L’annata degli Yankees

Hideki Matsui appare perplesso in questa foto…

Da sempre Yankees è stato sinonimo di grande potere finanziario e di grandi vittorie. All'inizio di ogni stagione è praticamente impossibile non inserirli nell'elenco delle candidate alla vittoria finale.

Indubbiamente la storia e il blasone la rendono una delle squadre di baseball più conosciute al mondo, se non la più conosciuta. Ma come per qualsiasi sport che si rispetti, anche in questo vale la famosa regola per cui in campo non vanno i trofei vinti ma i giocatori presenti al momento.

Ed è da qui che è necessario partire per provare a capire il perché di quella che si annuncia una delle più difficili stagioni dei New York Yankees.

Sicuramente difficile è stato per tutto l'ambiente, società  e tifosi, provare a dimenticare la grande batosta subita dai leggendari rivali dei Red Sox nella finale di lega dei play off 2004: avanti tre partite a zero, subire quella clamorosa rimonta ha minato la grande fiducia che c'era intorno a tutta la squadra, la quale fino a quel momento aveva pressoché dominato sia la sua conference sia le partite di post season fin lì disputate.

Grandi sono stati gli sforzi della dirigenza per cercare di sopperire a quelle che erano state le mancanze, soprattutto mentali, che avevano portato a quella debacle.

Innanzi tutto il ritorno dopo la brutta faccenda legata al doping di una sicurezza nel box di battuta come Jason Giambi. Molti erano i dubbi, sia morali che di tenuta atletica, che avvolgevano il prima base di New York. Usciva da una vicenda molto travagliata che non aveva sicuramente fugato tutte le incertezze create attorno al giocatore. La società  non si è fatta intimorire, ha creduto in lui e lo ha reintegrato appena possibile. Scelta probabilmente discutibile dal punto di vista di immagine ma sicuramente giusta per quel che riguarda il rendimento. Giambi, insieme a Hideki Matsui, rappresenta la speranza per il futuro prossimo degli Yankees. Sono i due giocatori che in questo momento continuano a far coltivare ai tifosi le speranze di accaparrarsi un posto in post season.

Da considerare anche il fatto che durante il mercato estivo non erano stati di certo risparmiati dollari, anche se probabilmente quest'anno spesi in modo meno efficace del solito.

Era stato individuato nella mancanza di continuità  della rotazione di partenti dello scorso anno uno dei problemi fondamentali e per questo gran parte del quasi illimitato budget era stato investito per l'ingaggio di uno dei migliori starter presenti sulla piazza: Randy Johnson.

Sarà  l'età , sarà  un problema di ambientamento su una piazza notoriamente difficile, ma neanche Johnson ha portato quella compattezza e solidità  che gli si chiedevano, tanto che negli scorsi mesi si è dovuti nuovamente ricorrere al mercato e far tornare a New York una vecchia conoscenza come Al Leiter, lo scorso anno sulla sponda opposta della Grande Mela.

Certo è che neanche la mediocre stagione di uno dei migliori pitcher della scorsa annata, Carl Pavano con le sue sole 4 vittorie, ha aiutato la formazione di Joe Torre ad uscire definitivamente da quel tunnel di discontinuità  nella quale era entrata ad inizio campionato.

Al di sotto delle attese anche le medie dei battitori.

Jorge Posada (.251 con 15 HomeRun), Bernie Williams (.259 con 12 HomeRun) e soprattutto i nuovi non stanno offrendo quel contributo decisivo al quale ci avevano normalmente abituato. E tutto questo si ripercuote innegabilmente sui risultati globali.

La squadra soffre. Non riesce ad inanellare serie di vittorie che possano dare il passo decisivo per puntare seriamente al primo posto della American East, anche perché Boston non sembra avere nessuna intenzione di mollare un colpo e francamente dà  un'impressione di maggior solidità  e freschezza atletica nonostante un difficile inizio.

Sembra che ormai l'ultima speranza per allungare la stagione fino ad ottobre sia quella di curare al massimo la classifica Wild Card nella quale riescono ad oscillare tra il primo e il terzo posto ma senza allontanarsi mai più di una o due partite dai diretti avversari, Oakland che sembra in lieve flessione dopo un'incredibile rincorsa agli Angels e Cleveland che con l'avvicinarsi del termine della stagione pare aver trovato un improvviso smalto atletico che potrebbe rivelarsi fondamentale per il duello finale.

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