USA, The Times They Are a-Changin’

Il CT della Nazionale USA Bob Bradley in conferenza stampa ieri

“The Times They Are a-Changin'” è una canzone di Bob Dylan pubblicata nel 1964. Il biografo di Dylan Clinton Heylin racconta come Tony Glover, fermatosi nell'appartamento di Dylan nel settembre del 1963, prese una pagina della canzone a cui Dylan stava lavorando e giratosi verso Dylan, disse: «Cos'è questa roba, amico?». Dylan scrollò le spalle e rispose «Bè, sai, mi sembra che sia quello che la gente vuole sentire». E ecco, i tifosi americani e gli appassionati di soccer in generale vorrebbero sentire che quel cambiamento necessario, queslla sterzata per arrivare ad un livello superiore è ormai prossima.

Fine del sogno, abbiamo titolato dopo l'eliminazione Mondiale contro il Ghana. E fine del percorso dovremo scrivere probabilmente a breve per Bob Bradley, CT della Nazionale USA dal dicembre 2006, che difficilmente continuerà  a restare sulla panchina nel prossimo futuro. Il primo di una serie di cambiamenti cui probabilmente assisteremo a breve. Il suo destino infatti dovrebbe essere deciso nelle prossime due settimane, e le voci provenienti dagli Stati Uniti e dal Sudafrica danno come alquanto improbabile una sua riconferma, visto anche che il presidente della US Soccer Federation, Sunil Gulati, si è dichiarato "dispiaciuto" per l'uscita agli ottavi della Nazionale.

Parlando in Sudafrica con i giornalisti, Gulati ha spiegato di essere orgoglioso dei risultati di Bradley in questi tre anni e mezzo, ma che allo stesso tempo è convinto che con il Ghana gli USA abbiano bruciato una possibilità  unica che avrebbe potuto portarli fino in semifinale. "Abbiamo iniziato a sognare dopo la vittoria nel girone. Abbiamo pensato a ciò che avremmo ottenuto ottenere, e oggi ci ritroviamo a pensare a quello che sarebbe potuto essere". Ma il dispiacere di Gulati non è solo relativo alla sconfitta sul campo: "Abbiamo perso oltre all'opportunità  di affrontare l'Uruguay nei quarti, la perdita maggiore è il non poter continuare a mantenere l'attenzione dei media e del pubblico statunitense per altri quattro, sei o persino dieci giorni, quando mai l'attenzione su di noi è stata così alta". Il match col Ghana infatti ha avuto un'audience sulla ESPN di 14.9 milioni di spettatori, diventando la partita con la maggiore audience americana di sempre per un Mondiale, cui andrebbero aggiunti anche gli oltri due milioni che l'anno vista sul canale di lingua spagnola Univisià³n.

Gulati e Bradley avrebbero dovuto incontrarsi ieri, prima che il CT lasciasse il Sudafrica, ma a quanto pare l'incontro ci sarà  tra un paio di settimane. E una decisione andrà  presa alla svelte, anche perchè per il prossimo 12 agosto (data FIFA) è prevista un'amichevole internazionale di grande prestigio contro il Brasile al New Meadowlands Stadium, lo stadio di NY Giants e Jets, nel New Jersey.

Il contratto di Bradley scade a fine anno, e non è ancora chiaro se Gulati abbia voglia di dare una sterzata immediata o che magari possa essere lo stesso Bradley a dimettersi, in vista magari di qualche offerta da parte di club europei. Una possibilità  che lo stesso Bradley ieri ha paventato nella conferenza stampa di saluto, in cui ha parlato del Mondiale e di come molto sarebbe stato diverso con un Charlie Davies al livello della scorsa Confederations Cup e un Gooch Onyewu in forma. Bradley che nei suoi anni alla guida della Nazionale ha messo insieme una vittoria in Gold Cup nel 2007 e una finale di Confederations Cup, oltre ad un posto tra l'11° e il 13° in questo Mondiale (contro uno degli ultimi degli USA a Germania 2006). Ma vanno ricordate anche alcune brutte figure, come quella nella Copa America 2007 e nella Gold Cup 2009, in cui in entrambi casi però gli USAA hanno presentato una squadra B, procurandosi comunque non poche critiche.

Nel caso di separazione, consensuale o non, stavolta - ha assicurato Gulati - la USSF non ci metterà  dei mesi, come invece avvenne nel 2006, per trovare un sostituto. La scelta di Bradley infatti fu presa solo a dicembre, e fu un ripiego seguito alla rottura delle trattative con l'ex CT tedesco Jà¼rgen Klinsmann, il cui nome potrebbe ritornare in gioco a breve. Del resto Gulati ha detto di non avere problemi ad assumere un CT straniero, a condizione però che questo abbia un'idea del sistema calcistico americano, dei suoi giocatori e, idealmente, della Major League Soccer. Basandosi su questi parametri, oltre a quello di Klinsmann, favorito, i possibili nomi sono quelli dello scozzese Dominic Kinnear (allenatore della Houston Dynamo ed ex Nazionale USA), di Walter Zenga (che ha giocato e allenato in MLS e oggi allena i sauditi dell'Al Nassr), Carlos Queiroz (conosce bene MLS e Nazionale, avendo allenato a NY e con la federazione sul Project 40, ma ha un contratto fino al 2012 col Portogallo), il messicano Carlos De Los Cobos (attuale coach del Chicago Fire, messicano, ex CT di El Salvador, uno che sarebbe assai utile per individuare giovani latinos). Sempre dall'America arriva voce di un possibile interessamento per Billy Costacurta, che in America nel 2002 ha passato qualche mese coi NY MetroStars di Bradley prima di essere richiamato dal Milan, e che però è reduce da una serie di brutte esperienze in Italia con Pisa (durata pochi giorni) e Mantova, e che nonostante i 20 anni in campo coi rossoneri non sembra certo avere l'esperienza adeguata. Improbabili quindi i vari olandesi giramondo: Dick Advocaat è stato appena ingaggiato dalla Russia; Guus Hiddink è bloccato in Turchia, coìme sanno bene all'Inter, e Pim Verbeek, che ha lasciato l'Australia eliminata al Mondiuale nella fase a gironi per diventare CT del Marocco. Il miraggio rimane ovviamente Jose Mourinho, che ha sempre detto che un giorno vorrebbe volare in America, e che magari tornerà  utile in vista dei Mondiali 2022, che con molta probabilità  gli USA ospiteranno.

La scelta della federazione sarà  difficile e fondamentale, visto che il nuovo CT dovrà  gestire un notevole ricambio generazionale in vista dei Mondiali brasiliani del 2014.

Molto interessante la rivelazione che Gulati e lo stesso Bradley - nella fase in cui era ancora CT ad interim - abbiano negoziato il possibile ingaggio con Fabio Capello alcuni mesi prima che questi diventasse CT dell'Inghilterra. Le discussioni con Capello furono riguardo una serie di ruoli, da quello di direttore tecnico al coinvolgimento sulla gestione del sistema giovanile americano. Ma nel dicembre 2007 Capello accettò le proposte inglesi.

Gulati è stato poi attento a non rovesciare la colpa dell'eliminazione sui giocatori, pur esprimendo un certo fastidio per alcuni, senza nominarli- Il punto, secondo il presidente della USSF, professore di economia alla Columbia University e a capo della Kraft Soccer, la società  titolare dei New England Revolution - è la necessità  da parte del sistema USA di far crescere giocatori di maggior qualità  attraverso le sue strutture e quelle della MLS, le cui squadre da tre anni hanno messo in piedi i sistemi giovanili sul modello europeo, qualcosa senza precedenti nello sport americano, da sempre basato su high school e college, e che a breve dovrebbe iniziare a dare i suoi frutti.

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