L'ex proprietario dei Cosmos Peppe Pinton, il Presidente della USSF Sunil Gulati, Pelé e il Chairman dei Cosmos Paul Kemsley
La notizia è stata un colpo al cuore per gli amanti del soccer USA e i nostalgici di un'epoca da "Once in a Lifetime", che appunto arriva una sola volta nella vita. Parliamo infatti del ritorno dei New York Cosmos, squadra mito del calcio anni '70/'80 guidata da Steve Ross (avete presente la Warner Bros.?) che convinse ad emigrare nella Grande Mela campioni del calibro Pelè, che decise di tornare al calcio, Franz Beckenbauer (che solo un anno prima aveva vinto il Pallone d'Oro), Carlos Alberto, Chinaglia e Johann Neeskeens ancora al top della carriera, ecc.
Qualche giorno fa infatti, i giornali italiani e nel resto del mondo hanno ripreso la notizia che un gruppo di investitori ha rilevato nome e marchio della defunta (dal 1985) squadra di NY con l'intenzione di resuscitarla e di farla entrare al più presto nella Major League Soccer. La prima mossa di questo gruppo è stata quella di nominare Pelè presidente onorario dei nuovi Cosmos e portavoce (assai ben pagato, come sempre) del gruppo. Per l'occasione dell'annuncio è stata anche organizzata una cena con numerosi vecchi calciatori dei Cosmos quali Werner Roth, Hubert Birkenmeier, l'iraniano Andranik Eskandarian (il cui figlio Alecko ha giocato a lungo nella MLS con DC, Toronto e LA), Bobbby Smith e lo stesso Chinaglia.
L'occasione dell'annuncio di Pelé – «Voglio dire una cosa a tutto il mondo: i Cosmos sono tornati!» – è stato un evento sportivo giovanile a cui ha preso parte negli States durante la quale si è fatto intervistare dall'emittente brasiliana Sport Tv, confermando la rinascita del club in cui giocò fino al 1977, per lanciare il 'soccer' in America, e di cui ora sarà presidente onorario. «Siamo qui con una nuova generazione – ha detto ancora Pelé, vestito con un giubbotto verde della "sua" squadra e al cui fianco c'era Carlos Alberto, il capitano della Seleà§ao del 1970 – e adesso fate rumore. Per me è un'emozione molto grande dire a tutto il mondo che i Cosmos stanno tornando. Sono venuto qui 33 anni fa per far scoprire il calcio a questa gente, ed ora, tre generazioni dopo, possiamo dire di avercela fatta. Qui è pieno di bambini, ai quali ho detto che ci sono di nuovo i Cosmos, e loro potranno andare a vederli, e sognare di giocarci. Ormai, non ci speravo più. I Cosmos sono stati un pezzo della mia carriera, della mia vita. Piansi, quando si sciolsero. Per fortuna, nulla è impossibile».
Ha parlato anche Giorgio Chinaglia, che del soccer rimane tutt'ora il cannoniere più prolifico della storia, con 193 gol in 213 gare nella NASL: «Sarebbe bellissimo, per noi vecchi e per tutti i giovani che praticano il calcio, se i Cosmos tornassero sul serio».
Vista però l'ignoranza esistente in Italia sul soccer, e dato che i Cosmos nella MLS sono al momento niente più che un sogno, cerchiamo di far chiarezza, partendo da cos'è successo domenica scorsa nel Queens (New York City), dove il club giovanile BW Gottschee e i New York Cosmos hanno annunciato una partnership il cui obiettivo di lungo periodo è quello, appunto, di arrivare a schierare un team nella Major League Soccer. La partnership tra i due club prenderà il via dalla creazione di una Cosmos Academy (già esistenti negli anni '70), con un sistema di squadre giovanili che andranno dall'Under 12 all'Under 18. «Di sicuro, abbiamo le idee chiare», ha ribadito Joe Fraga, direttore esecutivo dei nuovi Cosmos. «Vogliamo che, prima di giocarvi, i ragazzi conoscano la storia dei nostri "antenati" e vi si appassionino».
Presidente onorario sarà nientemeno che Pelé, leggenda vivente del calcio. Il gruppo alle spalle dei nuovi Cosmos è guidato da Paul Kemsley, immobiliarista inglese con un passato nel gruppo che rilevò il Tottenham Hotspur ad inizio anni '90, che ha acquistato il marchio Cosmos lo scorso anno da Peppe Pinton, ex agente di Chinaglia, che lo aveva depositato alla scomparsa del club.
Sul nome di Kemsley qualche dubbio nasce spontaneo rispetto alle possibilità di vedere un giorno i Cosmos in MLS. Gli investitori della lega americana sono infatti tutti miliardari ai massimi livelli (Phil Anschutz, Stan Kroenke, le famiglie Kraft e Hunt, ecc.), mentre lui ha praticamente perso quasi tutti i suoi averi nel crack della Lehman Brothers. E la MLS non vuole e non può permettersi soggetti del genere, anche se si parla di New York. L'esempio è stato la mancata accettazione della candidatura di St. Louis, respinta perché Jeff Cooper, il capofila del gruppo, non è stato considerato abbastanza solido finanziariamente (come dimostrato in seguito dai problemi della franchigia lanciata nella USSF Div. 2). L'unica vera capacità mostrata da Kemsley in passato è quella di saper mettere insieme persone coi soldi, come quando si occupò della scalata del Tottenham. E questo magari potrebbe essere un punto a suo favore.
I dubbi poi crescono ancor di più quando si va a vedere chi sono gli altri soggetti coinvolti nell'operazione. Tralasciando il CEO Carl Johnson, fondatore di Anomaly, una società pubblicitaria estremamente innovative e di successo, ma non certo un riccone, lascia perplessi che nell'operazione sia coinvolto Terry Byrne, nominato Cosmos Director of Soccer (in pratica è a capo dell'area tecnica).
Per coloro che non hanno avuto occasione di leggere l'ottimo libro del giornalista di Sports Illustated Grant Wahl, The Beckham Experiment (non uscito in italiano ma recensito comunque su Play.it), Terry Byrne era uno dei protagonisti principali del "circo Beckham" sbarcato a Los Angeles nel 2007, e il principale responsabile della disastrosa scelta di assumere Ruud Gullit alla guida dei Los Angeles Galaxy. A quanto pare qualcuno ha pensato potesse essere una buona idea dargli un incarico direttivo nei nuovi Cosmos. Mah! Forse però l'unica vera ragione - speriamo - del suo coinvolgimento è legata al suo rapporto personale con David Beckham (le cui Academies negli USA hanno chiuso per problemi finanziari a seguito della crisi economica). Com'è noto infatti, nel contratto di Beckham con la MLS c'è una clausola che gli conferisce un'opzione di acquisto di una nuova franchigia al termine del suo contratto, nel 2012. E il 2013 è l'anno in cui è possibile aspettarsi un'expansion ulteriore - sarebbe il team numero 20 – sulla East Coast, e più volte il Commissioner della MLS Don Garber ha parlato della necessità di un secondo team a NY, anche per creare una rivalità coi NY Red Bulls (che peraltro giocano a Harrison, New Jersey).
A favore di Byrne c'è però una connection interessante. Byrne è infatti assai legato a Simon Fuller, agente di Beckham e delle Spice Girls tra gli altri con la sua 19 Entertainment. Il proprietario della società in questione dal 2005 è un certo Ed Bleier, Chairman della CKX, Inc., una delle società top al mondo nell'entertainment content". L'80enne Bleier ha lavorato in passato per ben 34 anni con la Warner, sino a diventarne presidente nel 1986, lavorando molto anche sui New York Cosmos dell'epoca. È interessante leggere nel libro di Gavin Newsham "Once In A Lifetime" (anch'esso recensito da Play.it) come Bleier fosse contrario all'accordo allora trovato dalla NASL col canale ABC nel 1979 per la trasmissione di 9 partite tra il 1979 e il 1981. Bleier infatti credeva che non fosse ancora il momento per mostrare le partite di campionato, mentre si sarebbe dovuto puntare principalmente sugli highlights e sulle finali del Soccer Bowl. Ma la sua posizione venne sconfitta, e di lì a 5 anni la NASL chiuse, nonostante un'audience che la MLS ancor oggi si sogna (ma era anche un'altra epoca di TV). E quando la Warner staccò la spina il team finì prima a Chinaglia (che però era impegnato come presidente della Lazio) e poi a Pinton. Di lì il nulla, a parte qualche amichevole commemorativa, fino almeno allo scorso anno, quando fu annunciato l'acquisto del marchio da parte di Kelmsley, e alla cerimonia dello scorso 1 agosto cui ha partecipato anche il presidente della US Soccer Federation, Sunil Gulati, che non poteva far altro che esprimere il suo favore ad una tale iniziativa.
Il progetto-Cosmos però al momento rimane ancora fumoso. Infatti, neanche uno come Beckham sarebbe in grado di acquistare una franchigia MLS. Certo il coinvolgimento di Pelé (che costa assai anche solo per mettersi una maglietta) e il fatto di puntare sui giovani, che ha un senso solo se poi li usi per giocare o li rivendi (e non certo ai Red Bulls), una speranza la danno. Per il momento è un progetto ad almeno tre anni, tempo in cui si devono trovare soldi per uno stadio, che potrebbe sorgere nel Queens, accanto al nuovo dei Mets, specie se Fred Wilpon, il proprietario del team della MLS, accetterà di essere della partita (anche lui ha perso molti soldi, a causa del finanziere Bernard Madoff).
Occhio però alle parole di Garber: “[Il gruppo che ha acquistato il marchio Cosmos] ha un piano per rilanciarlo. per farlo hanno bisogno di una squadra. Altrimenti rimarrà solo un lifestyle brand su cui cercheranno di fare soldi nel mondo del calcio. Certamente so che ad un certo punto questo gruppo tenterà di puntare ad una franchigia MLS, ma siamo assai lontani dal finalizzare alcunché a New York … Non sarà il brand rendere il secondo club di NY un club di successo. Saranno invece una proprietà adeguata e lo stadio. Solo a quel punto avrà senso pensare al brand. Se a quel punto i Cosmos avranno un ruolo, ne parleremo con loro“. Più chiari di così…
Comunque, l'insieme del carisma di Pelé, della notorietà e i soldi di Beckham, della presenza di un pubblicitario (Johnnson) capace di sfruttare il marchio Cosmos noto in tutto il mondo, e magari dei soldi di Wilpon potrebbe essere un cocktail capace di funzionare. E magari non vedremo insieme in campo una squadra con Ronaldinho, Ibrahimovic, Maicon, Frank Lampard, Samuel Eto'o, Arjen Robben e Nemanja Vidic (tanto per fare una lista di nomi equivalenti a quelli in campo coi Cosmos all'epoca in contemporanea), ma magari un paio sì, e stavolta la differenza sarà che in campo ci saranno tanti bravi americani, come già sta accadendo nelle altre a squadre MLS a differenza dei tempi della NASL quasi tutta straniera. E sarà magari qesta prima generazione che sta crescendo nei settori giovanili americani, un'esperienza assolutamente inedita nel campo dello sport nordamericano, che porterà il calcio USA a grandi livelli.
I Cosmos quindi non sono tornati, non ancora almeno. Ma se lo faranno davvero sarà proprio una bella notizia.
PS: Questo è il mio cinquecentesimo articolo (497 sul soccer e 3 sulla NASCAR) scritto qui su Playitusa.com. Tutto iniziò nel 2004. Una media di 7 articoli al mese, quasi due a settimana, considerando però che il 2005 l'ho saltato a piè pari. Non credevo saremmo mai arrivati a questo punto. Grazie a Play.it, grazie a Max Giordan, grazie al soccer USA e grazie alle centinaia (e a volte migliaia) di persone che ci leggono. Senza di voi del resto, che senso avrebbe scrivere di soccer?