Da sinistra, Franz Beckenbauer insieme a Pino Wilson e Giorgio Chinaglia con i Cosmos
E' di domenica scorsa il gol dell'italiano Simone Bracalello per i NSC Minnesota Stars (USSF Div. 2) contro i Tampa Bay Rowdies nel match che ha consegnato al team delle Twin Cities l'accesso ai playoff. Per lui è la quinta rete in D2, cui ne va aggiunta una che l'ex Prato ha segnato in US Open Cup contro il KC Athletics.
Il nome di Bracalello, certamente sconosciuto ai più, si aggiunge a quelli di Christian Arrieta, terzino del Philadelphia Union più noto in Italia per la partecipazione al reality "Campioni" col Cervia, e di Stefano Pesoli (cresciuto nella AS Roma, ex Rieti e Viterbese tra le altre), che ha rescisso da poco fa con il Montreal Impact (USSF Div. 2) poco prima che il presidente Joey Saputo compisse un'epurazione nella squadra che stava ottenendo pessimi risultati.
Sono questi i nomi che attualmente portano la bandiera italiana in Nordamerica. Un grosso passo indietro, viene da dire, rispetto al passato, sia in termini di numeri che di livello. Molti sono stati infatti i giocatori italiani emigrati oltreoceano. Il primo a venire in mente è inevitabilmente il grande Giorgio Chinaglia, che lasciò la Lazio nel pieno della carriera per seguire la moglie americana Connie Eruzione (cugina di quel Mike Eruzione eroe della medaglia d'oro olimpica nella finale vinta dagli USA contro l'URSS nella finale di Lake Placid nel 1980) e andare a giocare nei Cosmos di New York con Pelé, e dove fu raggiunto da gente come Franz Beckenbauer e Carlos Alberto. Con la maglia dei Cosmos Chinaglai vince 4 Soccer Bowl, mettendo a segno la bellezza di 193 gol in 213 match, cifra che a tutt'oggi lo rende il calciatore che con più gol all'attivo negli USA.
Prima di Chinaglia però, sono molti i nomi noti e assai meno a trasferirsi nella NASL, da cui però vanno esclusi tutti quelli che nel 1967 giocavano nel Cagliari che scese in capo con la maglia dei Chicago Stallions (ad es. Roberto Boninsegna, Giuseppe Longoni e altri) o delle Houston Stars.
A seguito di varie ricerche, il primo giocatore italiano a trasferirsi negli in assoluto fu un certo Gino Gardassanich, noto come Gino Gard. Nato a Fiume ancora italiana, Gardassanich iniziò a giocare nel Građanski Zagabria nel 1940, e dopo un passaggio per alcune squadre minori fiumane, nel 1946 si trasferì al Quarnero Fiume, inserito d'ufficio nella massima serie jugoslava, in cui debuttò l'11 agosto 1946 contro l'Operaia Pola. Nel novembre dello stesso anno passò alla Fiorentina, nella Serie A italiana, in cui tuttavia non riuscì a esordire disputando solo alcune partite amichevoli. Successivamente giocò in Serie C con Marsala e Reggina, per poi nel 1949 emigrare negli Stati Uniti, dove giocò per 10 anni con il Chicago Slovak della National Soccer League of Chicago, vincendo il campionato di Chicago nel 1951, 1952 e 1954] e la Peel Cup nel 1953, oltre al Montgomery Trophy come di miglior portiere del campionato di Chicago nel 1950. Senza nemmeno avere la cittadinanza USA, (come peraltro altri compagni, all'epoca bastava averla chiesta) Gardassanich partecipò con la Nazionale statunitense ai Mondiali 1950 in Brasile, durante il quale tuttavia non scese mai in campo, assistendo dagli spalti dello stadio di belo Horizonte alla vittoria per 1-0 sui "maestri inglesi". Per lui l'unica soddisfazione fu quella di difendere la porta USA o in un'amichevole premondiale proprio contro una selezione inglese con incluso Sir Stanley Matthews. Gino Gard oggi vive ancora Chicago, e nel 1992 è stato inserito nell'Illinois Hall of Fame e nel 2002 nella National Soccer Hall of Fame.
Nel 1967 toccò invece a Bruno Siciliano, italiano nato però a Rio de Janeiro, compagno di squadra nei New York Generals della NPSL di un certo Cesar Luis Menotti, che poco più di 10 anni dopo avrebbe vito il Mondiale da CT con la Nazionale argentina. Luigi De Robertis, classe 1936, che aveva esordito in Serie A con la maglia del Bari nel 1958 giocando poi anche con Palermo e Modena, e finito nel 1968 ai Kansas City Spurs della neonata NASL. Nello stesso anno ai Toronto Falcons c'era in rosa un Mario Barone, di cui però non si sa nulla, e con lui l'italo-canadese, nato a Roma nel 1945, il difensore Tony Lecce (poi ai Metros dal 1971 al 1973). Gli almanacchi listano poi come italiano anche un certo Miklos Mike-Mayer, attaccante dei Washington Whips nel 1969. Infine, nei Philadelhia Spartans il portiere di riserva era un certo Franco Altieri, anche lui indicato come italiano, ma di cui non è dato sapere altro.
Nel 1971 invece, al Montreal Olympique c'è il centrocampista Renzo Selmo (20 partite e un gol il primo anno, 14 e 2 nel 1972), ex Hellas Verona, e Francesco Gallina, attaccante napoletano nato nel 1945 e cresciuto nella Casertana, approdato in Serie A con il Genoa nella stagione 1963-1964. Successivamente ha disputato campionati minori tra le file di Entella e Cesena, prima di fare ritorno al Genoa passando poi per il Lanerossi Vicenza, in Serie A, prima di chiudere la carriera in Canada (20 presenze e 10 gol per lui, capocannoniere della squadra). Con loro la colonia italiana quell'anno a Montreal era completata dall'attaccante Luigi Marcon e da Sergio Settin, italiano anche lui ma cresciuto in Quebeà§. Nel 1972 a Montreal Selmo è poi raggiunto da un altro ex veronese, il difensore Luigi Mascalaito, cresciuto nell'Inter e passato anche per Catanzaro, Cesena, Livorno e Pisa, e a lungo allenatore anche dello stesso Verona.
Furono molti italiani negli anni della NASL volarono in Canada per allietare le masse di emigrati italiani concentrate in gran numero oltre che a Montreal a Toronto e dintorni. Ad esempio il povero Paolo Barison, ala di talento e di lungo corso con le maglie di Venezia, Genoa, Milan, Sampdora, Roma, Napoli, Ternana e Bellaria, finito a Toronto nel 1972,e poi tristemente morto nel 1979 in un incidente in cui rimase coinvolto anche l'allenatore del Toro Gigi radice, che pur gravemente ferito si salvò. Come Barison sempre al Toronto Metros Croatia - nel 1974 e 1975 - volò Marino Perani, ex Bologna, che fu raggiunto da Roberto "Bob" Vieri (padre di Christian) nel '75, mentre nel 1976 toccò a Paolo Cimpiel, portiere con alle spalle - tra le altre - esperienze con le maglie di Bologna, Verona e Cesena.
Sempre a metà anni '70, un episodio curioso fu quello relativo a Eddie Firmani – ex attaccante italiano di origine sudafricana – una carriera spesa fra Inghilterra (Charlton e Southend Utd) e Italia (Sampdoria, Inter e Genoa) e 3 volte nazionale azzurro - che all'età di 42 anni, nel 1975, scese in campo per 18 minuti con la maglia dei Tampa Bay Rowdies, di cui era l'allenatore.
E ancora. Il grande Giacomo Bulgarelli, bandiera del Bologna per una vita, di cui pochi ricordano le poche (cinque) partite giocate con la maglia di un altro club, gli Hartford Bicentennial della NASL nel 1975. Pierino Prati, ex bandiera milanista, a fine carriera scese in campo per pochi mesi con la maglia dei Rochester Lancers (anno 1979, 6 partite e 3 gol per lui), in una città operaia piena di italiani, per poi tornare in Italia e chiudere la carriera in serie C2, giocando per tre anni nel Savona. L'anno prima,invece, nei New York Cosmos aveva giocato Giuseppe Wilson, colonna della Lazio dello Scudetto 1974, chiamato in America dal suo amico ed ex compagno Giorgio Chinaglia. E con la maglia dei Cosmos Wilson non smentisce il suo valore, vincendo il Super Bowl 1978 e venendo nominato MVP della finale contro i Tampa Bay Rowdies di Rodney Marsh. Ma l'esperienza americana per Wilson durò un solo anno, e a settembre tornò alla Lazio. Sempre di quella Lazio tutta "pistole e palloni" (cit. dal bellissimo libro del giornalista Guy Chiappaventi) andò a giocare per un breve periodo negli il terzino sinistro Luigi Martini, sceso in campo per sole 7 partite nel 1979 coi Chicago Sting, con cui chiuse la carriera prima di diventare pilota Alitalia e poi anche deputato.
Anche Roberto Bettega, si trasferì nella NASL a fine carriera, indossando nel 1983 e 1984 (39 partite e 10 gol) la maglia del Toronto Blizzard, la stessa squadra in cui poco prima, nel 1980, era andato un altro bianconero, il difensore Francesco Morini e l'anno dopo il 20enne Giampaolo Boniperti, figlio del presidente Giampiero e cresciuto nella Primavera juventina senza mai esordire in Serie A. Per lui a Toronto 18 partite e un gol. Prima di loro, nel 1979, era invece toccato (ma giocò solo 3 partite) ad Alessandro Abbondanza, detto Sivorino, ex attaccante di Lazio e Napoli, a conferma di Toronto come meta preferita dei giocatori italiani di quegli anni.
Nel 1983, ai Cosmos sbarcò invece un vecchio "nemico" calcistico di Chinaglia, Giuseppe "Flipper" Damiani, reduce da un'esperienza fallimentare col Milan e ormai agli sgoccioli di una carriera chiusa con la maglia della Lazio (dove lo volle ancora Chinaglia, allora presidente) nel 1985. Italiano è anche Ferdinando DeMatthais, classe 1961, ex calciatore di Lucera (che ha anche allenato), Foggia in campo una sola partita coi Cosmos nella loro ultima stagione (1984) e oggi coach giovanile con la IMG Academy.
Italoamericani a parte, molti gli sconosciuti con passaporto italiano che in quegli anni scesero in campo nella NASL listati unicamente come italiani. Da Enzo Giani, centrocampista dei Toronto Metros nel 1971, a Paolo Baldin (difensore in campo una sola volta con Toronto nel 1972) e a Peter Greco, portiere dei Vancouver Whitecaps nel 1975, passando per l'attaccante Gino Pennachia, che nel 1977 giocava (anzi, stava in panchina o in tribuna) a Dallas, fino ad Antonio Cestarollo, attaccante dei San Jose Earthquakes nel 1979 e persino citato in un libro sull'emigrazione nel pallone, "Moving with the Ball: The Migration of Professional Footballers" di P. Lanfranchi.
Inoltre c'è chi, pur essendo italiano è diventato poi una colonna della nazionale canadese, come è accaduto a Tino Lettieri. Nato a Bari nel 1957, inizia la propria carriera nel 1977 tra le file del Minnesota Kicks della NASL, dove gioca fino al 1981. Trasferitosi nel 1982 al Vancouver Whitecaps, durante la sua militanza con il club canadese vince il premio di miglior calciatore nordamericano dell'anno 1982, venendo inserito nella squadra All-Stars della NASL nel 1982 e nel 1983. Nel 1984, ultima stagione della NASL, milita nei Minnesota Strikers, e dopo fallimento della Lega rimane a Minneapolis disputando i tornei indoor organizzati dalla MISL. Nel 1986 è lui il portiere della nazionale canadese nella unica partecipazione ai Mondiali. L'anno dopo si ritira dopo aver disputato una stagione con gli Hamilton Steelers della Canadian Soccer League (CSL). A onorare la sua carriera arriva nel 2001 l'elezione nella Soccer Hall of Fame canadese. Come lui Silvano "Sam" Lenarduzzi, nato a Udine nel dicembre del 1949 ma cresciuto a Vancouver, difensore diventato una bandiera dei Whitecaps insieme al fratello più giovane, Bob Lenarduzzi (nato invece in Canada).
Con la scomparsa del calcio professionistico nel 1984, a seguito del fallimento della NASL, l'emigrazione si interruppe, ma riprese nel 1996, quando venne lanciata la MLS. I primi a partire furono l'ex portiere della Nazionale, di Inter e Samp Walter Zenga (New England Revolution come anche come giocatore/allenatore) seguito a Boston da Giuseppe Nanu' Galderisi (passato poi anche per Tampa Bay) e, ai New York Metrostars, il difensore Nicola Caricola (Bari, Juventus e poi Genoa) e Roberto Donadoni, che fece la spola col Milan. New York dove nel 2002 stava per finire anche Billy Costacurta, richiamato poi in tutta fretta a Milano da Ancelotti e Galliani.
Meno famoso, ma da ricordare, anche Giovanni Savarese, attaccante classe '70 nato in Venezuela e quindi con doppio passaporto, sbarcato in MLS alla sua fondazione e diventato bandiera dei New York MetroStars passato per New England e poi e San Jose Clash (oggi Earthquakes) con in mezzo esperienze in Italia a Perugia e Viterbese (entrambe all'epoca della gestione Gaucci), e Torres, passando anche per il Regno Unito (Swansea City e Millwall). Solo 3 partite invece in MLS nel 2008, con la maglia dei San Jose Earthquakes (che lo hanno poi tagliato nel maggio 2009), per Davide Somma, attaccante italo-sudafricano cresciuto nel Perugia e che ha militato con Pro Vasto e Olbia, per poi volare in Inghilterra (Leeds, dove ancora gioca dopo essere andato in prestito a Chesterfield e Lincoln City) dopo l'esperienza americana.
In sintesi una storia, quella che vede i giocatori italiani sulla rotta transoceanica, che dura ormai da 60 anni, e che ha visto periodi di up & down, con grandi campioni e carneadi scendere in campo sul turf o sull'erba americana di fronte a milioni di appassionati di ogni nazionalità . Una storia che però in questi ultimi anni non ha visto più grossi nomi in lista di partenza, ma la recente modifica che ha portato a 3 il numero di Designated Player per ogni team MLS, potrebbe portare presto a delle sorprese piacevole. E la prima (ma se ne parla da tanto) potrebbe essere Alex Del Piero.