Bob Bradley, 42 anni, CT della Nazionale USA
E alla fine è rimasto lui alla guida della Nazionale USA, il CT Bob Bradley, che ha firmato un rinnovo quadriennale (fino al 31 agosto 2014, $600mila annui più bonus) che dovrebbe consentirgli di guidare il team Americano sino ai Mondiali brasiliani del 2014, e ponendo così fine alle speculazioni della stampa sul possibile ingaggio da parte della US Soccer Federation del tedesco Juergen Klinsmann.
L'annuncio della USSF ha lascito sorpresi molti osservatori, specie dopo che pochi giorni fa si era parlato di un incontro a Los Angeles tra il presidente Sunil Gulati e Klinsmann, con Brdaley che nel frattempo aveva affermato pubblicamente di essere "disponibile" per la panchina dell'Aston Villa (di proprietà del magnate americano Randy Lerner, titolare anche dei Cleveland Browns della NFL) recentemente lasciata libera da Martin O'Neill, e prima ancora per quella del Fulham.
Ma in una situazione che sa tanto di deja vù di quanto successo 4 anni fa, la trattativa con Klinsmann anche stavolta non è decollata e nel giro di 24 ore, dopo settimane di incertezza, Brdaley è stato convocato a New York per la firma del contratto.
Dalla conferenza stampa telefonica di ieri sera si è potuto ricavare ben poco sia sul contratto sia su come si sia svolto il processo decisionale che ha portato alla riconferma di Bradley, con Gulati che ha rifiutato di rispondere a omande su Klinsmann: "Siamo qui per parlare di Bob. Non intendo parlare di altri candidati", ha detto Gulati. Viva la trasparenza"
Bradley, 52 anni, ha iniziato la carrera da allenatore nel 1996 da assistant di Bruce Arena al DC United, per poi prendere in carico i Chicago Fire al loro ingresso in MLS nel 1998, guidandoli alla vittoria in MLS Cup e US Open Cup.
Dopo 5 anni è passato ai New York/New Jersey MetroStars, dove è rimasto tre stagioni lanciando giocatori com suo figlio Michael Bradley (oggi al Brussia Moenchenglandbach) e l'attuale portiere dell'Everton e della Nazionale Tim Howard. Nel 2005 passa al Chivas USA, che porta per la prima volta nella loro storia ai playoff.
Con gli USA ha vinto la CONCACAF Gold Cup 2007 e ha raggiunto la finale di Confederations Cup 2009, passando poi per una pessima figura alla Copa America 2007 e una finale persa male col Messico nella Gold Cup 2009. Negli ultimi Mondiali gli USA, dopo aver vinto il girone davanti all'Inghilterra, hanno raggiunto gli ottavi di finale, venendo eliminati dal Ghana ai supplementari.
Gulati aveva espresso una decisa insoddisfazione per l'eliminazione americana agli ottavi in Sudafrica, ma poi ieri ha detto che andando ad analizzare i quasi 4 anni di lavoro di Bradley il responso è sicuramente positivo, visto che gli USA hanno raggiunto risultati senza precedenti, come la finale di Confederations Cup. È inoltre prevalsa - secondo Sunil Gulati - la profonda conoscenza del sistema calcistico americano da parte di Bradley, anche se ciò non avrebbe escluso candidati stranieri.
In realtà su Bradley molte critiche erano piovute, al di là dei risultati, su alcune scelte tattiche e di giocatori (vedi l'inserimento di Robbie Findley ai Mondiali), e molte perplesità sul suo rinnovo erano giunte da parte degli osservatori che avevano sottolineato i rischi di un secondo quadriennio alla guida della Nazionale, che praticamente mai ha visto un miglioramento nei risultati in nessuna Nazionale (vedere gli ultimi casi di Marcello Lippi e Raymond Domenech e quello di Bruce Arena proprio con gli USA).
La sfida di Bradley sarà ora quella di trovare nuove soluzioni per la Nazionale, in particolare in difesa, dove l'età media è decisamente alta. "Dobbiamo identificare nuovi giocatori e dar loro spazio. Il mio staff ha fatto un ottimo lavoro nell'ultimo ciclo, e cercheremo di fare ancora meglio nel prossimo. Già nelle prossime amichevoli d'ottobre ci sa l'opportunità di vedere alcune novità ", anche se però i match arriveranno in piena corsa playoff MLS, ed è quindi probabile che vedremo qualche giovane all'opera in Europa tipo Erich Lichaj (Aston Villa) e Mikel Diskerud (Stabaek, Norvegia). Bradley ha poi ammesso la necessità di migliorare - specie in difesa - in occasione delle partite più importanti e di dover cambiare in generale atteggiamento - più offensivo.
Uno dei fattori che ha influito sulla riconferma di Bradley è stata probabilmente l'alta considerazione e il rispetto per lui della gran parte dei giocatori, anche se una delle paure di molti è proprio il rischio che Bradley continui a puntare solo sui "senatori".
Lascia perplessi comunque la gestione del processo da parte della USSF. L'idea Klinsmann aveva perfettamente senso, come quattro anni. Con la Nazionale tedesca l'ex attaccante di Inter, Tottenham e Sampdoria aveva avuto il merito di saper cambiare una certa cultura, oggi più votata all'attacco, e importare nuovi metodi di allenamento, col risultato di mettere insieme una nuova generazione di talenti che ha ben figurato negli ultimi due Mondiali. Un cambio d'impostazione di cui si sente la necessità anche nel soccer USA, dove proprio una certa mancanza di idee in arrivo da fuori sembra stia limitando - alemno in parte - la crescita di tutto il movimento.
Sono comunque molte le voci che danno come altamente improbabile che possa essere Bradley a guidare gli USA ai prossimi Mondiali. Per lui l'esame vero sarà la prossima Gold Cup, che vale la qualificazione alla Confederations Cup che si giocherà in Brasile nel 2013.
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Nazionale USA, il futuro: Difesa
Nazionale USA, il futuro: Centrocampo
Nazionale USA, il futuro: Attacco