Meno panchina e più campo per i giovani, e meno, della MLS con la Reserve Division
Nell'estate 2007 la MLS ha raggiunto un punto fino a qualche prima impensabile. Erano infatti 11, più della metà dei 21 convocati ai Mondiali U20, i giovani provenienti dalla Major League Soccer, più altri 3 provenienti da campionati esteri. Una vera e propria dimostrazione della crescita del movimento calcistico professionistico americano, e un risultato non da poco visto che il paese nei decenni precedenti aveva visto gran parte dei suoi giovani uscire dai programmi sportivi universitari. Sistema però che se si è dimostrato adeguato per fornire giovani a NFL e NBA (in questo caso però sta cambiando), altrettanto non è in grado di fare con il calcio, dove non per niente tuto il mondo segue un sistema diverso, vista anche l'età in cui si esce dal college (21/22 anni).
Certo il gruppo del 2007 non riuscì ad andare oltre i quarti, ma mise insieme una serie di prestazioni d'altissimo livello, arrivando anche ad eliminare il Brasile di gente come Pato e Jo (attaccante del Manchester City). Ma più importante di ciò fu il fatto che da quel gruppo è uscita una serie di ragazzi che sono diventati serbatoio per la Nazionale maggiore: da Michael Bradley a Jozy Altidore, passando per Robbie Rogers. Senza dimenticare, almeno in prospettiva, Freddy Adu e altri giovani.
C'è però un fattore che va tenuto in considerazione e che ha contribuito a quell successo, e cioè la possibilità che hanno avuto molti di questi giocatori di scendere in campo con una certa continuità e di tenersi in forma e pronti a giocare. E ciò avveniva nella MLS grazie alla presenza della Reserve Division, che appunto permetteva ai giovani (e più in generale ai membri della rosa) di giocare e agli allenatori e ai dirigenti di tenerli sottocchio valutandone le condizioni e la crescita.
Oltre ai ragazzi del 2007, sono molti i giocatori MLS che hanno beneficiato della Reserve Division. Da un Chris Rolfe, MLS All-Star, attaccante del Chicago Fire (oggi in Danimarca all'Aalbrorg) e della Nazionale USA, a Herculez Gomez, arrivato nella scorsa primavera vincere la classifica cannonieri in Messico fino ad essere convocato per i Mondiali sudafricani. Ma l'esempio principe è sicuramente quello relative all'ex Red Bull Jozy Altidore, venduto due anni fa dalla MLS al Villarreal per $10 milioni a soli 19 anni. Altidore che sfondò coi NYRB solo grazie alla possibilità di giocare con continuità nel campionato riserve, facendosi trovare pronto alla chiamata di bruce Arena quando venne il momento.
Ma da allora tutto è cambiato. Istituito nel 2005, la Reserve Division è stata chiusa nel 2008 (due vittorie dei Colorado Rapids e una per DC united e Houston Dynamo) per ridurre i costi proprio mentre la crisi economica stava prendendo il via negli USA. In realtà era un campionato male organizzato, mal gestito, sottofinanziato e ancor meno pubblicizzato. Non era strano che le squadre dovessero a volte ricorrere a gente dello staff o addirittura a giocatori locali per compleatre la squadra da mandare in campo, Un qualcosa raccontato pubblicamente da un Ruud Gullit (all'epoca coach dei Los Angeles Galaxy) sconvolto da un sistema assurdo che presentava regole improbabili e portava solo costi (dato che i match erano gratis e non esisteva contratto TV). Per non parlare poi dei problemi organizzativi. In genere le partite si giocavano la domenica mattina, a seguito del match della squadra A il sabato sera, e ciò costringeva giocatori (tutti) e dirigenti ad aspettare sino alal domenica sera per tornare a casa dalle trasferte. Inevitabile forse, almeno in quel momento, un intervento deciso della lega.
Ma da allora sono stati in molti ad avere dei ripensamenti. Infatti, si è compreso come peggio della Reserve Division ci sia solo" l'assenza della Reserve Division. Del resto è un qualcosa che anche i dirigenti italiani hanno iniziato a capire, almeno a leggere i giornali di quest'estate. E si avvicina quindi un ritorno della Major League Soccer Reserve League, dato per probabile già dal 2011, dopo due anni di assenza.
Sul formato del nuovo campionato al momento si hanno notizie precise. Probabile una regionalizzazione (Eastern, Central e Western) che consenta una riduzione dei viaggi e quindi dei costi, col rischio però di uno scarso numero di partite (10 tra andata e ritorno, a meno di non puntare sulla formula "scozzese", che però potrebbe essere a dir poco noiosa). Se ne saprà di più a novembre, in occasione della finale di MLS Cup a Toronto, quando tutti gli investitori della lega saranno riuniti.
Il ritorno della lega è comunque ormai volute da tutti, ma principalmente dei coach, che con l'allargamento delle rose vedono sempre più giovani languire tra panchina e tribuna senza aver occasione di migliorare, e con una percentale di squadre sempre minore che si qualifica per i playoff la situazione peggiorerà sempre più. Infatti sarà inevitabile che i coach puntino sui giocatori più esperti per riuscire in una lotta sempre più difficile. E quindi la Reserve League diverrebbe l'unica occasione per molti e un serbatoio valido per i team, non potendo le Academy essere una supplenza adeguata, dato che comunque da esse non possono essere ingaggiati per la prima squadra più di due giocatori l'anno (ma di questo parleremo in un prossimo articolo). In sintesi un gioco a somma positiva, della cui soluzione positiva dovremmo avere news a breve. Si spera anche in Italia.