Barry Zito sta guidando gli A's a risultati insperati!
Indipendentemente dal fatto che raggiungeranno o no la postseason, gli Oakland Athletics devono essere considerati la squadra sorpresa dell'anno, almeno per quanto riguarda l'American League.
Gli unici che potrebbero avere qualcosa da ridire sono i tifosi degli Indians, visto il record attuale della squadra di Cleveland, alle soglie della wild card. Si può ribattere che nella scorsa stagione i rookies di Cleveland avevano avuto il tempo di farsi le ossa e che c'erano già le premesse per un netto miglioramento in classifica (nel 2004 ben 5 Indians furono selezionati per l'All Star Game).
Abbiamo già dedicato spazio a questa franchigia nel corso dell'attuale stagione ma riteniamo che davvero se lo meritino.
La squadra della Baia di San Francisco, infatti, ha iniziato il 2005 ufficialmente in rebuilding mode (in fase di ricostruzione). Dopo aver perso l'interbase Miguel Tejada al termine della stagione 2003 (e quale perdita! Tejada nel 2004 finirà alla media di .311 con 34 fuoricampo e 150 punti battuti a casa), per motivi principalmente di budget, gli A's hanno dovuto liberarsi, alla fine del 2004, di due dei tre lanciatori che formavano, con il mancino Barry Zito, il famoso "tris d'assi": Mark Mulder (81 vinte e 42 perse con 3.92 di ERA in 5 stagioni ad Oakland, andato ai St Louis Cardinals per il partente Dan Haren, il reliever Kiko Calero ed il ricevitore Daric Barton) e Tim Hudson (92 vinte e 39 perse con 3.30 di ERA in 6 stagioni andato agli Atlanta Braves per due lanciatori ed un esterno).
Due lanciatori partenti, 2250 innings di esperienza.
Un'ottimo scambio aveva inoltre portato ad Oakland il ricevitore Jason Kendall da Pittsburgh. Gli acquisti non erano considerati sufficienti per definirli contenders. Addirittura le uniche speranze venivano dal fatto che, a differenza degli anni passati, fosse l'attacco che avrebbe trascinato la squadra.
"Non so che tipo di squadra saremo, ma so che abbiamo molti ragazzi nel lineup pronti a darsi da fare" commentava il terza base Eric Chavez "Questo potrebbe essere il primo capitolo della prossima fase di questa squadra. Non so quanto ci vorrà , ma penso che questo sarà un lineup del quale la gente inizierà ad accorgersi"
Addirittura l'esterno Mark Kotsay si esprimeva con queste parole: "Ovviamente la squadra a questo punto non ha un identità come nel passato. Potrebbe essere una buona cosa. Ci sono molti ragazzi in questo spogliatoio che sono semplicemente buoni giocatori di baseball. Vedremo in quale direzione andrà la squadra. E se riusciremo ad essere una squadra offensiva, ottimo."
Ed i lanciatori? Quasi non erano neppure presi in considerazione.
Ovviamente non avevamo fatto i conti con il grande fiuto di Billy Beane, il GM reso famoso dal libro Moneyball. Probabilmente soltanto lui ed i suoi collaboratori avevano fiducia nelle mosse invernali.
I più si domandavano: Chi raccoglierà l'eredità di Mulder e Hudson? Zito e quattro giovani promesse?
Con queste premesse gli A's hanno iniziato la stagione con un record di 13-12. Nonostante l'infortunio all'interbase Bobby Crosby e l'operazione alla schiena al lanciatore (il submariner set-up man) Chad Bradford c'era ottimismo.
Poi il crollo: per due volte gli Athletics perdevano 8 partite in fila. E se la prima volta c'era di mezzo lo zampino degli Yankees e dei Red Sox, nella seconda striscia perdente vi era addirittura l'umiliazione di uno sweep a Tampa Bay. Con un record di 17 vinte e 32 perse le speranze di una stagione vincente stavano lentamente scomparendo.
L'11 giugno Oakland era ancora 24-37, lontana dagli Angels che guidavano la divisione. A questo punto un clamoroso "turnaround": Oakland va 42-11 a cavallo dell'All Star Game per ritrovarsi a lottare con gli Angels per la divisone e con gli Yankees e Cleveland per la Wild Card.
Il segreto? Ancora una volta il pitching, Barry Zito è riuscito a guidare i quattro ragazzi attraverso idifficili mesi di maggio e giugno ed ora Rich Harden (10-5 2.39 ERA, con la sua veloce da 94-97 mph ed una splitter devastante), Joe Blanton (8-11 3.51 ERA, che possiede quattro lanci giudicati buoni), Dan Haren (12-10 3.86 ERA, con una veloce da 90-92 mph ed una slider molto buona) e Kirk Sarloos (9-7 4.06 ERA) formano una rotazione che fa paura a molti.
Il closer Huston Street (primo giocatore ad esordire nelle Majors dal draft 2004), rookie affidabile, scintilla con 1.22 di ERA e 18 salvezze in oltre 65 innings. Un bullpen solido con il citato Calero, l'acquisto Jay Witasick e Justin Duscherer. Gli Athletics hanno un'ERA di squadra di 3.59, terzi nell'AL, appena dietro al 3.57 di Twins e White Sox.
I battitori? Seguono la filosofia, nel senso che battono pochino (decimi a .263 nella lega) ma vanno on base (.332-terzi nell'AL), anche se lontani dal .359 dei Red Sox, gli altri filosofi seguaci dell'On Base Percentage.
Billy Beane ha dato il suo contributo di mezza estate acquistando il mancino Joe Kennedy e il citato Witasick per l'esterno Eric Byrnes ed l'interno Omar Quintanilla. Poi un colpo di genio con lo scambio Jay Payton-Chad Bradford con i Boston Red Sox, in cerca di reliever per il loro bullpen.
Nonostante la stagione sia finita per Erubiel Durazo ed il tuttofare Octavio Dotel e nonostante i ricorrenti infortuni di Crosby gli A's sono in piena corsa per i playoffs. Ora a poco meno di un mese dalla fine, dopo la serie appena conclusa con Seattle ci sarà un lunga trasferta (10 gare a Texas, Cleveland e Boston) poi 10 partite in casa con i Twins, i Rangers ed una serie, decisiva, di 4 con gli Angels, infine l'ultimo weekend a Seattle.
Decisamente la squadra sorpresa dell'anno.