove conta tre.

Mario Chalmers è invece più una shooting che non una point guard, ha vinto la gara del tiro da tre punti al McD's e ha saputo trascinare ad una grande ma inutile rimonta la squadra dell'ovest. Viene da Anchorage, Alaska, come Boozer e Langdon, non gli giova il fatto di aver giocato più con pinguini o eschimesi che non contro Nash o Kidd. Sarà  il nuovo leader dei Jayhawks di Kansas alla corte di Bill Self. Grande atleta, ottimo tiratore in prospettiva NCAA, leader, faccia tosta, talento indiscutibile.

Chi va

Per questi ragazzi/giocatori siamo arrivati all'ultimo giro di valzer: l'anno da senior è l'ultimo tentativo per conquistare la March Madness ma anche per cancellare ogni dubbio che gli scout dell'nba portano con sé a riguardo. Ormai sono mosche bianche i grandi talenti che fanno il college, meno ancora quelli che lo finiscono.

Sei sono i nomi da tener d'occhio anche se molti li conoscerete già  di sicuro.
Mr X, Karl Krauser, leader di Pittsbourgh, play newyorkese, eccelso ball-handler, trascinatore, gran passatore come chiunque venga dalla Big Apple, forse un po' troppo innamorato dell'arancia che spinge come pochi. Tuttavia non è un grande atleta e non la mette se non in lay-up.

Due tiratori mostruosi, bianchi e duri come il marmo: JJ Redick e Gerry McNamara.
Il primo è la stella dei dukies, pupillo di coach K, dalla linea della carità  difficilmente va sotto il 95%: decisamente più guardia ma il fisico è da play e anche un possibile futuro nella NBA.
Il leader degli orangemen ha sangue irish, tiratore siderale ma anche buon passatore, non altissimo ma difficilmente non verrà  scelto soprattutto se hai vinto un torneo Ncaa e sei stato la spalla ideale per Carmelo Anthony.

Dee Brown non ha seguito Williams e Head nel grande salto anche per problemi fisici ma il Bugs Bunny dei Fighting Illini ha colpi da campione, è molto migliorato nel tiro da fuori, è nettamente il più veloce da linea di tiro a linea di tiro libero. Deve migliorare nel trattamento di palla e nelle scelte se vuole diventare un play NBA.

Last but not least: Justin Gray e Taquan Dean.
Il primo, da Wake Forest, ha giocato le ultime due stagioni da guardia accanto a Chris Paul ma il fisico è da playmaker. Ottimo tiratore a livello Ncaa, grande cuore, discreto penetratore, eccellente ball-handler. Può essere paragonato a Larry Hughes per la capacità  di giocare due ruoli anche se non atleta del livello del neo-Cavalier. Potrebbe dominare in Europa ma può guadagnarsi una chiamata dal piano di sopra con una grande stagione.

Dean è stato, con Larry O'Bannon e Cisco Garcia, il trascinatore dei Cardinals al grande ballo di St. Luis. Cuore che fa provincia attaccante puro, discreto difensore, leader nato, tiratore fantastico soprattutto per il rilascio super rapido, uno dei migliro d'America. Con la partenza di O'Bannon e Garcia, diventa leader e riferimento per la squadra di Pitino. Stesso discorso fatto per Gray, ma ha reali possibilità  di raggiungere il suo amico Garcia nell'NBA soprattutto se riuscisse a diventare un play puro con buona visione di gioco e scelta del ritmo.

Chi c'è

Già  è un successo vederli sui parquet Ncaa per un anno, sicuramente siamo fortunati nello scoprire che folletti del calibro di Rajon Rondo o Darius Washinghton non hanno dato ascolto alle sirene dei pro.

Partiamo proprio da Rajon Rondo: un autentico ladro di palloni, degno dei migliori borseggiatori del Bronx. Nella stagione da freshman è già  entrato nella storia dei Wildcats di Kentucky stabilendo il nuovo record di recuperi. Difensore assurdo sulla palla, deve migliorare molto nel tiro e deve mettere su una buona armatura per resistere ai contatti al piano di sopra, non difetta di leadership, è un più che discreto passatore e sa finire bene nel traffico. Già  ora è la stella della squadra allenata da Tubby Smith.

Altro freshman, altro regalo: Darius Washington è il pupillo di coach Calipari a Memphis, già  idolo dei ragazzini è sicuramente più Iverson che Nash ma ha già  dimostrato di saper guidare una squadra portandola alla finale della Conference USA che i Tigers hanno perso allo scadere per i suoi errori dalla linea della carità . Deve migliorare in difesa e nel tiro da fuori; a suo favore ci sono un contropiede micidiale e un'ottima visione di gioco.

Un gradino sotto troviamo altri due freshmen: Jordan Farmar e Daniel Gibson.
Il primo è un play bianco, con grandi doti di passatore, discreto tiratore, ottimo leader tanto da riuscire a riportare UCLA al torneo. Siamo ben lontani dal divenire il prossimo "Jordan", ma Farmar ha classe e tecnica, devo solo resistere alla pressione di essere un Bruin.

Daniel Gibson è il giocatore che eredita le chiavi di T.J. Ford a Texas rispetto al quale è più alto ma ha meno visione di gioco. Con il lungo LaMarcus Aldridge forma probabilmente la miglior combo del College Basket, infortuni permettendo.

Ottimo penetratore, rapido in difesa soprattutto sulle linee di passaggio, devastante in campo aperto e discreto tiratore, anche dall'arco. L'analisi dei futuri PG da NBA si conclude con due giocatori che iniziano il loro anno da junior: Marcus Williams e Mustapha Shakur. Il primo raccoglie le chiavi della squadra di Calhoun dal newyorkese Taliek Brown rispetto al quale ha un miglior tiro, è un miglior difensore ma difetta un po' di leadership e durezza.

Mancino anche se usa la destra in maniera incantevole, passatore tremendo, leader negli assist con 8,1 ad allacciata di scarpe per la Ncaa. Tenterà  di riportare Uconn al titolo con l'aiuto di Josh Boone e Rudy Gay. Dulcis in fundo Mustapha Shakur: tre anni fa era considerato il miglior play d'America ad uscire dall'HS tant'è che per questo ragazzo di Philadelphia si scatenò un'asta poi vinta da Lute Olson e Arizona. Play con fisico da guardia, molto longilineo, atleta pazzesco, primo passo fantastico.

Deve ancora migliorare molto nel tiro da fuori, nelle scelte, soprattutto nei momenti decisivi, ma deve anche irrobustirsi oltre a cencellare i vistosi difetti nel difendere uno contr uno. È vissuto all'ombra di Iguodala prima, e di Salim Stoudamire poi; quest'anno deve dimostrare di valere una chiamata dal piano di sopra, il talento non gli difetta.

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